Andrea Malan, Il Sole-24 Ore 25/3/2010;, 25 marzo 2010
FIAT, LA BORSA CREDE ALLO SPIN-OFF
L’ipotesi di un piano di tagli all’Auto e di uno scorporo in tempi brevi fa correre i titoli
Fiat in Borsa, una corsa frenata solo in parte dalla smentita del Lingotto. I titoli ordinari hanno guadagnato ieri il 4,2% a 9,8 euro (dopo un massimo di +6%), spingendo anche quelli della controllante Exor (+3,23%).
Il quotidiano «La Repubblica » ha scritto ieri (citando «indiscrezioni che circolano negli stabilimenti ») che il piano che Sergio Marchionne sta preparando prevede 5mila esuberi compresi quelli a Termini Imerese, stabilimento di cui Fiat prevede la chiusura entro il 2011; ha inoltre ventilato un’accelerazione dei tempi del possibile scorporo di Fiat Auto dal resto del gruppo. stato proprio questo elemento, dicono in Borsa, a innescare un rialzo partito fin dalla mattina e con volumi elevati ( 5% del capitale).
Fiat ha diffuso ieri una nota secondo cui «qualsiasi anticipazione giornalistica è prematura e priva di ogni fondamento», sia per gli esuberi che per lo spinoff. L’edizione online di «Automotive News Europe» ipotizza 5mila tagli in arrivo senza contare quelli dell’impianto siciliano, e ricordato come – in base al piano Chrysler presentato a novembre – in Nordamerica dovrebbero essere prodotte a regime 270mila unità per Fiat, da vendere anche in Europa. Il grosso delle gamme di Alfa Romeo e Lancia verrà da piattaforme americane. Il piano prodotti presentato da Marchionne a dicembre prevede per l’anno prossimo 5 modelli nuovi in Italia e 5 derivati Chrysler (alcuni dei quali potrebbero uscire dalla ex Bertone).
Per quanto riguarda Mirafiori, i tre modelli previsti da fine 2011,con un’unica linea produttiva, potrebbero vedere volumi più bassi delle circa 180mila unità prodotte nel 2009, specie se il mercato europeo dovesse subire il calo che tutti prevedono. Automotive News parla di 1.500-2mila tagli anche a Pomigliano, dove da fine 2011 dovrebbe arrivare la nuova Panda in sostituzione dei modelli Alfa Romeo; ieri dall’incontro Fiat-sindacati al ministero è emersa l’ipotesi di 500 prepensionamenti.
Pur in presenza di un obiettivo di produzione di 900mila unità annue in Italia rispetto alle 650mila del 2009, lo spostamento del baricentro verso l’estero preoccupa i sindacati. «I nostri timori- dice il leader della Cgil, Guglielmo Epifani- sono confermati. La Fiat riduce occupazione e porta parte della produzione fuori dal paese, mentre fa fare le cose più innovative agli Stati Uniti. Riduce in sostanza la presenza in Italia». Giorgio Airaudo, della Fiom torinese, sottolinea che le produzioni previste per Mirafiori sono insufficienti per mantenere i livelli occupazionali. A suo avviso «Torino deve diventare il polo innovativo in Europa, dove produrre auto e motori elettrici, ibridi». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, chiede al governo una convocazione immediata. Il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha parlato ieri di «indiscrezioni inquietanti che suscitano allarme sociale».
Ieri Sergio Marchionne, parlando ai giornalisti all’ingresso del direttivo di Confindustria, ha parlato di «indiscrezioni false» e ha ricordato che «malgrado la crisi Fiat non ha licenziato nessuno. Cercare di picchiare Fiat in questi momenti è la cosa più sproporzionata che abbia mai visto ».Le prospettive per quest’anno non sono brillanti: le previsioni parlano di un calo del 10% del mercato europeo dopo la fine degli incentivi. Finora le cadute della produzione sono state gestite con la Cassa integrazione, compresa quella di due settimane in tutti gli stabilimenti tra febbraio e marzo;l’ultimo annuncio è di ieri con due settimane alla Powertrain di Torino Stura. probabile che Marchionne voglia verificare quanto sarà grave la caduta, prima di prendere nuove misure inevitabilmente impopolari.