Francesco Prisco, Il Sole 24 Ore 22/02/10, 22 febbraio 2010
Gli «Amici» di Maria De Filippi sono un business da 43 milioni - Amici: plurale del sostantivo maschile amico, dal latino «amicus»
Gli «Amici» di Maria De Filippi sono un business da 43 milioni - Amici: plurale del sostantivo maschile amico, dal latino «amicus». Termine dal significato comprensibile anche ai bambini di tre anni d’età, indicante «coloro i quali sono uniti da legami di amicizia con una o più persone». Termine che nell’italiano contemporaneo ha smesso di avere un significato neutrale: pronunci la parola «amici» e tutti pensano a quegli amici lì, gli «Amici di Maria De Filippi». Un programma televisivo sulla cui qualità si possono esprimere giudizi molto diversi ma che rappresenta indiscutibilmente uno dei format di maggiore successo dell’ultimo decennio. Anzi: se è riuscito a esprimere Marco Carta e Valerio Scanu, i vincitori delle ultime due edizioni di Sanremo, con tutta evidenza ha contribuito in maniera decisiva alla determinazione del gusto televisivo imperante in Italia. Oltre a rivelarsi presto una miniera d’oro per Mediaset e la famiglia Costanzo. L’edizione in corso propone la stessa fortunata formula di nove anni fa, quando il format si è evoluto dal precedente talk show con lo stesso nome: c’è una scuola che nelle aspirazioni dei produttori è molto simile a quella del leggendario telefilm americano «Saranno Famosi» (questo era, non a caso, il titolo della prima edizione, cambiato per problemi di copyright); all’interno di essa convivono una ventina di giovanissimi aspiranti artisti, tra cantanti, attori e ballerini; la bravura dei concorrenti è valutata nella prima fase da un consesso di insegnanti, nella seconda dal pubblico attraverso il meccanismo del televoto. In poche parole ciò che gli addetti ai lavori (e ormai non solo) definiscono talent show, sottogenere del reality incentrato sulle doti artistiche dei partecipanti, come «Pop Idol» in Inghilterra, «American Idol» negli Usa e «Nouvelle Star» in Francia. A confronto con i suoi parenti esteri, «Amici di Maria De Filippi» gioca però di più sull’interdisciplinarieità e presidia il palinsesto di riferimento (quello di Canale 5) per un arco di tempo superiore, da settembre alla primavera, un po’ come il campionato di calcio. Sempre per rimanere in tema, è proprio la «squadra» a fare la differenza. Centravanti Maria De Filippi: ideatrice e presentatrice della trasmissione, quando ha cominciato tutti dicevano che era in Tv perché moglie di Maurizio Costanzo, con il tempo ha dimostrato che «oltre ad avere avuto la bicicletta – il concetto è quello espresso dal marito qualche tempo fa – sa pedalare molto bene». Allenatore Paolo Pietrangeli: regista di fiducia della famiglia, per anni in cabina ai Parioli per il «Maurizio Costanzo Show», con trascorsi nella canzone folk più politicizzata. Per chi non lo sapesse, la leggendaria «Contessa», quella che nel ”68 esortava a venire «dai campi e dalle officine», porta la firma sua. La produzione è affidata a Fascino Pgt Srl, società con 235 dipendenti per il 50% di proprietà di Rti (gruppo Berlusconi) e per il 50% della stessa De Filippi, dopo che due anni fa il marito le ha ceduto il proprio 30% delle azioni. La stessa che produce tutti i format di Maria De Filippi (da «C’è posta per te» a «Uomini e donne»), piece teatrali come «Footloose» e «Io ballo», nonché gli album musicali dei ragazzi di «Amici». Il meccanismo è quello della filiera: nel talent show emergono nuovi personaggi che hanno un buon ascendente sul pubblico giovanile? Si fa loro incidere un disco subito, mentre l’anno successivo li si porta in giro con una tournée teatrale o, piuttosto, li… si manda a Sanremo. Un meccanismo che funziona, se è vero che la srl con sede a Roma a fine 2008 ha registrato un valore della produzione di 48 milioni e ricavi per 43,6 milioni, +8,9% rispetto all’anno precedente. Questi numeri non dipenderanno soltanto dal successo di «Amici», ma c’è da scommettere che al talent show sia riconducibile una parte tutt’altro che marginale del business dell’azienda. Perché il termine «Amici», dopo Maria De Filippi, non ha più lo stesso significato.