Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 21 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BORDON

WILLER"

Il ministro più povero è Willer Bordon (215 milioni).
(Stafno Caviglia su la Repubblica del 6/2/2001 a pagina 9; anche Raffaello Masci su La Stampa del 6/2/2001)

Massimo D’Alema ha raccontato al ”Corriere della Sera” di avere investito in titoli i suoi 200 milioni di risparmi, con i quali paga il mutuo della casa. [...] Tutti gli altri ministri da Lamberto Dini a Giuliano Amato, da Vincenzo Visco a Pierluigi Bersani , da Piero Fassino a Willer Bordon, dichiarano di non possedere azioni.

Basti citare gli esecutivi di questo scorcio di secolo. Il Nordest ha avuto un ministro su 27 (Willer Bordon, romanizzato da anni) nel governo Amato,
(Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 27/4/2007)

Arturo Parisi e Gianni Alemanno, Giovanna Melandri e Stefania Prestigiacomo, Peppino Calderisi e Leoluca Orlando, Willer Bordon e Ignazio La Russa. Insieme a Giovanni Guzzetta e Mario Segni c’era un parterre ampio e molto trasversale ieri davanti alla Cassazione, dove sono state depositate le 820.916 firme raccolte dal comitato referendario per la legge elettorale. (La Stampa 25/7/2007)

Fuori dal Pd si sono già posizionati Barbieri, Manzione e Willer Bordon che preannuncia: « una palla di neve, può diventare una valanga». (M.Gu., Corriere della Sera 18/9/2007).

al momento del voto in Senato, Lamberto Dini ha sostenuto che l’attuale quadro politico va superato e che il governo di adesso, con questa maggioranza, non è in grado di far uscire il Paese dal declino al quale sembra inesorabilmente avviato. Prima di lui, un altro senatore, Willer Bordon, aveva pronunciato parole analoghe. Entrambi sostenevano che avrebbero votato sì alla legge di Bilancio per puro senso di responsabilità. (Vanity Fair, Anno IV - Centonovantacinquesima settimana Dal 12 al 19 novembre 2007)

la detassazione degli utili reinvestiti nelle produzioni cinematografiche voluta da Willer Bordon e Gabriella Carlucci. (Corriere della Sera 20/12/2007, pagg.1-15 Gian Antonio Stella)

[sui pianisti in Parlamento] Tutto questo non lo avremo più. Cancellato da uno scatto di decisionismo. E proprio adesso che il più agguerrito, Willer Bordon, si è autoeliminato dalla casta combattuta nei lustri. Nel corso di una celebre seduta (si votava la Cirami, la legge sul legittimo sospetto), Bordon girò un filmino e denunciò la maggioranza di centrodestra. Nell’occasione, Domenico Nania (An) lo chiamò «Killer Bordon» e Gavino Angius (Ds), con un’escursione nella metafisica, cercò di placare gli animi: «La votazione è valida. Del resto, anche se la moviola dimostra che un gol era irregolare, la partita non si ripete». (Mattia Feltri, La Stampa 11/6/2008).

In quanto a iniziative di peso, Willer Bordon, mica è da meno. Con bandana rossa al collo, ammicca sexy dal suo eccitante sito. C’è la Willer newsletter, avvincente. C’è anche Willer su YouTube, per chi avesse bisogno di altre dosi. In carne e ossa, gira l’Italia. Per presentare un libro? Macché. Willer è un tipo molto più sofisticato. Ha scritto una prefazione. Neanche da solo. Ma a quattro mani con la forzista Gabriella Carlucci. Per inciso, il libro l’hanno partorito altri. Titolo evocativo: ’Il mercante e l’artista’, (e chissà chi è l’artista della coppia) sulla fondamentale tax shelter per il cinema. Ma è solo un assaggio, aspettando il Willer evento previsto per l’autunno. L’astuzia massima. La straordinaria abilità, acquistata in vent’anni di piroette politiche, dell’omelette rivoltata. In192 pagine Bordon spiega ’Perché sono uscito dalla casta’. Chi? Bordon? Certo." In un Parlamento che non fa il suo lavoro non si può restare. Per fare politica occorre uscire dalla politica, questa è la mia scelta di vita". Ma non è stata la politica a mollare lui? (Marco Damilano Denise Pardo, L’espresso 7/8/2008)

Un giorno Willer Bordon, riuscito fortunosamente a esfiltrare in una trattoria, venne affrontato da un ufficiale in pensione: «La chiamo deputato - disse - perché onorevole sarà il mio pitale!».
(Martin Amis, la Repubblica 11/10/2009)

Il 4 febbraio 1996 viene visitato l’appartamento di Marco Pannella. Nello stesso periodo vengono visitati gli uffici di Willer Bordon e Clemente Mastella. (Filippo Facci, Libero 13/2/2010)