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 2010  marzo 21 Domenica calendario

I SEGRETI DELLA BUONCOSTUME - PARIGI

Quando c’era la Buoncostume, il mondo che contava non aveva segreti. Ogni uomo ha una stanza chiusa, e la "Mondaine" ne aveva la chiave. «Vizioso, ama i cani», detto di un deputato.
«Vuole vedere il sangue», di un funzionario pubblico. Il ministro, «eccentrico e perverso». Lo scrittore, «guardone». Il famoso attore, «depravato totale». Fogli senza intestazione né destinatario. Cartelline rosa, numeri in serie. Per quasi un secolo, i gusti sessuali delle personalità più in vista di Francia sono stati schedati sui "blancs", pezzi di carta bianchi, veline anonime custodite preziosamente negli archivi della polizia. «Il controllo sociale attraverso la morale pubblica è un’ambizione che ogni potere ha avuto, sin dai tempi dell’antichità», racconta Véronique Willemin, la scrittrice che si è immersa negli archivie nelle centinaia di documenti inediti della "Mondaine", la squadra Buoncostume parigina, chiamata così perché aveva il compito di entrare nelle alcove del «bel mondo».
Già ai tempi di Luigi XIV esisteva una "Police des Demoiselles", specializzata nell’incoraggiare la delazione dei vizi del clero. La "Mondaine" incomincia a regnare sulle case chiuse della capitale nel 1901, diventando una formidabile arma di ricatto politico della Terza Repubblica. Membri del governo, parlamentari, giornalisti, preti, notabili e personaggi della cultura: nessuno sfugge ai fatidici "blancs". Le prostitute trascrivevano ogni giorno abitudini e perversioni dei clienti su diari poi forniti ai poliziotti.
Informazioni in cambio di tolleranza.
Per decenni questo nucleo specialeè stato al crocevia di lusso e lussuria, di estorsioni e oscuri complotti. Come in un gioco di specchi, "Mondaine" era anche uno dei tanti appellativi delle prostitute.
Legalizzate a metà dell’Ottocento, le case chiuse dovevano essere registrate presso la prefettura, pagare le tasse, esporre un tariffario, sottoporre le maîtresses a visite mediche periodiche. Ufficialmente, la missione della Buoncostume era verificare il rispetto della legge e le condizioni sanitarie dei bordelli.
Subito però cominciarono le polemiche contro un gruppo di poliziotti accusato di «sfruttare la prostituzione in nome dello Stato». «In realtà era un straordinario mezzo per azzittire oppositori e avversari», ricorda Willemin, che ha dedicato una voluminosa raccolta di foto e documenti alla "Mondaine". Le schede erano conservate in una grande cassaforte al secondo piano della sede della polizia, al 36 Quai des Orfèvres, ormai mitico per definizione. Solo il Prefetto e il ministro dell’Interno potevano chiedere, al momento opportuno, di leggere le informazioni raccolte dalla Buoncostume. Spesso le veline erano mandate ai giornali o ai magistrati. A volte era sufficiente minacciare di diffondere certe "voci" per trovare un accordo, ottenere un favore.
