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 2010  marzo 10 Mercoledì calendario

TEMO SOLO MIO FRATELLO

Dentro l’Emirates Palace, un sette stelle costato tre miliardi di dollari, Vitali Klitschko è il solo a non sembrare minuscolo. Scalinate in marmo, saloni immensi, agli ospiti offrono le biciclette per circumnavigare il palazzo, ma il pugile ucraino regge bene le grandi dimensioni. Agli opulenti lampadari in Swarovski oppone minacciose scarpe con placca di metallo a vista, incastrata nel tacco. Ospite dei Laureus Awards, scopre ad Abu Dhabi che gli hanno cambiato l’avversario e non la prende benissimo. Nicolai Valuev ha rifiutato 2,5 milioni di dollari e il 29 maggio sul ring che vale il titolo dei pesi massimi Wbc ci salirà il polacco Albert Sosnowski.
Si è offeso per il rifiuto?
«Valuev è grosso, solo che non è un grosso campione. Ha cercato una scusa e ha chiesto il doppio come se lui muovesse quel giro d’affari. Già gli avevamo proposto una fortuna. Chi si crede di essere, Alì?».
La difesa del suo titolo ora perde fascino?
«Nessuno pensava che James Douglas potesse buttare giù Mike Tyson o che Chris Byrd mi spingesse a gettare la spugna ma è successo. Sono i pesi massimi, il pronostico conta zero perché siamo troppo grossi per essere prevedibili. Ho un buon avversario e un ottimo motivo per vincere: io e mio fratello Wladimir ci giochiamo in famiglia il record di titoli e vogliamo portare a casa tutte le cinture».
I Klitschko si sono presi una bella fetta di pugilato. Date fastidio?
«Non ci possono battere e vorrebbero vederci l’uno contro l’altro: solo che non succederà, non è mai successo. Quando io avevo 10 anni lui ne aveva cinque e così via: fino a che eravamo ragazzi c’era troppa differenza, lui si sarebbe fatto male e oggi farebbe male a me. l’unico che mi spaventa. E poi siamo così legati che l’incontro sarebbe una farsa».
Rischiate di sfidarvi fuori dal ring. Se entrambi confermate i vostri titoli ci sarà solo la cintura Wba di David Haye fuori dalla famiglia. Chi dei due ci combatterà?
«Io sono il più vecchio, ho ancora poco tempo per tirare pugni. Chiederò a Wladi di fare un passo indietro. Se rifiuta potremmo giocarci l’avversario a scacchi. Voglio Haye perché è il momento di riunificare le cinture».
Così potrà smettere e darsi alla politica?
«Sto già vivendo una doppia carriera, sono nel parlamento ucraino, lavoro nella commissione per lo sviluppo di Kiev. Serve una nuova generazione per avvicinarci all’Europa».
Quanto lontano siete ora?
«Parecchio, però stiamo sulla giusta direzione. Io lavoro per cercare chi è interessato a investire nel nostro Paese».
Euro 2012 aiuta o arriva troppo presto?
«Capisco lo scetticismo, però saremo pronti perché siamo seri, non facciamo proclami e lavoriamo duro. Sono il primo a credere che lo sport può cambiare il mondo, questo Europeo di calcio vi mostrerà quanto è giovane e dinamica l’Ucraina».
Fa più a pugni sul ring o in politica?
«In entrambi i mondi serve disciplina e determinazione, solo che la boxe ha delle regole e le devi rispettare. In politica valgono anche i colpi bassi, è l’"Ultimate fighting" dove ha ragione l’ultimo che resta in piedi. Non importa come».
Questo combattimento estremo le interessa?
«Non si cambia niente stando a guardare».
Nel 2005 ne aveva abbastanza e si è ritirato. Adesso dice di aspettare solo Haye per chiudere. Scelta definitiva?
«Non avrei mai immaginato di essere così competitivo a 38 anni. Lo so, noi pugili siamo famosi per i ritorni, ma prometto di non diventare patetico. Purtroppo mi è rimasto qualche sfizio e non so se riuscirò a togliermelo».
Cerca una rivincita contro Lennox Lewis?
«Già, ho perso solo due incontri, quello con Byrd e quello con Lewis ai punti e non mi va giù. Ho provato tante volte a organizzare il combattimento e c’ero quasi riuscito. Mi ha chiamato in un albergo: io, lui e sua madre. Abbiamo discusso i dettagli, la mamma è rimasta a fissarmi. Il giorno dopo Lennox mi ha detto: "Non si può fare". Ho capito che aveva deciso la mamma».
Sua madre non le ha mai vietato un incontro?
«Ha passato la vita a cercare di tirarmi fuori dal quadrato, per sua sfortuna mio padre faceva l’esatto opposto: mi buttava tra le corde. Lei ha deciso per la censura: non guarda mai le immagini dopo i combattimenti. Non vuole vedere i suoi bambini insanguinati».