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 2010  febbraio 20 Sabato calendario

UNA CONTRADDIZIONE RUSSA MOLTA SCIENZA, POCA PRATICA

La Russia è un grande Paese, geniale sotto molti punti di vista, in biologia, letteratura, tecnica, conquiste spaziali, medicina e chirurgia, armamenti eccetera, eppure nella mia lunga vita ho potuto acquistare solamente una lampadina per bicicletta costruita in quel Paese. Come mai?
Filippo Cortesi filippo.cortesi@tiscali.it
Caro Cortesi, potrei aggiungere che ho personalmente fatto una pessima esperienza, quando vivevo a Mosca, con le batterie di cui avevo bisogno per l’ alimentazione della mia radio. E potrei ricordarle un articolo in cui Alberto Ronchey scrisse che il solo apparecchio moderno inventato dalla tecnologia sovietica era il samovar elettrico. La frase fu detta polemicamente e scherzosamente nel corso di uno scambio di battute, se non sbaglio, con Mario Melloni, corsivista dell’ Unità e meglio noto con lo pseudonimo di Fortebraccio. In realtà Ronchey, per alcuni anni corrispondente da Mosca per La Stampa, conosceva bene le ragioni di questa contraddizione. Sono almeno due. In primo luogo l’ Urss non era e non volle mai essere una società dei consumi, e i sovietici rinunciarono deliberatamente in tal modo a quello straordinario fattore di progresso tecnologico che è rappresentato dalle sollecitazioni del mercato. Ne avemmo la prova quando constatammo che la politica spaziale dell’ Urss non aveva alcun effetto sulla vita quotidiana dei cittadini, mentre le ricerche della Nasa riversavano sulla società civile una valanga di innovazioni tecnologiche, molte delle quali (penso all’ algoritmo di Viterbi, padre della telefonia mobile) hanno considerevolmente migliorato la qualità della nostra vita. Vi furono momenti (gli anni Sessanta e Ottanta) in cui la dirigenza sovietica si rese conto della necessità di soddisfare maggiormente le esigenze dei consumatori. Ma il regime si limitò a qualche azienda, comprata in Occidente «chiavi in mano», per confezionare sigarette, succhi di frutta, scarpe. La seconda ragione è politico-militare. Tutte le grandi ricerche del sistema sovietico, dalla missilistica al nucleare, ebbero luogo nell’ ambito delle forze armate e furono gelosamente custodite dagli organi responsabili della sicurezza. Venne a mancare in tal modo quella spontanea collaborazione tra ambienti e militari e civili che ha prodotto Silicon Valley. Nel 1987, a Mosca, feci visita a un brillante scienziato spaziale, Roald Z. Sagdeyev, che dirigeva un istituto dell’ Accademia delle scienze e avrebbe sposato qualche anno dopo Susan Eisenhower, nipote del presidente degli Stati Uniti. Mi ricevette nel suo studio e mi mostrò, quasi scusandosi, una batteria di computer bulgari e ungheresi con cui aveva cercato di comporre un domino informatico necessario alle sue ricerche. L’ Urss mandava satelliti nello spazio, ma non aveva una industria informatica capace di produrre computer veloci e superveloci. Gorbaciov fu consapevole di questa deficienza e propose ai suoi connazionali l’ esempio della Repubblica democratica tedesca, l’ unico regime comunista dove lo Stato avesse cercato di mantenere quel legame fra ricerca e industria che aveva alimentato la grande rivoluzione industriale tedesca. Ancora un tragico paradosso: da un punto di vista sovietico l’ antiquata, inefficiente e terribilmente inquinante Rdt poteva sembrare un Paese moderno.
Sergio Romano