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 2010  febbraio 20 Sabato calendario

LA STORIA DELL’UOMO NEL GENOMA DI TUTU - L’

arcivescovo Desmond Tutu, amante della scienza, ha accettato di buon cuore di essere analizzato nel suo Dna per aiutare a svelare i segreti delle più antiche popolazioni della Terra. Alla sua porta aveva bussato Vanessa M. Hayes dell’ università australiana del New South Wales alla guida di un gruppo di ricercatori provenienti anche dalle università americane della Pennsylvania e di Houston. L’ interesse della signora Hayes era legato al fatto che l’ arcivescovo discende da due etnie diverse perché nel suo codice della vita si sono fusi i geni bantu del padre e della madre, nei quali però si sono trovate anche tracce di origini boscimane. L’ indagine ha riguardato altri quattro soggetti boscimani e mira a decifrare la storia genetica umana scoprendo le variazioni manifestate dal Dna dei nostri progenitori che, cinquantamila anni fa, uscivano dall’ Africa per conquistare il pianeta. I boscimani e i bantu sono tra i rami più antichi oggi viventi dell’ uomo e sono stati tra i primi a staccarsi, circa centomila anni fa, dall’ albero genealogico dell’ Homo sapiens. «Sono pure tra i popoli più disgraziati del mondo - dice Luigi Luca Cavalli Sforza, maestro della genetica delle popolazioni - perché sono sempre stati considerati inferiori, gente da poco, dagli stessi africani». I boscimani sono cacciatori-raccoglitori originariamente insediati nel Sudafrica. Cinquemila anni fa la discesa dei bantu dalle regioni dell’ Ovest li costrinse però a migrare e in buona parte vennero decimati. Ma ciò non ha impedito che fra le due etnie ci fossero delle unioni. Finora la ricerca aveva riguardato la popolazione degli Yoruba in Nigeria ed ora se ne aggiunge una seconda tra le 14 più importanti identificate da Vanessa M. Hayes. Le variazioni genetiche sono state favorite dalla selezione naturale e nei boscimani si è visto che una grande parte delle proteine sono mutate proprio in quei geni coinvolti nell’ acuità visiva e nella percezione dei suoni e degli odori, doti molto importanti per un cacciatore. I genitori dell’ arcivescovo Desmond Tutu provengono dai due più grandi gruppi bantu del Sudafrica: I Sotho-Tswana e Nguni. Ma nel suo genoma si è riscontrata pure la presenza del patrimonio genetico boscimano derivato da un antico matrimonio. Nel Dna dei cinque soggetti esaminati sono stati scoperti 1,3 milioni di varianti. L’ interesse ad esaminarle è anche quello di trovare la causa di alcune malattie. «Pure Nelson Mandela - aggiunge Luigi Luca Cavalli Sforza - discende da ottentotti e bantu come l’ arcivescovo Desmond Tutu. Sono due persone di grande intelligenza che si offrono come magnifico esempio di vigore degli ibridi e come una condanna dell’ idea della razza pura».
Giovanni Caprara