FEDERICO RAMPINI, la Repubblica 13/3/2010, 13 marzo 2010
ORA LA SPECULAZIONE PUNTA ANCHE SUI FILM - NEW YORK
Il successo di "Avatar" farà ricchi anche voi. Basta che, prima di andare al cinema, compriate dei futures su quel titolo alla Borsa di Hollywood. E´ l´ultimo marchingegno "magico" per creare ricchezza di carta inventato da Wall Street. Lo Hollywood Stock Exchange, un mercato finanziario in piena regola per scommettere sugli incassi cinematografici, sarà ai nastri di partenza lunedì. A garantire liquidità al mercato – operando come "controparte" per acquisti e vendite dei futures – c´è un nome tristemente illustre: Cantor Fitzgerald. E´ un´antica società di broker di Borsa newyorchese con una tradizione solida sul mercato dei bond. L´11 settembre 2001 gran parte del suo staff fu sterminato perché aveva la sala trading nelle Torri Gemelle. Ripresasi da quella tragedia la Cantor è tornata ad essere uno dei più attivi broker di Wall Street e ora inaugura i controversi prodotti finanziari legati alle fortune del cinema. Una mossa che fa rabbrividire chi ricorda il ruolo della "finanza creativa" nel collasso del sistema creditizio due anni fa. «Se c´era bisogno di una prova che la Borsa è un casinò, eccola» tuona Steven Pearlstein dalle colonne del Washington Post. Ma il presidente di Cantor, Richard Jaycobs, è imperturbabile: «E´ da una vita che lavoro nel mercato dei futures – dichiara – e questo nuovo prodotto ha un´attrattiva superiore a qualsiasi altro, il suo potenziale è tremendo».
Il meccanismo di questa Borsa di Hollywood è semplice da capire. I contratti future proposti da Cantor costano un dollaro per ogni milione di dollari di fatturato previsto, cioè il ricavato delle vendite dei biglietti al botteghino (certificato da un nuovo sistema di rilevazione in tempo reale, Rentrak). Se un risparmiatore vuole provarci, ecco come funziona una tipica puntata. Esce nelle sale "Alice nel paese delle meraviglie", il film di Tim Burton in 3-D, e si prevede che incassi 100 milioni di dollari nelle prime due settimane? Se un risparmiatore compra 100 dollari di future "Alice" e il pronostico è rispettato, il contratto future si può rivendere alla pari. Se invece il film fa meglio del previsto e incassa 150 milioni, il risparmiatore fa un profitto del 50% in due settimane: un bel colpo. Naturalmente vale anche l´inverso. I future, come ogni titolo derivato, hanno un potenziale effetto moltiplicatore sia sui guadagni che sulle perdite. E oltre a scommettere sul successo lo Hollywood Stock Exchange consente anche l´inverso, per chi vuole puntare sul flop di un film c´è la possibilità di vendere contratti future allo scoperto, la classica manovra ribassista.
I promotori garantiscono che questo nuovo mercato finanziario avrà effetti benefici: può consentire ai produttori cinematografici di coprirsi contro i rischi, proprio come gli agricoltori americani negoziano i future alla Borsa merci di Chicago per premunirsi da un disastro naturale o da un´annata di raccolti magri. Oppure, aggiungono alla Cantor, i produttori veramente entusiasti di un film potranno usare il future per scommettere in anticipo sul trionfo di pubblico, aumentando così i loro guadagni. Si è visto come questi meccanismi abbiano funzionato in altri settori: dall´iperinflazione delle derrate agricole nel 2008, ai giganteschi conflitti d´interessi tra Goldman Sachs e Aig, sui credit default swap, nell´ultima crisi i derivati hanno avuto un ruolo perverso. Non abbastanza per le autorità di vigilanza: il matrimonio tra speculazione e cinema ha avuto il loro nulla osta.