Gianni Micaletto, La Stampa 22/2/2010, pagina 80, 22 febbraio 2010
DOMANDE
& RISPOSTE: IL TELEVOTO -
Il Festival di Sanremo è stato deciso, tra le polemiche, dal televoto. Che cos’è?
un sistema di votazione adottato da molti programmi televisivi per consentire al pubblico da casa d’interagire, attraverso telefono fisso o cellulare, esprimendo opinioni e preferenze. In questo modo orienta l’esito di concorsi, giochi, talent e reality show. Ed è stato, appunto, determinante per il discusso esito del Festival appena andato in archivio.
Come funziona?
Il televoto viene appaltato a società esterne esperte nella gestione di telefonate e sms. Nel caso del Festival, il servizio è stato curato per la Rai dalla NeoNetwork Srl con Telecom Italia, Vodafone, Wind e H3G, ciascuno per i propri clienti. L’utente vota componendo un apposito numero telefonico o inviando un «messaggino». La raccolta dei dati avviene fino a quando non viene pronunciato il fatidico «stop al televoto». A questo punto, alla presenza di un notaio, si procede al conteggio dei voti, per decretare esclusioni e vittorie.
Si verificano «intasamenti» nell’invio dei voti?
Capita spesso, soprattutto nei programmi più visti, che si raggiungano picchi di oltre 200 sms al secondo e fino a circa 15 mila voti al minuto. Non sempre gli operatori telefonici riescono a gestirli in tempo reale. Così, può accadere che una quota di preferenze sia registrata dal sistema centrale di raccolta dopo lo stop imposto dal conduttore di turno. Questi voti potrebbero quindi non essere conteggiati.
Quanto costa televotare?
In genere la tariffa si aggira attorno a 1 euro per chiamata da telefono fisso. Lo stesso vale per gli sms, salvo condizioni ad hoc definite dall’operatore telefonico, solitamente di 12 centesimi di euro. In pratica, il costo del messaggio di conferma dell’avvenuta votazione. Ma può accadere che l’utente si ritrovi a pagare somme maggiori, nel caso in cui venga addebitato anche l’invio, come evidenziato a più riprese dalle associazioni dei consumatori. Per il Sanremo 2010, le chiamate da utenza fissa e la conferma di voto dal mobile via sms costavano 75 centesimi più Iva per ogni voto valido. Dal sito Rai si viene a sapere che gli sms d’invio dovevano considerarsi gratuiti per tutti i clienti degli operatori che hanno aderito al servizio.
Quante volte uno stesso utente può televotare?
In molte trasmissioni è stato definito un limite massimo per utenza oltre il quale il «cervellone» non sia più costretto a registrare il voto. In paesi come l’Inghilterra il tetto è di tre voti a sessione, mentre in Italia si va ben oltre. E la spesa può assumere una certa consistenza. Al Festival c’era un tetto di 5 voti per sessione. Sono poi frequenti le polemiche su come possono essere indirizzate le preferenze, fino a determinare un risultato piuttosto che un altro.
Chi ci guadagna?
Normalmente gli introiti del televoto vengono divisi fra gli operatori telefonici, le reti televisive, il titolare del format, i produttori dei programmi e (ovviamente) le società chiamate a gestire il servizio. A trarne maggior profitto sono però le aziende della telefonia, con percentuali variabili in base ai singoli accordi.
Quando ha cominciato a diffondersi il televoto?
Nella prima metà degli anni Novanta. L’Eurofestival è stato un pioniere in questo campo, almeno sul fronte dei concorsi canori.
Quanti sono i programmi che l’adottano?
Tantissimi. In particolare reality show come «Il Grande fratello», «L’isola dei famosi», oltre che i talent «X Factor» e «Amici». E’ decisivo anche per «Ballando con le stelle», «I raccomandati» oppure eventi paragonabili al Festival di Sanremo come «Miss Italia». Molti programmi devono il loro successo proprio al pubblico che, da casa, decide le sorti dei partecipanti con sms e telefonate.
Qual era il meccanismo impiegato per il Festival?
Il televoto è stato utilizzato per tutte le cinque serate, ma nelle prime due è stato affiancato dalla giuria demoscopica all’Ariston, con un peso del cinquanta per cento sulla classifica dei cantanti in gara. Nelle altre serate i giurati in sala sono stati sostituiti dagli orchestrali (una cinquantina), dividendo sempre il peso a metà. Ma nella fase decisiva della finalissima, quella che ha portato tre partecipanti a contendersi la vittoria, si sono pronunciati soltanto i telespettatori. E il verdetto è stato platealmente contestato dai professori della Sanremo Festival Orchestra, i quali avevano espresso un orientamento positivo soprattutto su Simone Cristicchi e Malika Ayane. Le votazioni erano palesi, con schede nominative, e non tutti si sono espressi. Ma la Rai ha «blindato» le scelte dei professori dell’Ariston, nel tentativo di evitare ulteriori, vibranti, polemiche.
a cura di Gianni Micaletto