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 2010  aprile 21 Mercoledì calendario

E PER IL LINGOTTO (PI GLI AMERICANI) SI APRE LA FASE DELLO SVILUPPO GLOBALE

Traversata conclusa, il ”traghettatore” scende. Per Fiat oggi inizia una nuova era. Ma il ritorno al comando di un membro delle famiglia Agnelli non significa affatto nostalgia del passato. Negli anni d’oro dell’Avvocato il mondo non era ancora globale e il piano industriale che oggi l’amministratore delegato Marchionne illustrerà nello storico edificio del Linghotto vedrà un’azienda proiettata nel futuro, soprattutto all’estero.
Un Gruppo grande, ma agile, fortemente concentrato nel business dell’auto e pronto a cogliere tutte le opportunità di accordi e alleanze per raggiungere una produzione annuale vicina ai sei milioni di auto l’anno che lo stesso Marchionne ha per primo individuato come livello di sopravvivenza. Dalla scomparsa di Gianni e Umberto lo scenario del settore è completamente cambiato e la più grande azienda italiana è riuscita a superare i momenti più difficili ponendo le basi del rilancio. La nuova Fiat non sarà meno italiana di quella attuale anche se il matrimonio con Chrysler sposterà la rotta verso nuovi mercati.
Anzi, la produzione nel nostro paese si rafforzerà per avvicinarsi di nuovo al milione di esemplari l’anno grazie al ritorno in patria della Panda (a Pomigliano saranno investiti oltre 700 milioni di euro), uno dei modelli di maggior successo recentemente prodotto in Polonia. In prospettiva il numero degli addetti in Italia diminuirà per riportare la produttività su livelli più adeguati. La fabbrica campana diventerà quindi il regno della Panda, Melfi resterà la base della Punto, a Cassino nasceranno le vetture con la piattaforma (anzi ”architettura” come si chiama ora) del segmento superiore (Bravo, Delta, Giulietta). Tutto il resto si farà a Mirafiori. Nella ex Bertone, infine, dovrebbero esseri prodotti i modelli di progettazione americana da vendere nel nostro continente. In Polonia aumenterà la produzione dei motori di piccola cilindrata, uno dei fiori all’occhiello della tecnologia italiana. Una Fiat forte in Europa dove la quota di mercato è costantemente cresciuta, ma con solidissime basi dall’altra parte dell’Atlantico, un grande mercato tutto da scoprire grazie alla Chrysler. I marchi Usa (Chrysler, Jeep, Dodge e Ram) dovranno riconquistare posizioni e potranno farlo adottando propulsori più piccoli ed efficienti (i Multiair) tanto graditi dall’Amministrazione di Washington che ancora controlla le sorti del colosso americano gestito da Fiat.
Obiettivi ambiziosi anche nei mercati emergenti dove ci sono ampi margini di miglioramento. Nel Brasile che continua a crescere Fiat è sempre leader grazie allo stabilimento di auto più grande del mondo (quello di Belo Horizonte). Possono aumentare le quote di mercato negli altri paesi del Bric, in Russia, in India e, soprattutto, in Cina dallo scorso anno diventata il più grande mercato del pianeta.