LUCA IEZZI, la Repubblica 14/3/2010, 14 marzo 2010
QUOZIENTE FAMILIARE E MENO ALIQUOTE COS IL CENTRODESTRA CAMBIER LE TASSE - ROMA
Riemersa dopo soli due mesi dalle dichiarazioni (e le successive frenate) del premier Berlusconi, la grande riforma fiscale inseguita da Tremonti da oltre un decennio non cambia né nelle scadenze, né nella struttura. Il ministro dell´Economia promette di arrivarci «in due-tre anni e parlando con tutti», confermando l´obiettivo di fine legislatura, anche se una spesa pubblica in crescita e l´attenzione dei mercati per la sostenibilità del debito pubblico, hanno sempre consegnato alla categoria dei "vorrei, ma non posso" anche programmi di riforma più contenuti, come una parziale riduzione dell´Irap. Il programma elettorale del Pdl assegna al "nuovo Fisco" un traguardo ancora più impegnativo: portare la pressione complessiva al 40% del reddito nel 2013, contro il 43,2% attuale.
«Il sistema fiscale è stato disegnato negli anni Sessanta - ha chiarito Tremonti - e messo in legge negli anni Settanta, poi continuamente rattoppato e non so con quanta efficacia: non possiamo proseguire con un sistema vecchio di mezzo secolo. Allora il modello era la grande fabbrica ora è la piccola media impresa».
Si punta a ridurre le aliquote Irpef: due al posto delle attuali cinque, anche se potrebbero esserci passaggi intermedi prima di arrivare ai due soli gradini (23% fino a 100 mila euro e 33% oltre questa soglia). L´effetto è quello di ridurre la pressione fiscale sui redditi personali e chiedere di più dalle imposte indirette su consumi e servizi (Iva). Se rimasse inalterato l´attuale sistema di deduzioni/ detrazioni (necessario a garantire la progressività del prelievo fiscale), i più grandi beneficiari dello sconto sarebbero i contribuenti con redditi a partire dai 40 mila euro.
Secondo alcune simulazioni fino a 30 mila euro lo sconto supererebbe di poco gli 800 euro l´anno, ma arrivati a 40 mila euro di reddito lo sgravio schizzerebbe a oltre 2 mila euro (2.320), con un risparmio che sfiora ogni mese i 200 euro. Gli sconti crescono ovviamente per i redditi più alti vista la sparizione dell´aliquota massima del 43% che nel sistema vigente scatta oltre i 75 mila euro. Dovrebbero essere rivisti gli sconti nel caso di coniuge e figli a carico dal momento che nel programma di governo del Pdl c´è l´introduzione del quoziente familiare.
La rimodulazione delle aliquote comporta comunque un prelievo complessivamente inferiore, specie per i lavoratori dipendenti che storicamente forniscono un gettito più stabile sia rispetto all´andamento dell´economia, sia per un tasso di evasione strutturalmente più basso. Tenere i conti in equilibrio, escludendo clamorosi tagli alla spesa pubblica, significa chiedere un contributo più alto all´imposizione indiretta e sciogliere il nodo del gettito proveniente dai lavoratori autonomi (questo settore in Italia conta sulla quota di occupati più alta nell´area Ocse).
L´altro grande asse di cambiamento sarà quello del federalismo fiscale, già delineato nella legge costituzionale approvata nel 2009 e che Tremonti deve tradurre in realtà, magari riuscendo al tempo stesso in un´opera di semplificazione e individuare «otto tasse fondamentali» come prevedeva nel suo primo "libro bianco" del 1994.