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 2010  marzo 19 Venerdì calendario

ABBATINO Maurizio

ABBATINO Maurizio Roma 1954. Uno dei capi storici della Banda della Magliana, da alcuni anni collaboratore di giustizia (il ”Freddo” interpretato da Kim Rossi Stuart in Romanzo criminale) • Detto Crispino, «[...] membro del triumvirato che, con Enrico De Pedis (’Renatino”) e Franco Giuseppucci (’Er Negro”) dette vita a una delle bande più celebrate da cinema, letteratura e fiction, [...] sopravvisse alla sanguinosa faida interna scaturita dopo la divisione tra la fazione dei ”Testaccini” e il gruppo della Magliana. La decisione di collaborare maturò probabilmente, nel 1990 dopo l’assassinio del fratello Roberto, venditore di souvenir. Il cadavere venne ripescato nel Tevere con 33 ferite da taglio. Nel film tratto dal romanzo di De Cataldo, ”Il Freddo” viene ucciso con due colpi di fucile sul sagrato di una chiesa» (Massimo Lugli, ”la Repubblica” 27/11/2008) • «[...] è l’unico capo storico della Banda della Magliana ancora in vita. A salvarlo dalla mattanza che sul finire degli anni Ottanta ha sterminato la mitica gang romana è stata la sua fuga da una clinica, dove si trovava agli arresti ospedalieri grazie a un tumore che non ha mai avuto. Ma non era difficile in quegli anni procurarsi un certificato medico falso. Decise di andarsene più lontano possibile e si rifugiò a Caracas dove è rimasto fino al giorno dell’arresto, nel gennaio 1992. Ma la vendetta dei Testaccini, capeggiati da Enrico De Pedis, non lo risparmiò: in sua assenza fu rapito e ucciso il fratello Roberto, fatto ritrovare morto sul greto del Tevere venti giorni dopo. Era un bravo ragazzo, che non c’entrava niente con i suoi traffici, ma i rivali volevano che dicesse dove si nascondeva e sul suo corpo sono stati trovati i segni della tortura. Così al ritorno in Italia Crispino non ebbe altra scelta che passare dall’altra parte, si fece pentito mandando in galera i pochi sopravissuti e svelando retroscena che hanno consentito di ricostruire qualche mistero d’Italia. Il primo che lo interrogò fu Giancarlo De Cataldo, il giudice scrittore che stava conducendo l’inchiesta che ha poi ispirato Romanzo Criminale. ”Era alto e triste. Una mitragliatrice di accuse ad alto tasso probatorio”. Niente a che vedere con il fascinoso criminale interpretato da Kim Rossi Stuart se non per la freddezza che ha sempre caratterizzato il suo comportamento. De Cataldo, nel parlare di Abbatino, in un’intervista, ricordò un episodio: ”Un confronto tra lui e uno degli imputati, un estremista nero arruolato alla banda: mi colpì perché non ebbe i toni violenti dei faccia a faccia con gli altri ex complici, c’era quasi con un sottofondo di rispetto reciproco. Abbatino raccontava le loro malefatte e quello gli disse che era un mercante di carne umana. Ma lui rimase freddo, appunto, e disse: queste cose le abbiamo fatte insieme”. Il neofascista era Massimo Carminati, uno che faceva i silenziatori con i gommini delle sedie. A Perugia minacciò di morte l’avvocato Carlo Taormina. Ai giudici spiegò: ”Non ero daccordo con i testaccini perché ci tenevano fuori dai loro giri con i siciliani. Io ero convinto che non ce ne sarebbe venuto niente, se non guai per tutti”. Così è stato. E pensare che la Banda della Magliana l’avevano fondata lui e Giuseppucci, quasi per caso. Al Negro avevano rubato una Volkswagen piena di armi, lui andò dritto da Abbatino. Insieme decisero che mettersi insieme era più utile che ammazzarsi» (Rita Di Giovacchino, ”Il Messaggero” 27/11/2008).