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 2010  aprile 26 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BREGA MASSONE, PIER PAOLO"


Voi pensate, come me, che il lavoro del medico sia missione, scienza, abnegazione, amore. Quindi non può essere vero che il professor Pier Paolo Brega Massone, autore di 21 ricerche repertate nella U.S. National library of medicine, una Treccani della medicina mondiale gestita dall’Istituto nazionale per la sanità degli Stati Uniti e consultata dagli studiosi dei cinque continenti per cercarvi risposte ai loro dubbi, possa essere - al pari degli altri 13 medici finiti insieme con lui in galera o agli arresti domiciliari - peggio del dottor Joseph Mengele. Eppure questo ci dicono i pubblici ministeri Grazia Pradella e Tiziana Siciliano: che lui e i suoi complici, votati per giuramento a salvare le vite, avrebbero praticato "l’omicidio aggravato dalla crudeltà"; avrebbero eseguito interventi chirurgici "dannosi, inutili, avventati e inspiegabili"; avrebbero operato ignari pazienti, in particolare anziani, "in condizioni di forte debilitazione, nonostante non fosse necessario", uccidendone cinque; si sarebbero resi responsabili di "circa 90 casi di lesioni gravi o gravissime". La casistica è sconvolgente: una decina di tubercolotici curati con l’asportazione del polmone, anziché con la streptomicina e il ricovero in sanatorio; una giovane donna privata della mammella senza motivo; un’anziana novantenne, colpita da tumore, finita tre volte sotto i ferri. E tutto questo perché? Per soldi. Sarebbero state intercettate numerose conversazioni in cui "l’interesse per il paziente" era "subordinato all’interesse remunerativo". Il solito movente, sempre lo stesso: degenze da allungare, rimborsi da intascare. Così lo stipendio base di alcuni medici, che era inferiore a 2.000 euro al mese, lievitava fino a 27.000. [...]. Ma questi di Milano? Non era mica un lager. Li aveva assunti una clinica che fin nel nome s’era messa sotto la protezione di Santa Rita da Cascia, l’"avvocata dei casi impossibili". (Il Giornale 10 giugno 2008, Stefano Lorenzetto)

«il problema sorge quando gli stipendi sono legati alla produttività». Alla Santa Rita funzionava proprio così. Renato Scarponi, primario di ortopedia [...] prendeva il 9% su ogni ricovero a carico del Servizio sanitario nazionale. Il suo collega Paolo Brega Massone, autodefinitosi "l´Arsenio Lupin della sanità", preparava «Drg pompati» e asportava seni anche «quando non era necessario l´intervento chirurgico». « ovvio che se il tuo datore di lavoro ti dice più operi più ti pago induce in modo più o meno subliminale un atteggiamento aggressivo del chirurgo», ha candidamente ammesso. (Ettore Livini, la Repubblica 13/6/2008)

C’è uno scandalo enorme nella sanità lombarda. Riguarda la clinica privata Santa Rita, convenzionata col Sistema Sanitario Nazionale. [...]Nomi e cognomi dei medici finiti dentro? Pier Paolo Brega Massone, responsabile dell’Unità Operativa di chirurgia toracica [...] (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 24/6/2008)

La clessidra del ddl fermerebbe già a luglio prossimo il processo Santa Ri­ta al chirurgo Brega Massone, nella più che probabile man­canza per allora di una senten­za di primo grado pur in un processo-lampo che più lam­po non si può (giudizio imme­diato e quindi niente udienza preliminare, tre udienze alla settimana, da mattina a sera) (Luigi Ferrarella, Corriere della sera 13/11/2009)

Quanto al carcere preventivo, che per i reati colposi non esiste, peggio di tutti (17 mesi di custodia cautelare) è andata a Pier Paolo Brega Massone, primario della clinica privata Santa Rita, che risponde di "86 operazioni inutili e dannose al polmone e alla mammella" e cinque omicidi. Reati che, per la prima volta, la procura ha ritenuto volontari: pur di intascare i profitti di una "chirurgia a cottimo", il dottore avrebbe addirittura accettato il rischio di uccidere i pazienti. La difesa sottolinea però che finora accuse così gravi non hanno "mai superato il vaglio della Cassazione". [...] (Paolo Biondani, L’espresso, 21/1/10