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 2010  marzo 10 Mercoledì calendario

APPUNTI PRESI AL CONVEGNO SU CAVOUR, TEATRO CARIGNANO 10 MARZO 2010-03-13


• Assessore provinciale alla Cultura D’Ottavio. Rivoli oggi ha la stazione ferroviaria grazie al traforo del Frejus (inizio dei lavori 31 agosto 1857).

• Assessore alla Cultura del Comune di Torino. Ha ricordato che Cavour al Cambio mangiava la finanziera e veniva avvertito dell’inizio delle votazioni in aula con la sventolata di un fazzoletto bianco.

• Rosanna Roccia. Vedi la relazione in Frammenti.

• L’addetto culturale francese. Cavour nel ”37 vede l’Ernani (Parigi) e lo stronca. Considera importante il viaggio a Parigi del 1842-1843 in cui va alla Sorbona a sentire Cousin, Guizot, Michelet (che non gli piace perché troppo retorico), Chevalier, Lesseps. Sente anche lezioni di Teologia (Saint-Beuve, Minckiewicz). La duchessa di Broglie nelle sue memorie «è cattiva» perché non lo cita che una volta. L’articolo del 1845 sul mercato dei cereali. Primo incontro con Napoleone III nel 1852, pochi giorni prima del colpo di stato. Non positivo: a Nap piace soprattutto Rattazzi. Il congresso di Parigi inaugura il Quai d’Orsay. Cavour faceva la spola tra le Tuileries e il Palais-Royal. 21 febbraio 1856 lettera a Cibrario sulla contessa di Castiglione.

• Mimmo Càndito, giornalista della Stampa. Ha parlato del direttore del Times, William Russel, inviato in Crimea nel 1854 quando il re e il governo volevano che si raccontasse al pubblico inglese, fino ad allora indifferente, la meravigliosa storia degli eroi soldati. Russell fece invece un resoconto degli orrori, raccontando tra l’altro la sconfitta di Balaclava (carica falcidiata dall’artiglieria nemica). Storia del plico che da Balaclava arriva a Southampton. Richiamato venne sostituito dal fotografo Roger Fenton, che mostrava gli ufficiali mentre prendevano il tè ecc. «Scrivete, perseguitate con la verità i vostri persecutori» (frase di Foscolo messa da Mazzini sotto la testa de La giovine Italia). Nel 185° uscivano a Torino 53 periodici. Nel 1858 i periodici erano 117.

• Gianni Oliva assessore alla Cultura della Regione Piemonte. Racconta l’episodio di Cavour che convoca Verdi a Torino per convincerlo a farsi eleggere deputato. Appuntamento alle 7 del mattino. Verdi fa un po’ d’anticamera e quando si apre la porta vede uscire… Manzoni (episodio raccontato da Nerio Nesi, starebbe nel diario della Strepponi, la Roccia dice che non ci sono riscontri: secondo lei è falso). L’esercito italiano viene creato il 4 maggio 1861 con una legge firmata da Manfredo Fanti. Oliva spiega che l’esercito diventa a quel punto della nostra storia uno strumento culturale che aiuta la costruzione di un’identità unitaria. Vedi volume del Tomellini Delle malattie più frequentemente simulate dai coscritti (recte: dagli inscritti, ordinato). Una volta abili e arruolati, i soldati dovevano estrarre un numero per sapere se avrebbero dovuto fare o no i tre anni di ferma (vedi Mondo dei vinti di Nuto Revelli) Nel 1915 si adotta la surrogazione, cioè se avevi estratto un numero basso pagavi qualcuno che facesse il militare al posto tuo. Esercito senza ufficiali di complemento perché la borghesia evitava il servizio, riservato agli aristocratici per motivi d’onore e al popolo per fame. Per i coscritti la leva può assomigliarsi a un battesimo laico. Poiché l’esercito veniva adoperato anche per tenere l’ordine pubblico si mettevano insieme reggimenti di due regioni diverse che andavano a fare il servizio in una terza regione. Al ritorno a casa la divisa era elegante, l’unico abito elegante, compare Turiddu per farsi bello all’uscita della messa si mette la divisa da bersagliere. La Festa dello Statuto messa in opposizione al Corpus Domini. Le divise sgargianti per ragioni di comunicazione, come i trionfi dei generali romani. Grassardi Il Manuale del Carabiniere del 1855. Il carabiniere non deve dare confidenza, guardare senza vedere, non sposarsi eccetera. I bersaglieri fondati nel 1836 (concezione d’attacco), gli alpini (ci sono le montagne, difendiamoci) nel 1872. L’ordine dell’esercito, nella pagina del libro Cuore dove si racconta la sfilata in occasione della Festa dello Statuto (1882) come momento di grande comunicazione, analogo alla processione religiosa. Storia della cioccolata, se fosse liquida o solida, per i gesuiti (uomini di mondo) liquida, quindi possibilità dei sacramenti e di prenderla nei giorni di digiuno; per i domenicani (talebani) solida e quindi non mangiabile in Quaresima. Risultato: i protestanti hanno un’industria del cioccolato (svizzera) i cattolici no (sulla necessità di fare presto le riforme).

• Raimondo Luraghi. Vedi la relazione in Frammenti.