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 2010  aprile 09 Venerdì calendario

LA STORIA DI ROZA, DALLE AMBASCIATE ALLE BARRICATE

Viene anche lei da una rivoluzione "colorata", come Yulia Tymoshenko in Ucraina e Nino Burdzhanadze in Georgia, e in seguito, come loro, ha preso le distanze dall’uomo aiutato a salire il potere. Roza Otunbajeva, però, è ancor più straordinaria delle colleghe: in Asia centrale, sono davvero poche le donne riuscite a salire tanto in alto. Un chiaro trasferimento dei poteri non sembra esserci stato, e gli Stati Uniti stanno ancora valutando la legittimità del nuovo governo provvisorio di Bishkek. Ma oggi il Kirghizistan è in mano a Roza, 59 anni, nata a Osh quando il suo paese era ancora Unione Sovietica: lei ha tutte le ambizioni di diventarne il presidente.
Le armi diplomatiche non le mancheranno: ci ha passato la vita, in certi ambienti. Dopo essersi laureata in filosofia all’Università di Mosca, partì con il Partito comunista dal consiglio regionale di Frunze - il nome sovietico di Bishkek,capitale kirghiza-per approdare all’Unesco, e poi divenire ambasciatore dell’Urss in Malesia.
Dopo il 1991 il primo presidente del Kirghizistan indipendente, Askar Akajev, la scelse come ministro degli Esteri e vicepremier, incarichi intervallati da quello di primo ambasciatore kirghizo a Washington, e poi a Londra. Roza Otunbajeva è stata anche vicecapo della missione delle Nazioni Unite in Georgia tra il 2002 e il 2004, proprio durante la Rivoluzione delle rose di Tbilisi. La fase più politica della sua carriera inizia cambiando fiore, con la Rivoluzione dei tulipani che destituì Akajev, ma in breve Roza prese le distanze dal nuovo leader, Kurmanbek Bakijev, accusandolodi quella stessa corruzione e nepotismo che avevano macchiato il regime precedente, lavorando per introdurre una nuova Costituzione democratica. Nel 2007 la Otunbajeva entrò in parlamento con il Partito socialdemocratico di opposizione, circondata da funzionari di alto rango come lei, divenendo capo del gruppo parlamentare.
Roza Otunbajeva, che parla correntemente russo ma anche inglese, è considerata una liberale moderata, rispettata negli ambienti internazionali, vicina al Cremlino là dove il legame con Mosca del suo predecessore si era incrinato anche a causa della presenza degli Stati Uniti nella base aerea di Manas. Ieri Vladimir Putin è stato il primo leader straniero con cui lei ha parlato al telefono, il primo a riconoscerla come leader, il primo che ha offerto sostegno e che lei ha ringraziato. «Siamo grati alla Federazione russa per il grande aiuto fornito in questi giorni nel denunciare questo regime criminale », ha detto Roza riferendosi a una violenta campagna che i media russi avevano ingaggiato contro Bakijev, quasi a preparare gli eventi. Nel suo primo intervento Roza si è impegnata a ridurre i prezzi di gas ed elettricità- scintilla delle proteste - e a recuperare alcune attività che ha definito «privatizzate illegalmente». Gli Stati Uniti non ritengono che quanto è avvenuto a Bishkek sia un golpe sponsorizzato da Mosca contro Washington: le persone che " si suppone" siano salite al potere non sono anti-americane. Lo ha detto ieri a Praga Michael McFaul, consigliere per la Russia alla Casa Bianca: « tutta gente con cui abbiamo avuto contatti per diversi anni. Non si tratta di un golpe contro l’America, questo possiamo dirlo con certezza ». Ma dopo aver ipotizzato una dichiarazione congiunta di Barack Obama e Dmitrij Medvedev sul Kirghizstan, da Praga non è giunto nulla: mentre a Washington un alto funzionario della Casa Bianca ha lasciato in sospeso il giudizio su Roza Otunbajeva, e con quello il riconoscimento del suo governo provvisorio:«L’interazione con loro- ha spiegato- dipenderà dalla strada che imboccano. Il nostro interesse sta nel ritorno a un governo democratico e costituzionale».