Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 07/04/2010, 7 aprile 2010
LO SVILUPPO SICILIANO AFFIDATO A UN 94ENNE
Raccontano le leggende che Galeria Copiola, attrice e danzatrice, arrivò a esibirsi più volte alla corte di Pompeo e di Cesare Augusto dopo aver compiuto i novant’anni. E che Luceia, altra attrice dell’antica Roma, si avventurò sulle scene quando già era centenaria. Quanto ad Attila, si narra che esalò l’ultimo respiro alla veneranda età di 121 anni. Per quale motivo esattamente pare sia una questione dibattuta. La teoria più accreditata è che sarebbe stato ammazzato da un sovraccarico di sesso: il giorno prima aveva sposato una giovane principessa assai piacente.
Non c’è dunque da stupirsi se Raffaele Lombardo, viceré di Sicilia in forza prima di una investitura berlusconiana e poi di un’autoinvestitura antiberlusconiana, ha deciso di affidare una consulenza per lo sviluppo economico e le politiche industriali a Domenico La Cavera, 94 anni, presidente onorario regionale di Confindustria. Della quale fu il primo presidente nel lontano 1950, quando Berlusconi suonava in un complessino con Confalonieri, il presidente del Senato Schifani aveva ancora un ciuffo di capelli sulla fronte e Angiolino Alfano era ancora nel mondo degli angioli. Dice il governatore siciliano che il vegliardo consulente gli era assolutamente indispensabile: «La sua importante esperienza, la sua competenza, la sua saggezza serviranno d’aiuto e da stimolo all’azione del governo regionale anche al di là delle competenze specifiche legate all’incarico». Che l’esperienza non faccia difetto a La Cavera, chiamato da tutti Mimì per la solida fama di viveur e vedovo di una delle più belle donne del Novecento, l’attrice Eleonora Rossi Drago, è fuori discussione. Come ha ricostruito in un libro di memorie scritto da Marianna Bartoccelli, ( Nuvola rossa, i paradossi che si rincorrono e lamaledizione siciliana) fu uno dei protagonisti dell’«operazione Milazzo», l’elezione a presidente della Regione, nel 1958, del dicì Silvio Milazzo, appoggiato dai partiti di destra e di sinistra. Spinse Vittorio Valletta ad aprire lo stabilimento Fiat a Termini Imerese. Conobbe e osteggiò Enrico Mattei. Diede guerra agli insediamenti della chimica nell’isola («pattumiere») e aimonopoli fino a venir espulso da Confindustria. Tentò di convincere Roma a portare in Sicilia l’insediamento siderurgico poi finito a Taranto: «Mi fu risposto: "Mimì, che dici? Più fabbriche più comunisti"».
Insomma: per essere esperto, è esperto davvero. Emerita tutto il nostro rispetto. Resta però un solo, piccolo dubbio: ci sarà un po’ più di spazio, in Sicilia come in tutto il Paese, anche per i giovani di oggi o dovranno prima diventare ottuagenari? A nostra consolazione, ci soccorre una battuta del mitico attore comico George Burns: «Andare in pensione a sessantacinque anni è ridicolo. A sessantacinque anni, avevo ancora i brufoli…».
Gian Antonio Stella