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 2010  aprile 08 Giovedì calendario

AL QUARTO TENTATIVO MERCEDES AZZECCA LE NOZZE GIUSTE

Domanda inevitabile: perché stavolta dovrebbe funzionare? Brucia ancora, nella storia delle grandi alleanze industriali, la sventurata fusione che portò nel 1998 alla nascita di DaimlerChrysler e che si concluse dopo nove anni di tormenti con un traumatico divorzio. Ma quell’avventura, spiegano i manager tedeschi, nasceva da basi diametralmente opposte: non fu mai, a dispetto dei capitolati, una «merger of equals», un «gemellaggio fra pari», perché Daimler si rivelò subito dominante e quella Chrysler assai poco competitiva. Inoltre i due gruppi producevano modelli troppo simili che, anziché sfruttare le sinergie, finivano per farsi concorrenza.
Con Renault, invece, è ipotizzato un percorso intelligente, che porterà i due partner a colmare le rispettive lacune di prodotto partendo da piattaforme e tecnologie già collaudate.
Per Daimler è la quarta volta. Matrimoni «minori», oltre a quello infelice con Chrysler, sono stati celebrati anche con Hyundai e Mitsubishi. La joint-venture con i coreani durò meno di 4 anni e si limitava ai veicoli commerciali. I tedeschi cedettero nel 2004, per 900 milioni di dollari il 10,5% di azioni acquistate a 571,6 milioni, ricavandone perlomeno un buon utile.
Con i giapponesi, invece, venne tentata (e persa) la scommessa Smart Forfour. La versione a 5 porte e 4 posti della piccola di famiglia non decollò. Venduta in poche decine di migliaia di esemplari, uscì di scena nel 2006, a meno di due anni dal debutto. Tuttavia Daimler detiene ancora il 100% delle quote di Mitsubishi Veicoli Industriali. Inoltre i giapponesi continuano a fornire i motori a benzina della citycar a due posti: almeno fino a quando non debutterà la nuova famiglia Smart della fresca alleanza con i nippo-francesi.
In cantiere c’è adesso un’altra Smart a 4 posti, verrà costruita dal 2013 nello stabilimento Renault in Slovenia. «Stavolta funzionerà perché sarà in realtà una piccola Mercedes», assicurano in Daimler. Di certo non avrà i costi esorbitanti della prima serie, perché utilizzerà il moderno pianale della Twingo e sarà una vettura di appeal, in grado di cavalcare le tendenze. Il primo frutto concreto dell’alleanza sarà però, nel 2012, un commerciale leggero per la distribuzione urbana, uno Small Van prodotto in Francia con il doppio marchio.
Le incognite, rispetto all’avventura con Chrysler, oggi sono decisamente ridotte proprio per il diverso Dna dei due gruppi. Uno specialista nei segmenti compatti e leader nella sempre più importante tecnologia elettrica, oltre che fortemente radicato (grazie a Nissan) sui mercati asiatici. L’altro consolidato tra i brand del lusso e molto potente anche in America. Nel frattempo il mondo è molto cambiato, la necessità di «ingrandirsi» per fronteggiare la concorrenza (e una inevitabile selezione) si manifesta improrogabile, come aveva profetizzato Sergio Marchionne.
L’alleanza renderà entrambi più forti. la strada già collaudata con straordinario successo da Volkswagen, virtualmente primo costruttore mondiale grazie a una costellazione di marchi e a una presenza capillare sull’intero scenario globale.