Giulio Benedetti, Corriere della Sera 08/04/2010, 8 aprile 2010
«INSUCCESSI A SCUOLA? RIPARTIRE DALLE MEDIE»
«INSUCCESSI A SCUOLA? RIPARTIRE DALLE MEDIE» ”Claude Thèlot, uno dei più grandi esperti di problemi scolastici’ ha presieduto nel 2003 per conto del Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac la commissione che ha organizzato il dibattito sul futuro della scuola di quel paese coinvolgendo oltre un milione di persone – è a Roma per partecipare al convegno sul tema «La scuola dell’obbligo tra conoscenze e competenze». Quale è il principale problema dei sistemi scolastici europei? «L’insuccesso di troppi ragazzi. In Francia il 15 per cento dei giovani escono dalla scuola dell’obbligo con insufficienti conoscenze fondamentali e con grandi difficoltà nell’applicazione di queste nella realtà. Nel resto d’Europa accade più o meno la stessa cosa. Questo rappresenta un problema perché nella vita il successo di una persona dipende dall’acquisizione o meno di una base di competenze indispensabili». Cosa intende per competenze? «Conoscenze, capacità di applicarle in diversi contesti, attitudini e atteggiamenti mentali che favoriscono l’iniziativa autonoma e la capacità di apprendere a lavorare insieme agli altri». Dove e perché la scuola fallisce, almeno in parte, la sua missione? «In Francia’ ma anche in Italia’ i maestri di scuola elementare hanno sempre trasmesso delle competenze ai bambini. Ma al "collège" (un ciclo di 4 anni che va dagli 11 ai 15 corrispondente alle medie, ndr) questo risulta molto più difficile perché i docenti sono troppo concentrati sulle discipline che insegnano. Dovrebbero aiutare i propri studenti ad andare al di là della loro materia: ma la amano troppo, al punto di considerarla un fine e non un mezzo». Cosa si può fare per ridurre l’insuccesso nella scuola dell’obbligo? «Il docente deve fare le sue ore di lezione tradizionale, ma deve anche spendere del tempo per accompagnare i progressi dei suoi alunni, soprattutto di quelli con maggiori difficoltà». Un consiglio pratico? «Naturalmente occorre cambiare pure la formazione iniziale del docente, che deve essere incentrata anche sui progressi della personalità dei ragazzi. E poi occorre offrirgli assistenza professionale durante tutta la sua carriera. Nella politica educativa del XXI secolo l’insegnante deve diventare uno specialista del successo di tutti i suoi allievi». Giulio Benedetti