Sara Ricotta Voza, La Stampa 21/2/2010, pagina 25, 21 febbraio 2010
IL VALZER NELL’IPOD, MANIA DEI TEENAGER (2
articoli) -
Contro la noia, il valzer. Contro le paturnie adolescenziali e le crisi di tutti i giorni non ci sono solo la chat, l’happy hour alcolico, la musica a palla chiusi in cameretta o in discoteca. Da Werther a Morgan, i dolori del giovane sono roba seria, anche se gli adulti se ne scordano fino a quando non scoppia il patatrac. Milano offre un’alternativa-choc: l’un-due-tre del valzer. Quel ballo di coppia che in pochi hanno ballato, tutti hanno visto in «Sissi» e gli under 30 in «Ti va di ballare» con Banderas. Un ballo che - oggi - non è proprio da giovanissimi. Eppure da settembre 50 coppie di studenti delle superiori e dei primi due anni d’università passano i loro weekend a volteggiare (e a pestarsi molto i piedi) per impararne i passi. L’obiettivo è non fare una pessima figura quando la città intera li vedrà impegnati in galleria Vittorio Emanuele nel gran ballo di chiusura delle sfilate di Milano Moda Donna.
Eleganza e armonia
Ma al di là della serata-evento coi vestitoni e i frac, dietro tutto questo c’è un progetto che ha l’ambizione di dirsi «educativo». Dietro il valzer c’è l’associazione MilanoWienerWalz (www.milanowienerwalz.it) nata a Milano nel 2008 con l’obiettivo di far riscoprire ai giovani l’eleganza e l’armonia del valzer, «danza che favorisce un tipo di comunicazione alternativa e più impegnativa, che aiuta a esprimere nel movimento la bellezza, l’unità e la gioia della coppia». Qualcosa di simile a quello che fece il ballerino Pierre Dulaine nelle Public Schools di New York, per insegnare ai ragazzi difficili «il rispetto, la dignità, il lavoro di squadra».
L’idea è di una coppia di genitori delle scuole Faes, Marino e Claudia Parisotto, fotografo di moda lui ed ex modella viennese lei. «Da fidanzati lei mi portò a un Carnevale all’Opera di Vienna e io, pur non sapendo ballare, mi divertii moltissimo. Rimasi poi colpito dal fatto che gli studenti, maschi e femmine, frequentassero le lezioni della scuola Helmayer per imparare i balli e le buone maniere». Da allora, come genitore di tre figli, sogna che anche a Milano i giovani possano divertirsi così. «Mai pensato però a un ballo di militari o a una gara di etichetta, quello che avevo in mente era qualcosa di non elitario ma aperto a tutti, non al circolo ma in piazza».
Il casting
L’idea viene proposta nella scuola dei figli e piace subito. «Bastava organizzare il corso come impegno non troppo gravoso, in modo che non incidesse sui tempi dello studio», spiega Paolo Quintarelli, docente della Scuola Faes Argonne e socio fondatore di MilanoWienerWalz assieme ai coniugi Parisotto e al senatore Giuseppe Valditara, genitore di una studentessa e «ballerina».
Fatta l’associazione bisognava trovare i giovani e gli sponsor. I primi si cercano con un «casting» nei licei: le ragazze si iscrivono entusiaste, i ragazzi vengono trascinati da compagne di classe e fidanzate. Quanto agli sponsor, il Comune è il primo a crederci e a mettere a disposizione del progetto i suoi teatri per le prove (Carcano e Arcimboldi) e la sua «piazza coperta» più importante per il ballo (la Galleria). «Il sindaco Moratti si è innamorata subito dell’iniziativa, perché manda un messaggio educativo forte», racconta il senatore Valditara.
Stesso entusiasmo da parte di Giovanni Terzi, assessore alle Attività Produttive e Moda: «Il progetto, unico nel suo genere per Milano, racchiude tratti classici e moderni che sapranno regalare emozioni a pubblico e partecipanti». Nessuna perplessità nemmeno a sentire riaccostare Milano a Vienna: «Tra 5 anni la nostra città ospiterà l’Expo 2015», ricorda Terzi, «Sono quindi convinto che l’ampliamento della rete di rapporti con le altre città nel mondo non possa che essere un bene».
Porte aperte quindi anche a giovani ballerini di altre città: «Milano è una città aperta, che sa vivere le proprie tradizioni, accogliendo quelle di chi voglia farne parte. Siamo sempre alla ricerca di eventi che possano diventare distintivi per la città. Auguro al MilanoWienerWalz di essere tra questi».
Sara Ricotta Voza
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LA COSA PIU’ BELLA, QUESTA E’ UNA DANZA CHE SI FA IN DUE -
Pare strano, ma per non dar fastidio durante una lezione di valzer meglio mettersi in mezzo, così dame e cavalieri ti girano intorno. Da lì osserviamo le giovani coppie che volteggiano finché, inevitabilmente, qualcuno «s’impalla» e si sente: «Ma maestro, mi ha pestato il piede!».
Il maestro Bruno Baldini lo sa bene che il punto è proprio quello, «riuscire a ballare in due». «Mi dicono: ”Vede che da solo ce la faccio?”, e io rispondo: ”Ovvio! Infatti è la coppia che crea il problema”». Così fra gli aspetti «educativi» del valzer c’è quello di «imparare a non pestarsi i piedi, a ballare con gioia ma senza travolgere gli altri, a essere complementari, uomo e donna».
Il discorso vale sia per le coppie «funzionali al ballo» e stop, sia per quelle «vere», cioè di fidanzati. Ma qui è capitato che dal primo tipo qualche coppia sia passata al secondo.... «Io mi sono iscritta sola e il cavaliere l’ho trovato lì: ora è il mio fidanzato», racconta Iris M., 18 anni, terza liceo classico. Galeotto fu il valzer ma anche l’altezza, perché i due in un primo momento erano stati accoppiati diversamente. Poi per esigenze di ballo era meglio che fra dama e cavaliere non ci fossero troppi centimetri. «Io sono 1,83, Iris è 1,80», interviene Francesco L., 21 anni, studente a Ingegneria. « più semplice avere il passo uguale ma, a dirla tutta, noi ci eravamo subito notati...».
All’inizio il «gap» di scioltezza è ampio. «Io ero più bravina, lui un po’ legato», ride lei. «Sì, io mi bloccavo a metà pista» ammette lui, «Ora però siamo bravi insieme, come coppia». Non sono come Anna e Marco di Dalla, Iris e Francesco («Anna bello sguardo non perde un ballo, Marco che a ballare sembra un cavallo..») però un po’ li ricordano: Iris che ha già fatto il ballo delle debuttanti con l’abitone e tutto il resto, Francesco che «elegante» si è vestito solo ai matrimoni. E poi Iris che si iscrive al corso entusiasta e lui che si decide con un: «Cià, proviamo! Per iniziare meglio un valzer che un latinoamericano che va oltre le mie forze...».
Iris dice che trascinerà Francesco a ballare anche dopo, lui approva: «Il ballo è una delle poche cose che si possono fare in coppia».
Su tutti vigilano i «coordinatori», universitari incaricati di star dietro ai «ballerini». Problemi? «No, piccole cose», dice Bianca Sartirana, 22 anni. «Alcuni ragazzi non hanno mai visto un valzer ma neanche una giacca; alle ragazze spieghiamo che ”eleganza” è anche non barare sulla taglia».
S.N.