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 2010  febbraio 21 Domenica calendario

TOLSTOJ: SONO ARISTOCRATICO, QUINDI IL POPOLO IO NON LO CAPISCO (+

dizionario delle idee) -
Io ho scritto fino ad ora soltanto di prìncipi, conti, ministri, senatori e dei loro figli, e temo che anche nel prosieguo della mia storia non ci saranno personaggi di altro tipo.
Forse questo non va bene e non piacerà al pubblico; forse per il pubblico è più interessante e istruttiva la storia dei mužiki, dei mercanti e dei seminaristi, ma pur con tutto il mio desiderio di avere il maggior numero di lettori, non mi è possibile soddisfare questa preferenza per molte ragioni.
Anzitutto, perché i documenti storici del tempo di cui scrivo si sono conservati soltanto negli epistolari e nelle trascrizioni di persone del più alto livello culturale; anche i racconti interessanti e intelligenti che mi è capitato di ascoltare, li ho sentiti soltanto da persone di quello stesso ambiente.
In secondo luogo, perché la vita dei mercanti, dei cocchieri, dei seminaristi, dei forzati e dei mužiki è per me monotona e noiosa, e tutte le azioni di queste persone mi sembrano derivare, per la maggior parte, da queste sole ragioni: l’invidia nei confronti dei ceti più fortunati, l’avidità e le passioni materiali. E se pure non tutte le azioni di queste persone derivano dalle ragioni indicate, tuttavia le loro azioni sono intrise di questi moventi, così che è difficile comprenderle e pertanto descriverle.
In terzo luogo, perché la vita di queste persone (cioè dei ceti inferiori) reca su di sé una minore impronta del tempo.
In quarto luogo, perché la vita di queste persone è brutta.
In quinto, perché non ho mai potuto capire cosa pensa il poliziotto in piedi nella sua garitta, cosa pensa e prova il bottegaio che invita i clienti a comprare bretelle e cravatte, cosa pensa il seminarista quando lo portano per la centesima volta ad essere fustigato con le verghe, e così via. Io non posso capire questo, così come non posso capire cosa pensa la mucca quando la mungono, o cosa pensa il cavallo quando trasporta una botte.
In sesto luogo, perché, infine (e questo, lo so, è il motivo migliore), perché io stesso appartengo al ceto superiore, alla società superiore e la amo.
Io non sono un borghese, come diceva orgogliosamente Puškin, e anzi affermo senza esitazione di essere un aristocratico per nascita, per abitudini e per posizione. Sono un aristocratico perché non solo non mi vergogno di ricordare i miei antenati, i miei padri, i nonni, i bisnonni, ma questo mi rende particolarmente felice. Sono un aristocratico perché sono stato educato fin dalla fanciullezza nell’amore e nel rispetto dell’eleganza, la quale si esprime non solo in Omero, Bach e Raffaello, ma in tutte le piccole cose della vita: nell’amore per le mani pulite, per un bel vestito, per una tavola o una carrozza elegante. Sono un aristocratico perché sono stato così fortunato che né io, né mio padre, né mio nonno abbiamo conosciuto l’indigenza e la lotta tra la coscienza e la necessità, non abbiamo mai avuto bisogno di invidiare, né d’inchinarci davanti a nessuno, non abbiamo conosciuto l’esigenza di studiare per guadagnare e per raggiungere una posizione in società, prove a cui sono sottoposte le persone bisognose. So che questa è una grande fortuna e di questo ringrazio Dio, ma sebbene questa fortuna non appartenga a tutti, tuttavia non vedo motivo di rifiutarla e di non utilizzarla.
Sono un aristocratico perché non posso credere che abbia mente elevata, gusto raffinato e grande onore un uomo che si infila le dita nel naso e la cui anima parla con Dio.
Tutto questo forse è stupido, delittuoso, insolente, ma è così. Io dichiaro fin da subito al lettore che tipo di uomo sono e che cosa si può aspettare da me. ancora in tempo per chiudere il libro e denunciarmi come un idiota, un retrogrado e un nuovo Askocenskij (scrittore oscurantista del tempo, ndr), al quale io, sfruttando l’occasione, mi affretto ad esprimere i miei più sinceri, profondi e da tempo sentiti rispetti.
Lev Nikolaevic Tolstoj
(Traduzione di Giuseppe Ghini)

***

IL SENSO DELLA VITA? CHI E’ FELICE HA RAGIONE -
AMORE
Nell’amore fra un uomo e una donna c’è sempre un momento in cui questo amore raggiunge il suo zenit, quando in esso non c’è nulla di cosciente, di razionale e nulla di sensuale.

AMOR PROPRIO
Null’altro si congiunge tanto intimamente e tanto spesso in tale congiungersi si annienta, quanto l’amore e l’amor proprio.

BENE PUBBLICO
Da che esiste il mondo e gli uomini si uccidono l’un l’altro, nessun uomo ha mai commesso un delitto contro un suo simile senza tranquillarsi con questa medesima idea. Questa idea è le bien public, il supposto bene degli altri uomini.

