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 2010  aprile 08 Giovedì calendario

YALE, CASTI PER FORZA

Siamo a Yale, niente sesso. Dopo oltre un quarto di secolo di vivaci dibattiti la prestigiosa università di New Haven è arrivata alla conclusione di dover «proibire da subito» ogni tipo di «relazione sessuale fra docenti delle facoltà e studenti» come fra «studenti già laureati e non» con la postilla che «per studenti si intendono tutti coloro che si trovano a Yale». A farlo sapere a docenti e alunni è toccato a Charles Long, vice amministratore dell’ateneo, con una circolare che lo vede concludere una crociata che proprio lui iniziò nel 1983.
La motivazione della decisione, adottata dal consiglio del prestigioso ateneo del New England, è redatta sul modello delle sentenze anglosassoni ovvero «tenendo conto dei precedenti». Ecco di cosa si tratta: «Siamo stati testimoni nel corso degli anni di molte storie d’amore che hanno visto come protagonisti componenti del personale delle facoltà e studenti, in alcuni casi sono finite bene ma in molti altri hanno invece avuto esiti distruttivi per gli alunni e la nostra responsabilità è di proteggere gli studenti da comportamenti che li danneggiano, impedendogli di perseguire gli obiettivi che si sono dati arrivando qui». Come dire, è l’intenzione di tutelare i più giovani e vulnerabili da tempestose avventure di letto a motivare la decisione dell’ateneo.
La svolta di Yale sta nel fatto che finora la proibizione di «fare sesso» riguardava solo docenti e altri «membri delle facoltà» che avevano «dirette responsabilità pedagogiche» sullo studente con il quale intrattenevano la relazione, adesso invece il divieto viene esteso a tutti. Un insegnante di matematica non potrà dunque avere più una relazione, anche solo occasionale, con una studentessa di lettere come una docente di filosofia non potrà avere rapporti intimi con un ricercatore della scuola di medicina. Non solo: la proibizione viene estesa anche «ai rapporti fra giovani matricole e studenti già laureati» andando a creare una barriera nelle relazioni sociali fra i due gruppi di alunni che da sempre interagiscono con maggiore vivacità fuori dalle aule, durante gli eventi sociali che scandiscono la vita del campus.
Essere riuscito a raggiungere tale obiettivo per Charles Long significa coronare una battaglia che si è rivelata lunga e difficile. Più volte l’obiettivo era sfuggito in extremis, per un ripensamento o causa di una storia personale. Da qui la decisione di Long di parlare a ruota libera, per la prima volta, con la stampa del campus: «Anche questa volta il dibattito nel consiglio delle Arti e delle Scienze è stato molto movimentato ma tutto si è risolto quando uno dei personaggi più autorevoli ha preso la parola dicendo con chiarezza che Yale non chiede ai genitori di mandare qui i loro figli per poi farli andare a letto con i professori o con studenti più grandi di loro».
In concreto ciò significa che d’ora in avanti chiunque vorrà fare sesso nella città universitaria immersa nel verde dovrà fare attenzione a scegliersi dei partner che rientrino nei rigidi confini del proprio gruppo: docenti con docenti, studenti con studenti, laureati con laureati. «Gli incroci non sono più possibili» afferma soddisfatto Long, secondo il quale «c’è molta soddisfazione in giro».
In realtà le lamentele non mancano. Su bacheche, siti Internet, blog e pagine delle lettere dei fogli studenteschi sono in molti ad accusare il consiglio dell’ateneo di aver varato una «grave discriminazione» perché, come scrive una ragazza di nome Joan, «i nostri predecessori venivano qui e potevano fare sesso con chi volevano, noi invece dovremo chiedere la carta di identità ad ogni eventuale partner». L’obiezione, proprio come la tesi, si basa sulla regola del precedente. Ma ormai il nuovo regolamento è stato varato e a Yale non si potrà più fare sesso come avvenuto fino ad oggi. Saranno le statistiche sulle iscrizioni a partire dal prossimo anno a suggerire se la svolta ha aumentato o diminuito la capacità di attrazione dell’ateneo nei confronti delle nuove generazioni.