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 2010  gennaio 20 Mercoledì calendario

[DROGA A SCUOLA] - DROGA A SCUOLA, SETTE GIOVANI ARRESTATI - C’è

chi sceglie il silenzio, uno scudo dietro cui proteggere l´immagine di una scuola fiorentina; chi non ha dubbi, perché "nella mia scuola è impossibile che si spacciasse droga", e chi non si stupisce. Come Marianna Franceschini, preside dell´Istituto d´arte di Porta Romana: "C’eravamo accorti degli appostamenti dei carabinieri, non pensavamo succedesse dentro la scuola, ma del resto fuori c´è un giardino, e purtroppo una volta finite le lezioni succede quel che succede: escono e noi non ci possiamo più fare niente".

Suona come un limite, un allarme, la campanella per le scuole travolte dall’operazione che ha portato agli arresti domiciliari di 7 giovani colpevoli di spaccio di hashish nei licei e negli istituti fiorentini. Cinque di loro facevano girare il fumo nelle classi e vendevano a debito ai minorenni. Eppure "nessuno dei nostri docenti - continua Franceschini - ha mai beccato qualcuno a fumare marijuana". E’ "dispiaciuta" la dirigente. Teme che questa brutta storia si ripercuota sull’immagine della scuola e che per colpa di una paio di "mele marce" ci rimettano gli oltre 850 alunni e "bravi ragazzi" del suo istituto. Ed è "amareggiata" perché il fenomeno esiste, ma insegnanti e personale scolastico sono sempre più disarmati: "Non immaginate quanto faccia male vedere come le nostre campagne informative sugli effetti delle droghe vadano a vuoto. La droga non è più un elemento di rottura come nel ’68 - continua Franceschini - Ora gli studenti sono consapevoli dei pericoli che corrono assumendo droghe, eppure lo fanno. Per spirito di omologazione. E senza il sostegno delle famiglie è sempre più difficile".

Un deficit che non è solo educativo, ma anche comportamentale. I giovani, spiega la preside, "non riconoscono più nei professori figure autorevoli, legittimati ad imporre modelli. Così fumano sigarette nei bagni anche se non potrebbero farlo o utilizzano il telefonino anche se è stato loro vietato". Liceo Michelangelo e Capponi sono le altre due scuole pubbliche finite nel mirino dell’inchiesta. Ma la rete dello spaccio sarebbe filtrata anche nei corridoi dell´Istituto privato Biancaspina. "Impossibile - dice il preside Michele Russi - siamo al secondo piano dei un palazzo in centro. Non ci sono cortili, e i bidelli controllano tutti gli spazi. Ed escludo anche che qualcuno dei nostri alunni possa essere coinvolto".

Attivo da 47 anni, il Biancaspina accoglierebbe "giovani che non si lascerebbero mai andare a certe debolezze". Primo, perché un bulletto "non resisterebbe per molto insieme a un gruppo composto di ragazzi rispettosi e impeccabili, tutti selezionati. Secondo, nessuno delle forze dell’ordine è mai venuto a informarmi. Se avessi avuto una soffiata su uno degli studenti, l’avrei subito messo alla porta". Grazie e arrivederci.