CASO
Io non so perché si produce un certo fenomeno: penso che non lo posso sapere: perciò non lo voglio sapere e dico: è il caso. Vedo una forza che produce un’azione sproporzionata alle capacità umane; non capisco perché ciò avvenga e dico: è il genio.

CATTIVI PENSIERI
Una cattiva azione si può non ripetere, di essa ci si può pentire, mentre i cattivi pensieri generano sempre cattive azioni.

DIO
Non ci sono e non ci possono essere le cause di un fatto storico, salvo l’unica causa di tutte le cause.

DOPPIEZZA
In Nechljudov, come in tutti, c’erano due uomini. L’uomo spirituale, che cerca per sé solo quel bene che possa essere un bene anche per il prossimo, e l’altro, l’uomo animale, che cerca il bene solo per sé e per questo bene è pronto a sacrificare il bene del mondo intero.

FELICIT
Chi è felice ha ragione.

FOLLA
In ogni uomo vi sono due aspetti della vita: la vita personale, che è tanto più libera quanto più astratti sono i suoi interessi, e la vita elementare, la vita di sciame, dove l’uomo obbedisce inevitabilmente a leggi che gli sono prescritte.

GENIO
vedi «Caso».

IRA
Mi infuriai del tutto, con quell’indignazione ribollente di collera che mi piace in me, che anzi, quando mi viene, assecondo perché ha su di me un effetto tranquillizzante e per un breve tempo dà anche un’elasticità, un’energia e una forza straordinaria a tutte le mie capacità fisiche e morali.

MORTE
«C’è meno delizia nella vita, quando pensi alla morte, ma s’è più tranquilli». (Levin in Anna Karenina)

ODIO
Strano: da quando Nechljudov aveva capito d’essere cattivo e odioso a se stesso, da allora aveva smesso di trovare odiosi gli altri.

OZIO
Una voce segreta ci dice che, se siamo oziosi, dobbiamo essere colpevoli. Se l’uomo potesse trovare uno stato nel quale, essendo ozioso, si sentisse utile e compisse il proprio dovere, ritroverebbe una parte della beatitudine primordiale. E di tale stato di ozio obbligatorio e incensurabile gode una categoria intera, la categoria dei militari. In questo stato obbligatorio e incensurabile è consistita e consisterà la maggior attrattiva della carriera militare.

PIACERE
Tutti i piaceri del corpo vengono distrutti dalla consapevolezza che ne hai.

POETA
Il poeta prende le cose migliori della sua vita e le mette nel suo lavoro. Così il suo lavoro è bellissimo, e la sua vita brutta.

POTERE
Qual è la causa degli avvenimenti storici? Il potere. Che cos’è il potere? Il potere è la somma delle volontà trasferite in un individuo. Sotto quale condizione le volontà delle masse si trasferiscono in un individuo? A condizione che quella persona esprima la volontà di tutti. Cioè il potere è il potere. Cioè il potere è una parola, il cui significato ci è incomprensibile.
RAGIONE
Se si ammette che la vita umana può essere guidata dalla ragione, si distrugge la possibilità della vita.

RELIGIONE
«Ci sono diverse religioni perché si crede agli altri, ma non si crede a se stessi. Anch’io credevo agli altri ed erravo, come nella tajga; mi ero così smarrito che disperavo di uscirne fuori. E vecchi credenti e nuovi credenti, e sabbatisti e flagellanti, e popovcy e bezpopovcy, e austriaci, e molokane, e skopcy. Ogni fede pretende di essere l’unica. E tutti si sono dispersi come cuccioli ciechi. Le fedi sono tante, ma uno solo è lo spirito». (Kryl’cov in Resurrezione)

RISPETTO
«Il rispetto l’hanno inventato per nascondere il posto vuoto dove dev’essere l’amore». (Anna in Anna Karenina)

STORIA
La storia, cioè la vita incosciente e comune, la vita di sciame dell’umanità, si avvantaggia per sé di ogni momento della vita dei re, come di un mezzo per raggiungere i propri fini.

UOMO
Possiamo dire di un uomo che è più spesso buono che cattivo, più spesso intelligente che stupido, più spesso energico che apatico, e viceversa: ma non sarebbe la verità se dicessimo di un uomo che è buono o intelligente, di un altro che è cattivo, o stupido. / Gli uomini sono come i fiumi: l’acqua è in tutti uguale e ovunque la stessa, ma ogni fiume è ora stretto, ora rapido, ora ampio, ora tranquillo, ora limpido, ora freddo, ora torbido, ora tiepido. / Ogni uomo reca in sé, in germe, tutte le qualità umane, e talvolta ne manifesta alcune, talvolta altre, e spesso non è affatto simile a sé, pur restando sempre unico e sempre se stesso.

VIZIO E VIRT
«Ho sentito che le donne amano le persone finanche per i loro vizi, ma io lo odio per la sua virtù». (Anna in Anna Karenina)
(a cura di Daniele Abbiati)