I poliziotti della "Mondaine" avevano sempre appeso al bavero della giacca una piccola spilla a forma di occhio. Era il loro passepartout. Appuntavano ogni vizio, preferenza, abitudine. Durante gli anni Trenta, "les Années Folles", il ministro degli Esteri Louis Barthou era ospite fisso della casa di appuntamenti Le Chabanais. Barthou amava mettersia carponi davanti alle ragazze che lo tenevano al guinzaglio. Louis Ferdinand Céline frequentava Chez Aristèle, luogo prediletto dei voyeur. Lo scrittore si sedeva in una stanza e passava ore a guardare dietro a un vetro Elizabeth Craig, la donna alla quale è dedicato Viaggio al termine della notte. Il One Two Two, al civico 122 di rue de Provence, era conosciuto come il più grande bordello d’Europa. Erano clienti Cary Grant e Sacha Guitry, il re di Belgio Leopold III e Charlie Chaplin. Nel ristorante annesso, il Boeuf à la ficelle, si incontravano Edith Piaf e Marlene Dietrich. Allo Sphinx, vicino Montparnasse, passavano il giornalista Albert Legrand, lo scrittore George Simenon. La casa d’appuntamenti di rue Saint-Lazare era luogo di predilezione degli omosessuali mentre il Monocle, era uno dei più famosi cabaret lesbici della capitale.
In questo mondo della notte e dei piaceri, nel "demi-monde" del peccato nessuno era mai davvero innocente. Tra i tenutari dei bordelli, registrati sotto falso nome ma conosciuti dalla polizia, c’erano anche quattro ministri, due senatori, otto deputati, cinque banchieri, quattro consiglieri municipali, due generali. Durante l’Occupazione, i tedeschi requisirono tutti i bordelli della capitale e, subito, si fecero dare anche molte delle veline custodite nella cassaforte della "Mondaine". Oro puro. I poliziotti avevano anche una scheda su Marthe Richard, diventata dopo la guerra eroina della "moralità pubblica", la donna che ha promosso l’abolizione delle case chiuse nel 1946. Negli archivi della Buoncostume, si scopre che Marthe Betenfeld, il suo cognome da nubile, si prostituiva a sedici anni, era stata ingaggiata come spia durante la guerra, venne fermata per traffico di stupefacenti.
La legge Richard è l’inizio della fine della "Mondaine". I poliziotti sono costretti a fare una nuova mappa della città, anche loro devono scendere nelle strade. Ma è una realtà in mutazione, inafferrabile. Soprattutto, non esistono più argini alla rivoluzione dei costumi in corso. Aumentano le denunce per oltraggio alla decenza e alla pubblica morale. Vengono sequestrate riviste porno, fotografie erotiche. La "Mondaine" vieta la pubblicazione di Sexus di Henry Miller e Histoire d’O scritto sotto pseudonimo da Dominique Aury.
Alla fine, la Buoncostume non sopravvive al Sessantotto e all’ennesimo scandalo. Nel 1975 "Katia la Rossa", una delle più famose Madame della capitale finita in manette, minaccia di fare i nomi dei suoi clienti, politici ma anche molti poliziotti. Il ministro dell’Interno di allora, Michel Poniatowski, decide di chiudere definitivamente la "Mondaine".
L’attuale "Brigata della repressione del prossenetismo" è in qualche modo l’erede di quella squadra. «Il nostro è il mondo della notte, di persone che sanno molto e dicono poco», conferma Guy Parent, l’attuale capo. Ma oggi, assicura, le informazioni vengono usate solo a scopi giudiziari. cambiato tutto, almeno così si vuol far credere. Eppure nella sede della polizia gli agenti continuano a rispondere al telefono «Allò, la Mondaine». Le prostitute hanno solo cambiato colore della pelle, e sono sempre pronte a vendere un nome in cambio di protezione. Le Chabanais e il One Two Two hanno lasciato il posto ad asettici siti web. Anche i "blancs" hanno smesso di circolare. O forse nessuno li chiama più così.

