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 2010  aprile 15 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BRAGGIOTTI

Gerardo"

2010
• Nel 1997 si era consumato il dramma della rottura tra Maranghi e Gerardo Braggiotti, passato a Lazard, che neppure Cuccia era riuscito a evitare. Un dissidio maturato intorno a visioni opposte delle strategie di Mediobanca: Braggiotti vuole l’acquisizione di Lazard, caldeggia una fusione tra Comit e Credit, azioniste di Mediobanca, ma Cuccia e Maranghi preferiscono preservare il peculiare equilibrio per cui la controllata influenza la controllante (e questo richiede che le due banche restino separate).
Fonte: Stefano Feltri, il Fatto Quotidiano 31/3/2010;

• Fece scalpore, al Clubino di Milano, quella [l’esclusione] di Alessandro Benetton nel 2007 (pare che, anni prima, fosse andata male anche a Gianmarco Moratti): un terremoto, anche perché la proposta e la presentazione aveva coinvolto soci eminenti come Gerardo Braggiotti.
Fonte: Enrici Mannucci, Sette 11/3/2010

•Il consiglio di amministrazione di Banca Leonardo nei giorni scorsi ha proposto di assegnare ai soci 280 milioni, 20 di dividendo «ordinario» e 260 a titolo «straordinario», in entrambi i casi attingendo alle riserve. Fra i soci c’è ovviamente il fondatore Gerardo Braggiotti. proprietario fin dall’inizio del 5% circa di azioni ti tipo B che gli conferiscono, oltre ad alcuni poteri di governance, diritti speciali sui dividendi, che tuttavia non vengono applicati in questo caso perché si tratta appunto di distribuzione di riserve. Il banchiere ex Mediobanca ed ex Lazard, in tutto «si» restituirà 14 milioni circa. […]
Braggiotti ha rapporti diretti e consolidati con molti dei suoi azionisti, ma addio al private equity ed extradividendo segnalano che sono più vicine novità nell’azionariato, quotazione della banca o accordi di partnership?
Fonte: S. Bo., Corriere della Sera 02/02/2010

2009
• Dopo la morte improvvisa mercoledì a 61 anni del numero [dalla Lazard] uno Bruce Wasserstein […] in Italia qualcuno pensa a una banchiere che a spasso non è, cioè a un ritorno di Gerardo Braggiotti, l’ex Medio­banca chiamato in Lazard da Antoine Bernheim e uscito dalla maison nel 2005 in contrasto proprio con Wasserstein sulla quotazione in Borsa. ”ipotesi è suggestiva, ma forse non realizzabile: i contrasti che hanno portato Braggiotti a uscire sono stati violenti; ed è difficile pensare che il banchiere oggi alla guida di Banca Leonardo (che ha per soci forti gli ex partner di Lazard che con lui hanno «rotto » con Wasserstein) si muova lasciando tutto dietro di sé. E un’operazione Leonardo-Lazard non pare realistica. […] In Italia i rapporti con Mediobanca cambiano fino alla crisi quando Vincenzo Maranghi ottiene da Cuccia la testa di Braggiotti. Che Bernheim chiama in Lazard. E nell’aprile del ”99 il numero uno di Mediobanca «licenzia» a Trieste il banchiere francese. L’ultimo imperatore unifica le tre Lazard. Chiama Wasserstein per ridare vita alla banca. Ma sarà proprio Bruce a sferrare l’attacco: vuole la quotazione in Borsa, contro Da­vid- Weill e la «vecchia guardia». Lo scontro si consuma nella storica sede parigina in Boulevard Haussmann nell’ottobre 2004. Wasser­stein vince. I banchieri vicini a David-Weill, compreso Braggiotti, se ne vanno.
Fonte: Sergio Bocconi, Corriere della Sera 17/10/09

• La finanza aveva i suoi validi alfieri in Gerardo Braggiotti.
Fonte: Margherita Dalmonte, MilanoFinanza 10/1/2009

2008
• la rinuncia della Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti all’acquisto del fondo Bs, i cui partner hanno annunciato che porteranno la banca in tribunale chiedendo il rispetto del contratto firmato nel maggio scorso, prima che esplodesse la crisi dei mercati.
Fonte: Edmondo Rho, Panorama 4/12/2008, pagina 171

