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 2010  aprile 08 Giovedì calendario

VIDEO E TELEFONINI COS SI SGRETOLA IL MURO DI PYONGYANG - SEUL

Sulla Corea del Nord, una delle nazioni più impenetrabili al mondo, incombe una nuova minaccia: alcune reti di nordcoreani stanno facendo trapelare all´estero informazioni su come si vive nel loro Paese, in particolare alla Corea del Sud e agli alleati occidentali. Questi network sono stati creati a opera di un gruppetto di disertori e di attivisti sudcoreani che si battono per il rispetto dei diritti umani e che utilizzano telefoni cellulari per fare breccia nel black-out dell´informazione, completo e assoluto, che vige in Corea del Nord. Per mettere insieme queste reti di informatori, alcuni reclutatori si intrufolano in Cina di nascosto per promuovere l´aiuto dei pochi nordcoreani autorizzati a viaggiare, affinché forniscano i telefoni cellulari da contrabbandare attraverso la frontiera, e quindi postano i messaggi di testo trasmessi via telefono o in altro modo sui siti web.
La loro missione è estremamente rischiosa. I reclutatori impiegano mesi interi a individuare e persuadere i potenziali informatori, cercando al contempo di eludere gli agenti della polizia cinese e di quella nordcoreana impegnati a ostacolare il loro lavoro. I nordcoreani devono far fronte a rischi ancora maggiori, perché esporsi può significare l´arresto e anche la morte. Il fatto stesso che simili notizie siano trapelate è qualcosa di assolutamente rivoluzionario per un sistema repressivo spietatamente efficiente, che ormai da decenni tiene in pugno e segregata dal mondo la popolazione, mentre altre società altrettanto chiuse poco alla volta e con riluttanza hanno bene o male accettato qualche forma di interferenza da parte di un mondo sempre più interconnesso.
«Nel vuoto totale di informazione, tipico della Corea del Nord, qualsiasi ghiotta e frammentaria notizia – seppur nel mare di semplici voci – torna utile», dice Nicholas Eberstadt, studioso dell´American Enterprise Institute che da decenni segue da vicino le calamità economiche del Paese e della popolazione. Di questi scampoli di informazione sulla recente crisi valutaria dice che «in passato non si riusciva a saperne alcunché. Mentre adesso è affascinante osservare la spinta che proviene dal basso della società nordcoreana».
Il primo sito web è stato aperto cinque anni fa e oggi è affiancato da altri quattro. Almeno tre di essi sono in parte finanziati dal Congresso degli Stati Uniti tramite il National Endowment for Democracy. Le notizie riportate su Internet in genere sono servite ad aprire gli occhi ai sudcoreani, fornendo loro la rara possibilità di gettare un´occhiata dietro la cortina del cosiddetto "Hermit Kingdom" (il regno isolato dal resto del mondo) senza la censura dei loro rispettivi governi, che si tratti degli anticomunisti che presentano la Corea del Nord nella sua luce peggiore, o dei liberal che tengono segrete le cattive notizie nel timore di mettere a repentaglio qualsiasi chance di procedere a una distensione.
«Sono fiero del mio lavoro» dice Mun Seong-hwi, un disertore diventato giornalista Web, che lavora con gli informatori e utilizza uno pseudonimo per proteggere i familiari rimasti in patria. «Aiuto il mondo esterno a vedere dal di dentro la Corea del Nord». Degli 8.400 agenti che la Corea del Sud ha inviato oltre confine, tra la fine della guerra coreana nel 1953 e il 1994, sono rientrati in patria soltanto 2.200, ovvero uno su quattro. Alcuni hanno scelto di passare di campo, secondo gli ex agenti, ma molti altri sono rimasti uccisi. Ancora nel 2008, quando il leader nordcoreano Kim Jong Il ha avuto un ictus, a darne notizia sono state le intercettazioni a distanza più che le spie in loco. Gli agenti sudcoreani hanno intercettato un messaggio di posta elettronica contenente le sue tac craniche, riferisce la rivista Monthly Chosun.
Ma i siti sono pieni di trappole. I telefoni cellulari funzionano sulle reti di telefonia mobile cinesi, quindi soltanto nel raggio di pochi chilometri dal confine cinese. Poiché i nordcoreani non sono liberi di spostarsi e di viaggiare nel loro Paese, i siti web sono costretti a dipendere in massima parte da coloro che vivono più vicini alla Cina. Oltre a ciò, Ha Tae-keung, che dirige uno di questi siti dice che alcune fonti sono portate a esagerare ciò che dicono, nella speranza di guadagnare i bonus che egli offre per gli scoop. Nel frattempo lui e altri operatori di siti Internet corrono il pericolo di incappare in qualche "manipolatore" di informazioni che nel Nord fabbrica in proprio finte notizie. In ogni caso Ha afferma che la qualità delle informazioni sta migliorando a mano a mano che i siti su Internet reclutano più disertori che hanno lasciato posti di lavoro governativi rimanendo però in contatto con i loro ex colleghi, spesso proprio grazie al cellulare.
«Questi informatori passano le notizie perché si sentono insicuri sul futuro del regime e vogliono allacciare un contatto con il mondo esterno, o per la loro amicizia con i disertori che lavorano per noi o per i soldi».
Malgrado le precauzioni, però, ogni tanto gli informatori sono colti in flagrante. All´inizio di marzo il sito web di Ha ha riferito che l´operaio di una fabbrica di armi era stato arrestato perché trovato in possesso di un telefono cellulare: l´uomo ha confessato di aver passato informazioni alla Corea del Sud e un´altra fonte ha fatto sapere qualche giorno dopo che quell´operaio è stato giustiziato da un plotone di esecuzione in pubblico.
© The New York Times/
la Repubblica
Traduzione di Anna Bissanti