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 2010  marzo 24 Mercoledì calendario

INFRASTRUTTURE, PASSA PER LE URNE UNA SFIDA DA 120 MILIARDI

Infrastrutture, si apre la sfida. Ed è la partita, che insieme alla sanità, sta più a cuore ai cittadini in questa tornata elettorale. In gioco ci sono 120 miliardi di euro (tra interventi decisi dal Cipe, fondi Fas, legge obiettivo e iniziative locali) e, soprattutto, la modernizzazione del Paese. Risorse da spendere e cantieri da aprire. Ecco le posizioni in campo, strategie e priorità.
PIEMONTE
Il nodo è legato all’alta velocità. Con la presidente uscente Mercedes Bresso, Pd, che è intenzionata ad andare avanti, nonostante le contestazioni che vengono da sinistra, nella realizzazione della Torino-Lione. D’accordo lo sfidante del centrodestra, Roberto Cota, da sempre favorevole al maxi progetto. E che vuole un netto miglioramento del servizio ferroviario, considerato dal Pd, di pessimo livello. La linea Torino-Lione (per la parte di competenza italiana) costerebbe tra 15 e 20 miliardi. No della Bresso al nucleare. Cota dice sì ma chiarisce che il Piemonte è autosufficiente, quindi non serve.
LOMBARDIA
Per Roberto Formigoni la priorità resta la riduzione del gap rispetto alle altre zone ricche d’Europa. Le realizzazioni della Pedemontana (4 miliardi) e Brebemi (1,6 miliardi), in parte già avviate, possono portare benefici a tutto il sistema economico del Nord Ovest per 21 miliardi. Insomma, se verrà riconfermato l’esponente del Pdl andrà avanti anche in vista di Expo 2015. Filippo Penati, Pd, punta forte sullo sviluppo del sistema ferroviario. Un settore su cui andrebbero riversati ingenti investimenti. No al nucleare per Penati, mentre Formigoni prende tempo. Sì dell’Udc Savino Pezzotta che, tra l’altro, mette i pendolari al primo posto: servono interventi infrastrutturali mirati: treni e strade.
VENETO
Anche per Luca Zaia, candidato del centrodestra, la linea del ”fare” va seguita. Tanti i progetti in fieri. Dal Mose (4,2 miliardi, metà già realizzati) alla tratta ad alta capacità Milano-Verona che costa 4,7 miliardi, al passante di Mestre (1 miliardo circa). Zaia frena sul nucleare: siamo auto sufficienti. No secco invece da Giuseppe Bortolossi, del Pd, che vuole una rete viaria più moderna. Antonio De Poli, Udc, si oppone a centrali nucleari in regione.
LIGURIA
Al centro dello scontro c’è proprio la modernizzazione dei trasporti: Terzo valico, Gronda e Bruco. Il primo è il terzo traforo appenninico, la seconda indica i nuovi svincoli autostradali che permettano di bypassare l’intasato nodo delle uscite genovesi, il terzo è un sistema automatico di trasporto dei container dal porto di Genova alla pianura padana. Claudio Burlando, candidato Pd uscente, ha rifiutato di partecipare alla firma per il nuovo tracciato della Gronda. Il suo avversario, Sandro Biasotti del Pdl, vuole invece accelerare i tempi su tutti i fronti. Porto e viabilità vanno modernizzati.
EMILIA ROMAGNA
Sia la sfidante Anna Maria Bernini del Pdl che Vasco Errani, Pd, propongono una salto di qualità per la rete viaria. Per il raddoppio della pontremolese, 2,5 miliardi stanziati dal governo, serve un via libera finale. Soldi disponibili anche per la Metropolitana di Bologna che vale 341 milioni e che il Cipe considera strategica. Galletti, Udc, è pronto a dire sì al nucleare ma solo se «sicuro».
UMBRIA
Per Katiuscia Marini, Pd, il primo investimento, se sarà governatrice, andrà alle opere pubbliche. In ballo c’è il famoso ”quadrilatero autostradale’ Umbria-Marche da 2,1 miliardi. Sulla stessa linea la posizione di Fiammetta Modena, centrodestra, e di Paola Binetti, Udc. La Marini chiede in particolare di sviluppare anche porti e intermodalità. Più peso anche all’aeroporto di Perugia.