• Enrico Cuccia decise che era giunto il momento di una svolta manageriale e Leopoldo acconsentì che il delfinogenero (aveva sposato la figlia Cecilia) prendesse il suo posto. A spingere in questa direzione era stato anche, secondo alcune ricostruzioni interne a Mediobanca, quel Gerardo Braggiotti allora direttore del servizio finanziario di via Filodrammatici e che non a caso, soprattutto negli anni della Telecom, è diventato il consulente finanziario più ascoltato da Tronchetti.
Fonte: Ascesa e declino dell’uomo che sognava di essere l’Avvocato di Giovanni Pons, Affari & finanza, 41/11/2008, pag. 9

• Ad aiutar [Roberto Bazzano] nell’impresa [portare in Borsa l’Amga] è nientemeno che Enrico Cuccia, dominus di Mediobanca, il quale lo affida alle cure di Gerardo Braggiotti.
Fonte: Luca Fornovo, ”La Stampa” 18/10/2008

• Banca Leonardo è la banca rilanciata nell’aprile 2006 da Gerardo Braggiotti, il genietto della finanza che fu cacciato – al pari di Matteo Arpe - da Mediobanca e gode di rapporti privilegiati con la Fiat e la finanza francese.
Fonte: Dagospia 17/9(2008

• [Metà anni ”90] Anzi, Profumo cominciò a criticare apertamente Vincenzo Maranghi, il delfino di Enrico Cuccia: ”Non capisce che sono cambiati i tempi”». Era quello che sosteneva anche Cesare [Gerardo] Braggiotti, giovane direttore generale di Mediobanca. Appoggiato dalla coppia Profumo-Rondelli e da altri azionisti, Braggiotti stava conducendo una battaglia interna per trasformare l’istituto da holding di partecipazioni della finanza italiana a banca d’investimento moderna capace di competere sul mercato internazionale.
Fonte: Sch. N. 160284

• Gianluca Braggiotti, fratello di Gerardo, allora manager Olivetti.
Fonte: Il Sole 24 ore 2 marzo 2008, Paolo Madron

2007
• Rasfin (acquistata nel 2007 dalla Banca Leonardo di Gerardo Braggiotti) • «[...] il manager che nel dicembre 1997 è uscito da Mediobanca un’ora dopo il ”licenziamento” del banchiere passato in breve tempo alla maison francese Lazard. Braggiotti era entrato in conflitto con Vincenzo Maranghi e, se in un primo momento Enrico Cuccia aveva mediato nominando anche Braggiotti segretario del consiglio di amministrazione, alla fine la rottura si era consumata. Braggiotti era stato invitato a lasciare e Notarbartolo, che nell’istituto milanese era allora responsabile dei collocamenti, l’aveva seguito subito. [...]»
Fonte: Sergio Bocconi, ”Corriere della Sera” 11/10/2007.

• Lo statuto della Gpm, oltre ad attivare una serie di meccanismi che nella sostanza, lasciano, per ora le redini gestionali in mano al capo-famiglia, prevede la costituzione di un comitato di probiviri affidato a Piergaetano Marchetti, Gerardo Braggiotti e Francesco Chiappetta.
Fonte: La Repubblica 21/08/2007, pag.36 Ettore Livini

• Ultimamente si erano un po’ beccati, per via che l’ex capo della Telecom nella trattativa per vendere le sue azioni del colosso telefonico si era affidato a Gerardo Braggiotti, ma poi tutto si è risolto.
Fonte: Paolo Madron, Panorama 3/8/2007 (da Dagospia 27/7/2007

• Il 4 luglio a Torino, nel cinquantesimo anniversario del lancio della prima 500 (o più esattamente della seconda dopo la mitica Topolino), è stata presentata la nuova 500, [tra i] presenti: Braggiotti.
Salvatore Tropea, la Repubblica 6/7;

• Alessandro Profumo: con Unicredit annunciava di voler acquisire la Comit mentre da Torino il Sanpaolo cercava l´affondo sulla Banca di Roma. Una manovra a tenaglia, con la Lazard di Gerardo Braggiotti a far da consulente ai due attaccanti, respinta da Cuccia e Geronzi su indicazione del governatore Antonio Fazio.
Fonte: La Repubblica 18/05/2007, pagg.1-11 GIOVANNI PONS

• Ora quegli stessi banchieri si sentono traditi, poiché il numero uno di Pirelli [Tronchetti Provera] si è rivenduto quell´offerta informale a 2,7 euro con l´amico messicano e i suoi alleati americani riuscendo a spuntare un impegno non vincolante a 2,82 euro. Ma prima di domenica non una parola né a Corrado Passera, che aveva tenuto in mano le trattative con Mediobanca per due settimane, né a Gerardo Braggiotti, suo advisor di fiducia, né al super presidente Giovanni Bazoli.
Fonte: Giovanni Pons, La Repubblica 3/4/2007

