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 2010  marzo 27 Sabato calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BENETTON, GILBERTO"


"Un mese dopo l’annuncio della costituzione del nuovo patto parasociale tra Olimpia, e cioè Pirelli e Benetton, Generali e Mediobanca che ha vincolato il 23,2% del capitale di Telecom Italia, ieri sono stati comunicati i componenti della direzione del patto, l’unico tassello formale che mancava. Si tratta di quattro componenti, uno per ogni grande azionista: Marco Tronchetti Provera, che sarà il presidente, a nome e per conto di Pirelli che ha l’80% di Olimpia, Gilberto Benetton che ha il restante 20% di Olimpia, Giovanni Perissinotto in rappresentanza delle Generali e Renato Pagliaro per Mediobanca..." (Armando Zeni)
Armando Zeni, La Stampa 21/11/2006
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[…] Gilberto Benetton, l’uomo che con Edizione Holding affianca Pirelli in Olimpia: un piano serio e prudente, pare l’abbia definito Benetton prima di andarsene di corsa dal cda per partecipare al successivo consiglio di Olimpia in via Negri, quartier generale di Pirelli […].
La Stampa 9 marzo - Armando Zeni
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Sabrina Benetton, figlia di Gilberto.
Vedi Scheda 128877 (campo libero: SabrinaBenetton).
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Stavolta il Palazzo trema davvero. Un documento di 15 pagine firmato dal pm del caso Lorbek, Lorenzo Gresti, precipita il Coni e il suo presidente Gianni Petrucci nel centro di una tempesta dalle proporzioni impreviste, i cui esiti potrebbero essere ben più gravi di quelli prodotti da Calciopoli. L´accusa di Gestri è netta: Petrucci, legato a Gilberto Benetton da una «amicizia ultradecennale», è intervenuto sulla Camera di conciliazione del Coni «per evitare la conferma per la Pallacanestro Treviso della penalizzazione decisa dalla Corte federale». La Camera arbitrale è il massimo organo di giustizia sportiva. Petrucci è la prima carica dello sport italiano. Insomma, e con le debite proporzioni: è come se il Presidente della Repubblica venisse accusato di aver fatto pressioni sul presidente della Cassazione per aggiustare il processo ad un suo amico. […].
Marco Mensurati, la Repubblica 9/8/2007
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Correva il 30 aprile quando Marco Tronchetti Provera (insieme con Gilberto Benetton) hanno chiuso l’accordo per cedere Olimpia (vale a dire il 18% di Telecom) a una cordata di nuovi investitori, messa in piedi da Mediobanca e Intesa Sanpaolo. Vendita a tempo, però, da chiudersi solo dopo l’ok delle authority di mezzo mondo: il closing ancora non c’è ed è atteso per fine mese. A comprare sarà Telco, holding in cui entreranno Generali con il 28,1%, Mediobanca e Intesa Sanpaolo al 10,6% ciascuna, Sintonia (Benetton) all’8,4% e Telefonica, con il 42,3%.
Marcello Zacchè, Il Giornale 11/8/2007 (Dagospia)
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Tutti assieme appassionatamente. Professionisti societari di grido e nomi della finanza - da Gilberto Benetton a Jonella Ligresti - che ricoprono incarichi plurimi, rischiano da questa estate di dover abbandonare qualche poltrona o di subire la meno gradita alternativa che sia la stessa Consob a decidere d’ufficio quale o quali incarichi dovranno lasciare. E’ l’effetto del regolamento emittenti della Commissione, rivisto per attuare le prescrizioni dell’articolo 148 bis del Testo unico della finanza sul limite al cumulo degli incarichi. […] Gilberto Benetton, ad esempio, somma il punto di piazzetta Cuccia con il posto nei cda di Pirelli, Autogrill, Atlantia e Benetton. Più una serie di incarichi dal consiglio di Allianz alla variegata galassia di società del gruppo di famiglia: da Sintonia a Schemaventotto, fino alle holding Ragione ed Edizione. […].
F.Manacorda - G.Paolucci, La Stampa 29/4/2008
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Se ne va in barca anche Tronchetti Provera che ieri all’uscita da Mediobanca ha sorriso ai giornalisti augurando a tutti ”buone vacanze”. All’imprenditore milanese il fruscìo delle intercettazioni e lo sciacallaggio dei giornali non interessano affatto. E non gli interessa nemmeno la situazione di Telecom dove ieri è avvenuto qualcosa di assolutamente inconsueto e irrituale. La bomba è esplosa di prima mattina con la lunga intervista di Gilberto Benetton al ”Sole 24 Ore” che è apparsa come una chiara presa di distanza dalla gestione di Franchino Bernabè e Galateri di Genola. Con le sue parole minacciose l’uomo di Ponzano Veneto ha fatto capire che senza una scossa industriale a fine anno smetterà di donare il sangue dentro Telecom. Finora ha perso più di un miliardo e mezzo di euro e poiché la famiglia dei pullover non è abituata a gesti di beneficenza, Benetton non ha esitato a lanciare il suo ultimatum. davvero curioso che un imprenditore cauto e con in mano più dell’8% delle azioni di Telecom, scaraventi parole di fuoco dalle colonne di un giornale piuttosto che nel consiglio di amministrazione di Telco. Ed è strano che ieri non abbia partecipato alla riunione dei ”magnifici” soci di Mediobanca nella quale siede accanto all’amico Ligresti che come lui ha accettato di buttare un po’ di quattrini dentro Alitalia. Non a caso si sussurra che Gilberto e i suoi fratelli vogliano slegarsi dal salotto buono di Piazzetta Cuccia, ma questa sembra un’ipotesi poco realistica perché da quel salotto si decidono i destini di Telecom, Rcs e Generali. […].
