Francesco Saverio Alonzo e Carlo Grande, La Stampa 21/2/2010, pagina 21, 21 febbraio 2010
I LUPI ASSEDIANO STOCCOLMA (2
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Una città sotto assedio, Stoccolma, che da una parte è paralizzata dal gelo - sta vivendo l’inverno più rigido da 180 anni - e dall’altra è circondata da lupi. Lupi veri, affamati e in cerca di riparo che, per via delle temperature bassissime, stanno lasciando i boschi di Norrland, al Nord, e oggi, in rotta verso sud, si sentono ululare a pochi chilometri dalla capitale.
Alcuni Comuni hanno deciso di risolvere la questione cacciandoli a suon di fucilate. Altri, invece, della strategia «sterminatrice» non vogliono neppure sentir parlare: piuttosto, loro, dal cuore tenero, sono commossi da una storia d’amore tra un lupo «Ivan» e la sua compagna «Ingrid». Stanno studiando e seguendo, giorno dopo giorno, la loro vita come fosse una telenovela.
Stoccolma è spaccata in due: gli svedesi più romantici banalizzano le lamentele dei lapponi - che sostengono che gli animali stiano facendo piazza pulita di renne -, quelle dei cacciatori - che accusano i lupi di avere assalito i loro cani - e delle associazioni di genitori che segnalano continui rischi per i bambini. Nemmeno, da un paio di mesi a questa parte, vanno troppo d’accordo con le autorità che hanno avviato le operazioni di selezione di lupi di razza nordica. La decisione di uccidere 250 dei duemila esemplari «per accelerare un processo di rinnovo della stirpe che, con continui incroci di consanguineità tra affini, stava assumendo degenerazioni genetiche» - è la spiegazione data - un buon 50 per cento degli svedesi non l’ha buttata giù.
Una «strage» che ha scatenato un putiferio soprattutto in un momento in cui sono in tantissimi a sciogliersi davanti alla vita dei «Giulietta e Romeo» a quattro zampe, appunto Ivan e Ingrid, che si aggirano fra i centri abitati di Aakersberga, Taeby e Brottby.
Lui, un animale fierissimo e robusto, è arrivato nientemeno che dalla Russia sfuggendo a ogni sorta di insidia: gli uomini, le steppe nevose, i boschi cristallizzati dal gelo, i laghi ghiacciati. Raggiunta la Finlandia è sceso, percorrendo 1.700 chilometri, fino alla capitale svedese, probabilmente - dicono i veterinari entomologi - alla ricerca di un amore, una compagna che, poi, ha finalmente trovato in Svezia. Lei, «Ingrid», è dolcissima.
Certo, la presenza del maschio, per la sopravvivenza della specie, ha anche un significato pratico, oltre che romantico. Arrivando da così lontano garantirà eredi con un patrimonio genetico non mischiato da «consanguineità». Per questa ragione gli esperti hanno immediatamente avvertito di non «disturbare la coppia» e «nemmeno temerla» perché è remotissimo il rischio che possa attaccare gli uomini. La zona, infatti, esiste abbondanza di selvaggina: sorci, lepri e fagiani.
Tutto è bene quel che finisce bene, dalla loro unione, hanno annunciato agli scozzesi i veterinari, nascerà una cucciolata nel mese di maggio. Le mosse di Ivan e Ingrid, che si aggirano in un raggio di diecimila ettari, vengono seguite e catalogate grazie a microchip inseriti sottopelle. Ivan, instancabile, cerca prede e si allontana da lei soltanto per cacciare. Il resto del tempo lo passano insieme.
Una storia che non intenerisce i cuori più duri, quelli terrorizzati all’idea di avere nelle vicinanze una coppia di lupi, per lo piú in attesa di prole. Una paura, questa, che potrebbe determinare anche la loro uccisione. Nei prossimi mesi, la sorte di Ivan e Ingrid, infatti verrà decisa «ufficialmente». Molti svedesi la stanno già aspettando con trepidazione.
Francesco Saverio Alonzo
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MA NIENTE SPARI IN DIFESA DEI PASCOLI -
dura, vivere sempre dalla parte del torto. Ma il lupo ci è abituato, sa come fare: si fa vedere pochissimo in giro e chiede ancor meno, il minimo indispensabile per vivere. E’ un perfetto selezionatore naturale. Non stupisce che in inverni molto nevosi e rigidi si avvicini ai centri abitati, siano essi nordeuropei, piemontesi o appenninici, e raccatti le briciole.
Quel che è certo è che dell’uomo ha paura, gira sempre alla larga. Ha imparato a convivere in territori densamente antropizzati e usa tutti i trucchi di cui dispone. Di giorno riposa nelle aree meno disturbate del territorio, che si estende in media per 150-250 chilometri quadrati, e la notte va a caccia. Gironzola tra discariche e periferie, in casi di estrema penuria, al minimo allarme scappa. Come alcuni personaggi di Marcel Pagnol, scrittore e regista occitano, mica è schiavo dell’inutile orgoglio: «L’onore è come i fiammiferi – dicono in Marius -, basta usarlo una volta!».
Nel Cuneese, di fronte a 95 attacchi al bestiame, c’è chi ha trascinato i lupi in campagna elettorale, promettendo fucilate risolutorie. La Regione, invece, ha stanziato 74 mila euro da destinare ai pastori per finanziare le difese dei pascoli attraverso l’utilizzo di cani addestrati, la costruzione di recinti mobili e ricoveri notturni.
Michele Baracco è un pastore che fa formaggi strepitosi e che ha capito l’importanza di convivere col figlio della notte. Porta le capre sul Mondolé, nel Monregalese, propone proiettili di gomma per dissuadere il predatore, reti con luci lampeggianti, cani da pastore maremmani (l’«arma bianca»). Son cose che funzionano.
vero, le predazioni crescono, serve un dibattito aperto, il pascolo brado non funziona più e i pastori vanno aiutati. Ma basta con «al lupo, al lupo», con la fola che aggredisce i «civili» e ti aspetta dietro l’albero.
Carlo Grande