• Gerardo Braggiotti, il banchiere più ascoltato da Tronchetti.
Fonte: Sch. N. 134062

• Se andrà in porto l´operazione di scissione da Pirelli l´unico vero sconfitto sarà Gerardo Braggiotti, storico consulente di Tronchetti Provera che gli consigliò nel 2001 di investire nelle tlc pagando 4,17 euro per ogni azione Olivetti. Braggiotti ha tentato lunedi scorso di farsi assegnare il mandato a vendere l´80% di Olimpia che avrebbe voluto gestire insieme a Banca Intesa. Ma Tronchetti Provera ha preferito non rompere i legami con Mediobanca e con Capitalia, istituzioni che lo hanno sostenuto in tutti questi anni anche con finanziamenti lungo tutta la catena di controllo del gruppo
Fonte: Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 17/3/2007

•«Vi chiedo scusa, ma in questa intervista parlerò in francese. Stavo imparando l´italiano quando, nel ´99, sono stato allontanato dalle Generali – che durante la mia presidenza avevano triplicato la capitalizzazione – semplicemente perché Gerardo Braggiotti aveva deciso di trasferirsi da Mediobanca alla Lazard. Ero così indignato che non ho avuto più il coraggio di parlare la vostra lingua, anche quando, nel 2002, sono tornato al vertice della compagnia». Antoine Benheim
Fonte: Andrea Greco - Roberto Rho, la Repubblica 7/2/2007

2006
• Quando [Matteo Arpe] ha saputo che Gerardo Braggiotti guardava al dossier CapIntesa, ha creduto che i francesi si stessero muovendo e ha reagito superando la soglia del due per cento nell’azionariato di Intesa, bloccando i milanesi. [...]» (’Il Foglio” 16/3/2006).

• Poi c´è il partito del presidente, cioè di Antoine Bernheim, dietro il quale ci sono i francesi (molto forti in Mediobanca), e che può contare sull´alleanza-amicizia di Gerardo Braggiotti, banchiere d´affari dall´intelligenza quasi imbarazzante e da contatti che si estendono ovunque.
Fonte: La Repubblica 10/12/2006, pag.54 Giuseppe Turani

• Banca Leonardo, la nuova creatura di Gerardo Braggiotti. […]
Ma nel caso di Braggiotti i soci sono stati avvertiti prima, dunque la credibilità di cui gode il banchiere nato a Casablanca e con studi a Parigi e Londra, sembra sia il principale asset su cui si basa la nuova impresa. Forte di questa leva Braggiotti, come un tempo Cuccia, ha voluto al suo fianco i grandi nomi della finanza e dell’industria che poi sono anche i suoi potenziali clienti. Un esempio per tutti. L’Ifil Investissment, holding controllata dalla famiglia Agnelli, si è recentemente fatta assistere da Braggiotti nel contestato equity swap su azioni Fiat che ha permesso alla holding di mantenere la presa sul gruppo automobilistico oltre il 30%. Diventando socio della Banca Leonardo, Ifil sa che qualsiasi mandato verrà assegnato in futuro a Braggiotti in parte verrà assegnato a se stessa in quanto partecipante all’azionariato. Il conflitto d’interessi è evidente come lo è sempre stato per Mediobanca che infatti in ogni bilancio è costretta a iscrivere nelle parti correlate operazioni per diversi miliardi di euro. Ma questa è anche la logica del salotto, che Braggiotti sembra intenzionato a perpetuare nel tempo seppur corroborata da una visione del business più internazionale. […] Braggiotti e la sua Banca Leonardo si candidano a diventare una nuova stanza di compensazione di interessi diversi che necessariamente si verranno a contrapporre nello svolgersi delle varie operazioni di finanza straordinaria in cantiere a livello europeo. Non solo boutique finanziaria sul modello Lazard, Braggiotti lo ha fatto capire nel suo discorso alla prima linea della banca tenuto dopo l’investitura di venerdì scorso. Molto rilassato, deciso, votato all’ottimismo come qualsiasi imprenditore che si cimenta in una nuova avventura, Braggiotti ha illustrato le quattro gambe su cui si sosterrà Leonardo.
Fonte: Affari & Finanza La Repubblica 03/05/2006, pag.9 Giovanni Pons
Vedi Sch. 121439

• Enrico Braggiotti (padre di Gerardo).
Fonte: Il Foglio 18/01/2006, pag.1