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 2010  aprile 11 Domenica calendario

CITAZIONI DA CARDINALE

In questi giorni, la storia del Novecento è stata tirata per la giacchetta da vari prelati della Chiesa cattolica, che hanno inteso così rispondere alle accuse contro il Vaticano per lo scandalo pedofilia. In particolare il cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio, ha assimilato la presunta offensiva internazionale contro papa Ratzinger a quelle scatenate contro Pio X ai tempi del modernismo, contro Pio XII riguardo al suo "silenzio" sulla «Soluzione finale», contro Paolo VI per l’enciclica Humane Vitae .
Piuttosto che tali situazioni novecentesche, una storia ben diversa – e ben più risalente – meriterebbe di essere evocata. Una storia lunga quattrocento anni, dai tempi del Concilio di Trento fino ai tempi del Concilio Vaticano II: la storia dei modi in cui la Chiesa ha cercato di combattere una piaga interna sempre aperta, quella degli abusi sessuali commessi dai sacerdoti sulle pecorelle del gregge.
La dolorosa vicenda del reverendo Murphy, il sacerdote del Wisconsin che molestò dal confessionale generazioni intere di giovani sordomuti americani ed è assurto ora a simbolo planetario dello scandalo pedofilia, non c’entra proprio nulla con i cattolici modernisti di primo Novecento, né con gli ebrei perseguitati dai nazisti sotto il papato di Pio XII.
Per capirla davvero, bisogna conoscere vicende come quelle raccontate nei libri di Adriano Prosperi, autorevolissimo docente della Scuola Normale di Pisa. Bisogna sapere che la cosiddetta sollicitatio ad turpia
(cioè l’abuso della confessione a scopo di molestie sessuali) è stata fin dal Cinquecento un vero e proprio incubo per la Chiesa di Roma, appunto perché innumerevoli erano i casi di sacerdoti che si macchiavano di tale delitto: il medesimo che ancora in un documento riservato del 1962, Crimen sollicitationis,
il Vaticano avrebbe vincolato al segreto più assoluto.
Se si vuole scomodare la storia del passato in relazione al tempo presente, che si scomodi la storia giusta.