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 2010  aprile 17 Sabato calendario

L’ISOLA DELLE CENTRALI SI PREPARA ALL’EPR - A

Olkiluoto sta nascendo una centrale atomica. La terza centrale nucleare su quest’isola a metà della costa occidentale della Finlandia. Utilizza la stessa tecnologia francese che si sta costruendo a Flamanville, in Normandia: il nuovo reattore Epr dell’Areva. di proprietà della Tvo, un consorzio tra aziende elettriche e grandi consumatori industriali: lo stesso modello che si vuole adottare in Italia.
La centrale Olkiluoto 3 (in sigla: Ol3) è in costruzione a fianco degli altri due reattori vecchi di quarant’anni,l’Ol1 e l’Ol2.La Tvo sta già progettando una quarta centrale, l’Ol4; il via libera è atteso a giorni. E sta scavando un enorme deposito di scorie radioattive.
Il reattore Olkiluoto 3 sarà pronto tra un paio d’anni con un costo (fatti salvi i contenziosi) di tre miliardi di euro. In ritardo di tre anni, perché il costruttore Areva (con Siemens) ha avuto con il committente Tvo un bisticcio su tempi e costi. Un bisticcio che è arrivato sul tavolo di un arbitrato internazionale.
Olkiluoto è un’isola sulla costa bassa e tormentata da isole e laghi; è di granito rosso coperto da un bosco rado e basso, com’è tipico nel profondo Nord. In aprile i fiumi sono lingue di ghiaccio celeste e il mare – il golfo di Botnia, che separa la Finlandia dalla Svezia, è una fetta del Baltico ”è ghiacciato.Ma d’estate è trasparente come un vetro. Su quest’isola di mille ettari, 900 ettari sono chiusi dalla recinzione. Nel resto di Olkiluoto vive una popolazione dispersa di una trentina di abitanti.
Qualche famiglia di contadini (segale e altri cereali nordici) e di pescatori. Densità algerina di popolazione.
Hanno protestato quando le ruspe hanno cominciato a sbancare un angolo d’isola per costruire questa nuova centrale? No. E nemmeno quando nel ’ 69 era cominciata la costruzione delle centrali uno e due.
Ma hanno protestato sì, e si sono fatti sentire sui giornali locali, gli abitanti della vicina Eurajoki e quelli della cittadina di riferimento, il capoluogo Rauma, 40mila abitanti; attività primaria, la grande cartiera. Hanno protestato non per le due centrali costruite, non per la terza in costruzione o la quarta allo studio. Non per il deposito di scorie radioattive che già esiste e quello futuro che è in costruzione.
Hanno protestato, gli abitanti, quando la Tvo ha alzato a fianco delle centrali nucleari un’alta torre eolica, un grande "ventilatore" che produce corrente elettrica sfruttando la brezza del Baltico. Disturba il paesaggio – dicevano – e con le sue pale rotanti è una minaccia per gli uccelli migratori. Quell’elica bianca era un omaggio alle fonti rinnovabili, un totem che la Tvo aveva alzato a simbolo dell’energiapulita.Gli abitanti del comune di Eurajoki hanno protestato contro quell’elica. Le centrali atomiche vecchie di Olkiluoto (860 megawatt l’una con tecnologia Abb ora potenziate Westinghouse) sono due cubi altissimi dipinti con il colore rosso cocciopesto delle casette tradizionali sparse nella foresta finlandese. Di colore rosso sarà dipinta anche la nuova centrale, quella gemella delle future centrali italiane.
La vigna atomica più a nord del mondo
I due gruppi vecchi di Olkiluoto hanno un’efficienza energetica più alta perché usano l’acqua fredda del golfo di Botnia, e ciò alza il loro rendimento. Scaricano in mare acqua intiepidita. D’inverno l’acqua del mare gela (in questi giorni è ancora ghiacciata), ci si può passare sopra con un’auto,tranne davanti agli scarichi della centrale, che buttano nel golfo di Botnia acqua dalla temperatura mediterranea.
Con quell’acqua intiepidita riescono ad allevare storioni e a coltivare la vigna più settentrionale al mondo, una vigna che produce grappoli più a nord di Stoccolma, Oslo, San Pietroburgo o di Anchorage in Canada.
Il cupolone di 50 metri di diametro è stato alzato da una gru speciale ed è stato posato sull’edificio del reattore Ol3. Oggi la parte edilizia è arrivata a più del 90%. Sotto la cupola ruota – serve a movimentare l’enorme ferraglia del reattori e dei generatori di vapore – un carroponte girevole marchiato Eiffel, gruppo Eiffage. Quando il 31 marzo 1889 – erano i tempi della macchina a vapore e dei dirigibili – inaugurò la torre più famosa al mondo, Gustave Eiffel non poteva immaginare che un giorno futuro, più di un secolo dopo, la sua società di costruzioni meccaniche avrebbe fornito parti per un reattore atomico.
La torre di babele
Il bunker colossale che sotto il cupolone a strati di acciaio e cemento armato ospiterà il reattore è pronto. Muraglie nucleari. Spessori blindati. Circa 2.500 stanze. I montanti su cui saranno posati i generatori di vapore sono già allestiti: pilastri d’acciaio marchiati Areva. Le squadre di polacchi – elmetto, scarponi di sicurezza e la giubba con marchi come Energetyczna o BadawczoRozwojowy – stanno montando le tubazioni e i fasci di cablaggi.
Ora lavorano alla costruzione 3.800 addetti. La centrale è una torre di babele con una sessantina di nazionalità differenti. Ovviamente, molti sono finlandesi. Uno su quattro, il 25%. Molti sono francesi (7%) e tedeschi (17%), che si aggirano con la cravatta da ingegneri e i rotoli dei disegni tecnici sottobraccio, perché la tecnologia è di Areva insieme con Siemens. Poi ci sono gruppi di estoni, di slovacchi, di croati.
Due milioni di cavalli vapore
La comunità più forte è quella degli operai polacchi. Sono il 25% della forza lavoro nella costruzione del gruppo tre. Tra i boschi di abete rosso (picea abies) e betulla (betula alba) occhieggiano i villaggi provvisori polacchi. Baracche da cantiere ordinate e pulite, e al vento baltico sventola la bandiera biancorossa della Polonia. I capisquadra di questa babele nucleare devono parlare quattro lingue: l’inglese internazionale, il finlandese dei committenti, il francese degli ingegneri e la lingua dei loro operai.
Intanto è già montata, nell’edificio a fianco del cilindro nucleare, la parte di generazione elettrica. Tre turbine Siemens su un solo asse. Insieme hanno la potenza di 2 milioni di caval-li, più o meno 5mila Ferrari 360.