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 2010  febbraio 18 Giovedì calendario

TUTTI I PROCESSI DEL PRESIDENTE /14 - BERLUSCONI MEDIATRADE

Ci sono coincidenze che fanno venire i brividi. Questa, ad esempio: il 22 gennaio scorso la procura di Milano chiude le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per il premier, per Fedele Confalonieri e per Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset e numero 1 di Rti, le accuse vanno dall’appropriazione indebita alla frode fiscale, reati che i dirigenti Mediaset, a cominciare dal suo fondatore, avrebbero commesso acquistando dalla Paramount e da altre major i diritti di trasmissione di film e telefilm (si tratta di una costola dell’altro processo, già a dibattimento, sui presunti fondi neri creati grazie alle compravendite maggiorate dei diritti). Bene, il deposito degli atti avviene proprio il giorno dopo che il Senato ha approvato in prima lettura il ”processo breve”, una delle armi messe in campo dal premier per sbarazzarsi una volta per tutte dai suoi impicci legali. E invece, zac , spunta subito fuori un altro processo. La cui sopravvivenza rispetto al combinato disposto delle ultime tre leggi ad personam in via di approvazione (processo breve, legittimo impedimento e scudo giudiziario per le più alte cariche) è ancora tutta da decifrare. Dipende se il timer della decorrenza dei tempi di vita del processo (in questo caso tre anni) decorre dalla richiesta di rinvio a giudizio o da tre mesi dopo la chiusura delle indagini (cioè il 22 gennaio). Parliamo del processo Mediatrade, l’ultima delle tre spine ancora nel fianco giudiziario del premier. Terza spina, abbiamo già visto nella dodicesima punta di questa serie, dello stesso ramo da cui sono nati il processo sui diritti tv e lo stralcio Mills. I pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro sono convinti di poter dimostrare che tra il 2002 e il 2005 il presidente del Consiglio ha concorso con altri a svuotare di 34 milioni di dollari (appropriazione indebita) l’azienda di cui è socio di maggioranza (Mediaset) e a frodare il fisco per 8 milioni di euro, truffa i cui effetti tributari sarebbero sensibili fino al 2009. Il fascicolo Mediatrade nasce nel 2005 con una perquisizione negli uffici di Rti, società controllata da Mediaset. Da quel giorno la guardia di finanza tiene sotto sequestro, congelati, 100 milioni di euro del produttore tv Frank Agrama, ufficialmente agente nella compravendita dei diritti ma di fatto, secondo gli investigatori, «socio occulto» di Berluscioni. E’ lui che gonfia i prezzi degli acquisti e deposita la differenza, «ingiustificata» per l’accusa, in conti off shore riconducibili alla famiglia Berlusconi e alla galassia Fininvest. Il premier è indagato dal 2007. Una dozzina di rogatorie e 43 mila pagine di atti avrebbero dimostrato un meccanismo banale ma mascherato da un giro complesso di bonifici tra istituti di credito di mezzo mondo. Invece che contrattare direttamente i diritti dei film e ottenere così un prezzo più vantaggioso, Rti-Mediatrade li acquista a un costo assai maggiore dalla società Wiltshire di Agrama, che a sua volta li ottiene dalle case di produzione americane. La differenza tra quanto pagato dalla Wiltshire e l’esborso del gruppo Fininvest-Mediaset, «circa il 45 %» dicono i magistrati, è la ”cresta” accumulata nei paradisi fiscali. Oltre alle rogatorie e ai riscontri bancari tra Usa e Hong Kong, l’accusa ha una serie di testimoni che indicano Agrama come «socio occulto» di Berlusconi fin dagli anni ottanta. E che raccontano come già negli anni novanta alcuni manager Mediaset avessero cercato di stoppare il ruolo e l’intermediazione di Agrama perché troppo costosi. La procura ha fretta. Da luglio a oggi la clessidra della prescrizione s’è già mangiata imputazioni per 40 milioni. E’ di pochi giorni fa la notizia che ai magistrati sono arrivati altre migliaia di pagine di atti. A oggi non c’è neppure la richiesta di rinvio a giudizio. E’ questo, almeno per ora, l’ultimo appuntamento giudiziario del premier. Arriva dopo sedici anni di altre indagini e molti processi, tra polemiche e tensioni politiche. Una storia, quella processuale del presidente del Consiglio, che si sviluppa lungo la pista dei soldi e rimette al centro il ”peccato originale”: Berlusconi è entrato in politica nel 1994 per vocazione o piuttosto perché Fininvest aveva un rosso di bilancio pari a circa 5 mila miliardi? E’ per aiutare se stesso e l’azienda che il premier ha pagato e comprato tutto quello che poteva, dalla politica ai giudici, in un palese e costante conflitto di interesse, la vera cornice che tutto tiene?(14. Fine)