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 2010  aprile 08 Giovedì calendario

PARCOMANIA. IL WEEKEND UN GIRO DI GIOSTRA


Ci sono enormi marchingegni che centrifugano e strapazzano decine di persone alla volta. Ci sono città ridotte in miniature e personaggi dei cartoni animati che diventano giganteschi. E poi invenzioni sempre più audaci per spaventare, rilassare, divertire, sognare. Sono i parchi di divertimento. Con le loro stranezze, sempre racchiuse in strutture megagalattiche, stanno vivendo una vera e propria primavera, e non soltanto perché con la bella stagione hanno tutti riaperto i cancelli. Gli ultimi dati di affluenza registrano una crescita da boom, in controtendenza rispetto a molte altre voci del turismo.

Secondo i numeri della scorsa stagione (primi nove mesi del 2009), i circa 140 parchi italiani hanno segnato più 11,4 per cento rispetto all’anno precedente: 11 milioni di ingressi.

Non è un caso, dunque, se nel settore si investe sia per inventare nuove strutture sia per rimettere in gioco quelle che già c’erano. Come Minitalia, che dal 1971 a Capriate (fra Milano e Bergamo) propone giri dello Stivale in miniatura ed emozioni mozzafiato su attrazioni per grandi e piccoli. Dopo una fase di declino, è riuscita a tornare in auge: più 20 per cento di visitatori per il terzo anno consecutivo. «Abbiamo rifatto l’Italia» sorride Massimiliano Freddi, responsabile del marketing del parco. «Abbiamo restaurato 160 monumenti in piccolo e messo il futuribile ponte sullo Stretto di Messina. Inoltre, lungo il percorso ci siamo inventati le statue parlanti: basta premere un bottone e i personaggi significativi di ogni regione, da Cristoforo Colombo a Eduardo De Filippo, raccontano chi sono e il luogo che rappresentano. Tutto per educare alla curiosità, divertendo».

Una formula che funziona. «Noi regaliamo vacanze di un giorno con nuove esperienze, suggestioni, magie, intrattenimento» spiega Francesco Soressi, amministratore delegato del Parco Oltremare di Riccione, mezzo milione di visitatori l’anno. Anche qui tendenza in crescita e 2010 pieno di novità: «Due grandi vasche tattili, quattro vasche espositive, la mostra di cavallucci marini più grande al mondo e i 9 milioni di litri d’acqua della baia dei delfini», animali che si possono anche incontrare vis-à-vis.

Il fermento del mondo dei parchi si riconosce anche nei tanti progetti appena realizzati o in via di attuazione. Il Mediapolis ad Albiano di Ivrea (nel 2013) avrà il tema multiculturale dei paesi lontani, mentre il Rainbow Magic Land di Valmontone, vicino a Roma (2011), sarà un parco della magia con le fatine Winx come padrone di casa. Ed è soltanto uno dei passi che trasformeranno la capitale e le zone limitrofe in un vero «divertimentificio» secondo una strategia che punta a portare i turisti della città ai parchi e quelli dei parchi alla città.

«Nel mondo ci sono circa 200 milioni di turisti di parchi a tema» ricorda Mauro Cutrufo, vicesindaco con delega al turismo del Comune di Roma. «Per questo abbiamo pensato di inserirne alcuni nel secondo polo turistico della città. Come il parco Cinecittà World a Castel Romano, pronto per il 2012. E come quello sull’Impero romano, lungo l’Aurelia. Alla fine prevediamo un’affluenza di 9 milioni di turisti, fra arrivi nazionali ed esteri».

Ma come si spiega tanto attivismo? Una risposta specialistica la dà Roberto Canovi, direttore della testata online Parksmania.it, in pratica un osservatorio speciale sul mondo dei parchi. «Può sembrare un controsenso, ma la crisi economica ha fatto bene a questo settore» spiega. «Una parte della popolazione non può più permettersi di partire per il finesettimana, se non addirittura per le vacanze vere e proprie, però non rinuncia a una gita al parco tematico più vicino. E poi l’Italia ha un potenziale di crescita molto alto: 21 milioni di visitatori sembreranno tanti, ma per frequenza pro capite siamo al penultimo posto della classifica europea. Dietro a noi c’è soltanto la Grecia».

La macrotendenza del momento? Per Canovi si chiama pluralità. Si cerca di differenziare il più possibile l’offerta per colpire diversi target. «All’estero, come in Germania, oltre a famiglie e scuole si creano zone speciali per gli anziani. Oppure per gli extracomunitari, un bacino d’utenza che sarà sempre più valorizzato con parchi che ricordano i loro paesi d’origine». Inoltre, sempre in funzione della pluralità, si creano nuove aree. Ai parchi acquatici si aggiungono zone per divertimenti tradizionali. E viceversa.

L’argomento del momento, però, è l’horror, genere che dopo avere spopolato al cinema e in libreria approda al parco e diventa percorso da vivere con un po’ di fifa. Quest’anno i più temerari possono provare Inferis, la più importante tra le novità offerte da Gardaland (terzo parco europeo e primo in Italia, con più di 3 milioni 250 mila visitatori). « un labirinto della paura da percorrere a piedi con attori in carne e ossa che interagiscono con il pubblico, terrorizzandolo» avverte Luca Marigo, direttore marketing del parco di Castelnuovo del Garda. Il pathos è tanto che nel percorso sono previste anche uscite d’emergenza e vie di fuga. «Non si sa mai. Nella storia di questo genere di attrazioni si va dagli attacchi di panico alle aggressioni nei confronti degli attori».

Pare infatti che la messinscena sia talmente realistica che, quando i visitatori si agitano più del dovuto, scambiano gli impiegati per veri mostri. Si vede che la tecnologia si è evoluta a livelli impensabili. «Sicuramente ha fatto grandi passi per rendere i parchi più divertenti da vivere» conferma Chieron Smith, direttore del dipartimento creativo della società inglese Merlin Entertainment, tra le più importanti quando si parla di questo genere di attrazioni. «Ci sono consulenti che arrivano dai quattro angoli della Terra con idee che aspettano solo di essere realizzate».

Hi-tech della Nasa? Forse effetti speciali usati a Hollywood? Macché. «Devo ammettere che alla fine la tecnologia più utile è quella mutuata dall’industria» continua Smith: «più semplice e molto rodata. Due esempi? Le grandi ventole per sparare aria ai visitatori sono copiate dall’industria aeronautica. Mentre i macchinari che fanno vibrare la gente... beh, quelli sono un’evoluzione dei sistemi con cui i camion della spazzatura scuotono i cassonetti». Questo sì che fa paura.