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 2010  aprile 21 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BUFFON

LORENZO"

Esemplare il caso del matrimonio del portiere Lorenzo Buffon con la valletta di Mike Bongiorno a Lascia e raddoppia?, Edy Campagnoli (Edmondo Berselli, ”la Repubblica” 19/8/2005)

A cinque anni e mezzo scoprii cosa è il setto nasale. Scoprii che qualcosa con un nome così portentoso poteva rompersi, come un giocattolo o una bicicletta. Il portatore sano, fino al cinquantaseiesimo, dell’indispensabile setto, si chiamava Lorenzo Buffon. Era portiere, come l’odierno aitante Gigi, segno che c’è una predisposizione dei cognomi per i ruoli. Giocava, l’Italia, con l’Inghilterra. […] Sempre Buffon si gettava ad abbrancare la palla. Ma all’undicesimo del secondo tempo scambiò generosamente il possesso della sfera di cuoio con il proprio setto nasale, che lasciò in frantumi sul piede di uno dell’attacco bianco. I massaggiatori si affannarono sul suo viso ma il nostro eroe, bello ed elegante, dovette uscire dal campo, tra gli applausi di un pubblico ammirato per il coraggio e la bravura del suo numero uno. […] A questo punto va fatta una premessa: allora le regole non erano come oggi. Un infortunio era una tragedia. Le sostituzioni non si potevano fare, si poteva finire in dieci o in nove. E spesso capitava che un dolorante portiere dovesse lasciare la sua maglia a uno spaesato attaccante. Così fu, nel campionato italiano, fino al 1968. […]Era specialista in questo Giacomo Losi, arcigno difensore scarsocrinito della Roma. Molte volte si dispose, anche con una gamba sola funzionante, nella zona di attacco del campo. Una volta, se ben ricordo, segnò pure. Anche per questo fu definito «er core de Roma».
Anche «er core de Roma» vide il numero uno azzurro lasciare il campo e rivolse il suo sguardo alla panchina. Perché la partita era amichevole e le due federazioni avevano concordato tra loro che il portiere sarebbe stato sostituibile. Entrò allora Vavassori, uno dei portieri della Juventus di quegli anni. […]Insomma Vavassori entrò e poco dopo la nostra squadra si portò addirittura in vantaggio con un bel gol di Brighenti, uno con la faccia da ciclista, da «italiano in fuga». Ma in dieci minuti successe l’irreparabile, ma non l’imparabile. Infatti prima Hitchens e poi Greaves beffarono il portiere di riserva azzurro con due tiri facili ma resi impossibili dall’emozione di quel ragazzo biondo e gentile. Lo stadio si gelò e su quel povero uomo crollò un mondo. Buffon aveva rotto il setto nasale ma ora a sanguinare era il cuore di quel giovane e bravo portiere (Walter Veltroni, La Stampa 23/2/2007)

Quando la Campagnoli sposò il portiere del Milan Lorenzo Buffon a Milano, nel 1958, la navata di san Gottardo era decorata con due composizioni di garofani bianchi: una formava la parola tv, l’altra un pallone (Candida Morvillo, ”La Repubblica delle veline”, Rizzoli)