Roberto D’Agostino, Dagospia 31/7/2008
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Anche se la nuova linea veloce Milano-Bologna era già cominciata un’oretta e mezza prima in Centrale a Milano. Con il vecchio spiazzo dei taxi trasformato in gran foyer per ricevere i tanti ospiti, politici, autorità e un bel pezzo di capitalismo italiano invitato da Trenitalia al viaggio inaugurale del Frecciarossa, l’alta velocità made in Italy, fatta con tecnologia tutta tricolore. In ordine sparso Catania, Profumo, Nagel, Toto, Guarguaglini, Gilberto Benetton, […].
Parte l’alta velocità made in Italy di Marco Alfieri, Il Sole 24 Ore, 14/12/2008, pag. 17
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Giulia conosce bene Gilberto: lo incontra spesso e poi lui sta nello stesso gruppo di sua sorella Jonella. Ma Gilberto e Jonella lavorano anche con Carlo, che vede sovente Salvatore, il papà di Jonella. Giulia e Gilberto, poi, collaborano con il padre di Carlo, Giampiero, assieme a Marco. E Marco frequenta per lavoro anche Giovanni, il quale però è in competizione con Salvatore. E’ una telenovela argentina o siamo su Facebook? Nè l’uno nè l’altro: è la ragnatela della finanza italiana, dove una decina di nomi controlla cinquanta posizioni di potere e dove, come e meglio che sulla rete sociale che impazza in Internet, si può arrivare a chiunque attraverso uno o due amici comuni.
L’Antitrust ha messo il dito nella piaga, indicando gli intrecci personali e societari che dominano - scrive - l’89% delle quotate italiane, nelle cui strutture di governo appaiono persone che hanno anche incarichi in società concorrenti. Ma chi siano questi i consiglieri recordman di poltrone non lo dice.
Allora, ad esempio, ecco Giulia Ligresti e Gilberto Benetton, due tra i primatisti per presenze multiple in piazza Affari nel 2008, con cinque cda a testa, che si ritrovano prossimi in Pirelli. Benetton, come consigliere di Mediobanca, è seduto spesso accanto a Jonella Ligresti, detentrice a fine anno scorso di sette posti in consigli, tra cui la presidenza di Fonsai e la vicepresidenza di Premafin. E sempre nel cda di Mediobanca si trova Carlo Pesenti (quattro posti nei cda) che è anche consigliere dell’Unicredit, dove siede Salvatore Ligresti (cinque posti), che è pure presidente onorario di Sai-Fondiaria. Ancora, in Pirelli, oltre a Giulia Ligresti e a Benetton, è consigliere Giampiero Pesenti (quattro posti nel 2008) e presidente Marco Tronchetti Provera (quattro posti, compresa la vicepresidenza di Mediobanca). Ma in quel board c’è anche Giovanni Perissinotto (quattro posti), l’ad delle Generali che dovrebbe essere concorrente di Salvatore Ligresti. Dovrebbe, ma intanto l’anno scorso è stato difficile impedire ai Ligresti di rivendicare un posto in consiglio a Trieste. Un caso isolato? Assolutamente no.
Gli economisti Paolo Santella, Carlo Drago e Andrea Polo hanno presentato uno studio nel quale anticipano le conclusioni dell’Antitrust, identificando 75 consiglieri multipoltrona che nel 1998-2006 hanno occupato posti in più consigli, collegando il 76% delle società.
Ci sono professionisti che spuntano spesso, come l’avvocato Carlo d’Urso (quattro posti) che va dalla Immsi di Colaninno ai soliti Ligresti, o il commercialista Angelo Casò (quattro posti) nei collegi sindacali da Mediobanca a Benetton. Ma il grosso di questi rapporti si muove sulle coordinate Mediobanca-Generali, con i satelliti che vanno appunto dalle dinastie come i Ligresti, i Benetton, i Pesenti, ad altri gruppi che dovrebbero essere concorrenti come Intesa-Sanpaolo.
Nelle dinastie non sono solo i membri della famiglia ad occupare ad oltranza: per i Benetton, ad esempio, c’è Gianni Mion che ha cinque posti, da Atlantia fino a Telecom. […].
