(a.cus.), la Repubblica 24/2/2010, 24 febbraio 2010
IL KILLER DI DE PEDIS INGHIOTTITO DALL´AFRICA - ROMA
Il curriculum da killer di Antonio D´Inzillo, che secondo gli inquirenti sarebbe legato a Mokbel, inizia quando era ancora minorenne: militante dei Nar, sbagliò vittima, e uccise l´impiegato Antonio Leandri scambiandolo per l´avvocato Giorgio Arcangeli, difensore di estremisti di destra, ma considerato un traditore. Uscì dal carcere grazie a una legge allora entrata in vigore che prevedeva la scarcerazione dei minorenni nel caso in sei mesi non si fosse concluso il processo d´appello. Fu uno dei primi ad abbandonare la lotta armata neofascista ed entrare nella criminalità comune. Venne coinvolto nella misteriosa morte (ufficialmente, durante un incidente d´auto), della figlia di Ilio Spallone, fratello del medico di Togliatti. E fu uno dei due killer di Renatino De Pedis, di cui tanto si parla per la tomba nella cripta della chiesa di Sant´Apollinare e per un presunto coinvolgimento nel sequestro di Emanuela Orlandi. Nel ´93 riuscì a scappare schivando per poco la cattura per entrambi gli omicidi. Riparò in Kenya, poi in Uganda, lavorando non si sa come per il presidente Museveni, dedicandosi a varie attività, commerciali e paramilitari. Avrebbe lavorato per attività segrete come il trasporto di legname rubato in territorio sudanese, avrebbe gestito traffici d´oro dal Congo e ricoperto un ruolo nei rapporti con alcune organizzazioni paramilitari. Fu sfregiato da una pistolettata in faccia e di lui si sono perse le tracce. Pare che sia morto per problemi al fegato, e il suo corpo cremato.
(a.cus.)