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La police des moeurs naît véritablement en 1901. Cette année-là, Louis Puibaraud crée au sein de la Préfecture de police une nouvelle division : celle de la Brigade mondaine, qui a pour mission la surveillance des maisons closes et la répression des atteintes à la morale publique. Il s’agit avant tout d’un service de renseignement sur ce monde de la nuit où se croisent truands, demi-mondaines, artistes, hommes de pouvoir ou industriels... Un formidable outil policier se met en place, qui perdurera jusqu’à l’Occupation.Les rapports des agents de la Mondaine sont rédigés sur des feuilles volantes, sans en-tête, ni aucune mention explicite du service dont ils relèvent

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«La Mondaine - Histoire et archives de la police des mœurs» de Véronique Willemin - L’histoire de la légendaire brigade à travers de nombreux documents inédits.

Brigade mondaine : à eux seuls ces mots suggèrent la légende et le stupre. On s’imagine dans un univers à la Alphonse Boudard, avec des policiers qui interpellent, à l’aube, filles publiques et gens du beau monde pris en flagrant délit d’outrage aux bonnes mœurs. Sordide ou romanesque, l’histoire de la plus célèbre brigade de la police française devait être faite un jour. Pour mener à bien sa mission, la journaliste Véronique Willemin a eu accès à des documents inédits, notamment les rapports, on les appelait les Blancs, que les policiers établissaient sur les activités sexuelles des personnalités publiques. Et qui pouvaient peser sur les intéressés comme une épée de Damoclès…

Fondée en 1901 dans le cadre de la préfecture de police de Paris, la brigade mondaine est avant tout conçue pour surveiller les maisons de passe qui se multiplient à Paris au début du siècle. On comptera pas moins de 250 bordels dans la capi­tale à la veille de la guerre de 1914 !

Elle changera d’identité, devenant brigade des mœurs durant quelques années, puis reprendra son nom originel pour perdurer jusqu’en 1975, date de sa dissolution par le ministre de l’Intérieur, Michel Poniatowski. Elle aura eu a se tête de « grands flics », comme Roger Le Taillanter, qui la dirige entre 1970 et 1974 et s’exprime d’ailleurs dans ce livre. Mais elle sera aussi très contestée, et ce, dès le début, notamment par Clemenceau. Au nom de quoi des policiers s’arrogent-ils le droit d’enquêter sur les « vices » des uns et des autres ?

Luxe et luxure

En somme, sa mission sera toujours équivoque : sous le prétexte de combattre le proxénétisme, elle s’immisce dans la vie sexuelle des individus, de préférence huppés. Comme l’explique dans la préface de l’ouvrage Guy Parent, chef de la brigade de répression du proxénétisme à Paris, qui a succédé à la mondaine : « La mondaine, c’est tout à la fois le monde de la nuit, du renseignement et des informateurs, des gens qui savent beaucoup et ne disent rien. On lui prête des pouvoirs immenses, dont on ne sait ce qu’elle va faire ; c’est le monde de l’argent, des paillettes, du champagne et des femmes. » On ne peut mieux dire. Au fil des pages, Véronique Willemin nous emmène dans un univers interlope où luxe et luxure se côtoient. Celui des bordels parisiens mythiques des années trente : le Chabanais, où allait se faire flageller un célèbre ministre de la IIIe République. Le One Two Two, au 122 rue de Provence, qui recevra ce que l’on n’appelait pas encore des people, de Raimu à Sacha Guitry en passant par Édith Piaf.

Enfin, l’auteur nous rappelle l’histoire du Sphinx, rue Edgar-Quinet, à Montparnasse, avec son célèbre bar de style égyptien qu’ont fréquenté Brassaï, Kiki, Robert Desnos, Fujita et Marlene Dietrich. Pour prospérer paisiblement, ces lieux tenus par le Milieu où la consommation sexuelle n’est nullement une obligation, avaient besoin d’appuis au niveau de l’État. Ce qui explique, à l’occasion, l’indulgence d’une brigade mondaine censée tout savoir… mais qui savait aussi fermer les yeux, ou même défendre la réputation d’un homme politique compromis par des rumeurs parfois crédibles. Ce qu’elle fit, par exemple, pour Albert Sarraut et Camille Chautemps, qui furent accusés par l’Action française de couvrir l’existence de ce bordel illustre fréquenté par Stavisky.

À la Libération, époque où l’on prétend régénérer les mœurs, la fameuse loi de Marthe Richard de 1946, en interdisant la prostitution, rend celle-ci plus diffuse. De son côté, la brigade mondaine persé­vère dans son travail de fourmi pour tenter de démanteler les réseaux de proxénétisme, avant de faire face au raz de marée pornographique des années soixante-dix. Mai 68 est passé par là, et avec lui l’idée que ce que l’on fait de son corps ne regarde pas la police, dès lors qu’il n’est pas question de proxénétisme. La notion de « bonnes mœurs » étant devenue plus que problématique, la brigade mondaine n’avait plus qu’à fermer boutique…

«La Mondaine - Histoire et archives de la police des mœurs» de Véronique Willemin, Hoëbeke, 325 p, 30 €.
(Paul-Francois Paoli, Lefigar.fr)