Francesco Manacorda, La Stampa 12/1/2009
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«Gilberto vendette la sua bicicletta e prendemmo a prestito piccole somme da parenti e da amici. In marzo avevamo più di 300 mila lire e in aprile io e Giuliana prendemmo un treno per Milano, dove si teneva un’esposizione per macchine da maglieria». Era il 1955. Come racconterà quaranta anni dopo Luciano Benetton nella sua autobiografia, in quell’occasione lui e i suoi fratelli comprarono la loro prima macchina tessile. […] I quattro fratelli Benetton - nell’ordine Luciano, Giuliana, Gilberto e Carlo - occupano a pari merito il quinto posto nella classifica dei più ricchi di Italia (e il 39esimo nel mondo) stilata dalla rivista Forbes, con un patrimonio di 2,9 miliardi di dollari a testa […]Quando Leone Benetton muore nel 1945 Luciano, il primogenito, ha dieci anni, Giuliana otto e i più piccoli Gilberto e Carlo, rispettivamente quattro e due. […] Nel 1965 i quattro fratelli inaugurano la prima fabbrica e si dividono i compiti, rimasti sostanzialmente invariati nel tempo: Luciano è presidente e responsabile della divisione commerciale, Giuliana a capo del design, Gilberto segue la parte finanziaria e Carlo la produzioni […]. La seconda generazione - cinque figli di Luciano, quattro di Giuliana, due di Gilberto e quattro di Carlo - ha studiato all’estero ma è tornata a vivere a pochi chilometri dall’azienda […]Il capitale è equamente distribuito tra i quattro fratelli e ciascuno ha scelto un figlio come consigliere di Edizione srl, la cassaforte di famiglia (nata dalla fusione di Ragione e delle due holding Sintonia ed Edizione decisa la scorsa estate per accorciare la catena di controllo): Alessandro figlio di Luciano, Franca figlia di Giuliana, Sabrina figlia di Gilberto e Christian figlio di Carlo. […] Gilberto è l’altro Benetton. Se Luciano è il fondatore e il volto dell’azienda di abbigliamento, Gilberto, 67 anni, è l’uomo dei nuovi business. E’ lui che tiene le chiavi della cassaforte di famiglia e tesse i rapporti con i salotti della finanza e con il potere nei palazzi romani.
E’ sempre lui l’artefice della diversificazione iniziata dieci anni fa nella ristorazione, nei servizi e nelle infrastrutture con l’acquisizione di Autogrill (di cui è presidente), l’ingresso in Autostrade per l’Italia, Grandi Stazioni, Telecom, Gernina (che a sua volta controlla Adr, Aeroporti di Roma), e Aeroporti Holding (che controlla lo scalo di Torino e di Firenze), con partecipazioni in Pirelli, Generali, Rcs e Mediobanca, e ora Alitalia. A entrato nel patto di sindacato e nel consiglio di amministrazione dell’istituto di Piazzetta Cuccia.
Negli ultimi anni ha accelerato la presenza anche nel settore immobiliare. «Gilberto si era occupato dell’amministrazione dei nostri affari fin da quando portava i calzoni corti», racconta Luciano. E’ quello che a dodici anni, quando i fratelli maggiori annunciano che si metteranno in proprio, li interrompe con un «ma noi i soldi per comprare una macchina per lavorare a maglia non li abbiamo».
Gilberto è convinto che il futuro sia nella finanza e nei servizi. «Penso che sarebbe già molto se i nostri figli fossero, dei buoni azionisti. La mia preoccupazione di lasciare loro qualcosa che sia facilmente gestibile, con dei business che non presentino eccessive difficoltà competitive e gestionali», risponde a Paolo Bortoluzzi che gli chiede del futuro dell’azienda in Benetton. Da United Colors a Edizioni Holding di Giorgio Brunetti e Paolo Bortoluzzi (Utet, 2004).
[…] Il capitale è equamente distribuito tra i quattro fratelli e ciascuno ha scelto un figlio come consigliere di Edizione srl, la cassaforte di famiglia (nata dalla fusione di Ragione e delle due holding Sintonia ed Edizione decisa la scorsa estate per accorciare la catena di controllo): Alessandro figlio di Luciano, Franca figlia di Giuliana, Sabrina figlia di Gilberto e Christian figlio di Carlo. […] Nel gruppo familiare che fa capo a Gilberto, sembra sarà la figlia Sabrina - 35 anni, collegio in Svizzera e università a Parigi e a Boston - a prendere il comando.
Marco Ferrante e Silvia Bernasconi, First
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[…] A due anni dall’ingresso dell’amministratore delegato [Bernabé] in Telecom, complice la devastante crisi delle Borse i soci di Telco fanno i conti (anche) con le perdite: investimenti mediamente dimezzati; Gilberto Benetton che dopo otto anni e varie gestioni se ne va, avendo nel frattempo accumulato un rosso stimato intorno al miliardo e mezzo; […]
Raffaella Polato, Corriere della sera 25/11/2009
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Nel 1999 la Compagnia finanziaria di investimento presieduta da Gilberto Benetton si aggiudicò l’ isola di San Clemente, a Venezia, per 20 miliardi di lire.
Fonte: scheda 195946 (Voce Arancio)
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Telecom: Sono entrati Carlo Puri Negri, Gilberto Benetton, Gianni Mion, (...)
Fonte: Federico De Rosa, Corriere della Sera 17/04/07