MARCHE
Gian Mario Spacca, centrosinistra, ha detto no alla centrale nucleare. Erminio Marinelli, Pdl, vuole più collegamenti con il Nord e nuovi aeroporti.
BASILICATA
Il candidato del Pdl, Nicola Pagliuca, vede nella infrastruttura telematica regionale un punto di forza da sviluppare. Vito De Filippo, centrosinistra, sollecita un miglioramento della rete viaria.
CALABRIA
Agazio Loiero, candidato del Pd, vuole completare il sistema di mobilità urbana a Reggio Calabria, Cosenza e Catanzaro. E lo ha scritto nel programma, prevedendo investimenti per circa 400 milioni. Dal centrodestra, Giuseppe Scopelliti, insiste per accelerare i tempi della Salerno-Reggio Calabria. Ed è favorevole alla costruzione del Ponte sullo Stretto. No di Loiero, che considera l’opera non prioritaria, ma vorrebbe investire gli 1,3 miliardi già stanziati dal governo per mettere in sicurezza il territorio. Il costo complessivo del Ponte dovrebbe arrivare a 6,1 miliardi. Completare i lavori ”infiniti” della Salerno Reggio sfiora i 7,5 miliardi, mentre per il corridoio Taranto-Sibari-Reggio sono stati stanziati 3,1 miliardi. Pur con distinguo i candidati dicono no al nucleare.
TOSCANA
Sia Enrico Rossi, Pd, che Monica Faenzi, Pdl, non considerano prioritario il problema infrastrutture. Francesco Bosi, Udc, mette in cima alla lista la realizzazione di una seconda pista per l’aeroporto di Firenze. Il nodo da sciogliere, viste le polemiche roventi tra i due schieramenti, resta la Cecina-Civitavecchia: 3,3 miliardi inseriti nel piano Cipe.
LAZIO
Per Renata Polverini, centrodestra, va ammodernamento l’aeroporto di Fiumicino, realizzato lo scalo di Viterbo, con relativi collegamenti ferroviari e stradali. Va completato l’anello ferroviario di Roma e potenziata la rete portuale, a partire dallo scalo di Civitavecchia che dovrà diventare un hub sia per le merci, sia per il turismo crocieristico. Investimenti massicci per il completamento delle tre direttrici stradali: Civitavecchia-Viterbo-Orte; Formia-Cassino; Latina-Frosinone. Si vuole, infine, riprendere il progetto del completamento dell’autostrada tirrenica e completare la messa in sicurezza della via Pontina. Sfumata la posizione sulle centrali nucleari. Per la Bonino, Pd, servono investimenti sulla rete ferroviaria (5 miliardi di euro), collegamenti rapidi al nuovo aeroporto di Viterbo; ed entro il 2010 cantieri per la Roma-Latina e la Cisterna-Valmontone. Raddoppio anche della Salaria e potenziamento di Fiumicino con Ciampino che va chiuso gradualmente. No secco a centrali nucleare e inceneritore. Il corridoio tirrenico meridionale del Lazio, cioè la Roma-Latina, vale 3,8 miliardi. Per la Bonino il progetto andrebbe sbloccato dopo le elezioni.
CAMPANIA
La sfida è sugli inceneritori. Vincenzo De Luca, centrosinistra, sta frenando, mentre Stefano Caldoro, centrodestra, ne vuole altri due. Tutti d’accordo sulla Metropolitana di Napoli da 4,4 miliardi. E sulla rapida realizzazione della Salerno-Reggio: per l’area campana il Cipe ha messo sul tavolo 2,4 miliardi, per quella calabra servono 7,3 miliardi. Apertura al nucleare se sicuro da Caldoro, chiusura da De Luca.
PUGLIA
Per la Statale Jonica, il Cipe ha stanziato 1,2 miliardi. Sia Nichi Vendola, Pd, che Rocco Palese, Pdl, che Adriana Poli Bortone, Udc, non hanno ovviamente nulla in contrario. Linea comune, pur con accenti diversi, sul nucleare: non se ne parla. Vince la sindrome Nimby.