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 2010  febbraio 20 Sabato calendario

DA ROSSINI A VERDI: L’OPERA E’ MESSA A NUOVO

Poche persone al mondo hanno fatto tanto per l’opera italiana come il musicologo americano Philip Gossett. La sua lunga carriera, che l’Università di Chicago festeggia il 22 febbraio con un convegno e un concerto affidato ad alcuni cantanti di fama mondiale, è stata tutta dedicata alla riscoperta, valorizzazione, sistemazione testuale e cura esecutiva del melodramma italiano dell’Ottocento. Il volume Dive e maestri. L’opera italiana messa in scena, nelle sue settecento e più pagine, documenta l’enorme lavoro svolto in questo campo da Gossett in cinquant’anni di carriera. Scritti in uno stile accattivante e scorrevole, i 14 saggi formano il racconto di un’ affascinante avventura intellettuale applicata in due settori: quello della filologia del testo e quello dell’esecuzione pratica, con i suoi problemi musicali e scenici, considerati nel rapporto tra fedeltà storica e reinvenzione moderna.
Gossett nasce come filologo. Quando iniziò la sua attività, negli anni sessanta, la situazione dell’opera italiana era molto precaria: quasi ovunque il nostro melodramma era considerato un genere di consumo, volto essenzialmente al divertimento del pubblico attraverso l’esibizione dei grandi cantanti, e per il quale non valeva la pena spendere soldi ed energie nel dedicarvi le cure filologiche riservate, sin dall’Ottocento, alla grande tradizione musicale tedesca. Così i capolavori di Rossini, Verdi, Bellini, Donizetti erano accessibili solamente in edizioni d’uso, zeppe di correzioni, errori, alterazioni rispetto alla versione originale. Gossett, insieme ad altri musicologi americani e italiani, si fece promotore delle edizioni critiche che riportano le partiture alle intenzioni originarie del compositore, con enormi conseguenze sul piano esecutivo: il profilo dell’opera italiana, edonistica palestra per grandi voci, acquista, così, in precisione, nettezza e chiarezza di motivazioni drammatiche.
Dietro questo lavoro sul testo c’è la conoscenza d’un intero mondo. I quattro saggi raccolti nel capitolo «Conoscere la partitura» non riguardano esclusivamente i problemi testuali. Tracciano un ritratto estremamente vivo e articolato del sistema produttivo dell’opera: la committenza, la scelta del soggetto, le forme dei libretti, il metodo compositivo nella successione di schizzi, abbozzi continuativi, «partiture scheletro» (senza orchestrazione) e versioni definitive, l’articolazione delle stagioni teatrali, tutto è descritto con precisione e passione. Attraverso il racconto di Gossett si vede quindi nascere l’opera italiana dell’Ottocento considerata nella sua realtà storica, ma anche in rapporto alle esigenze produttive dei teatri contemporanei.
Gossett, infatti, ha lavorato per anni come consulente di cantanti e direttori d’orchestra per assicurare attendibilità storica e filologica alla musica eseguita, ed è quindi vissuto immerso nei problemi pratici degli allestimenti teatrali, non esclusi quelli relativi alla scenografia e alla regia. Dalla critica testuale all’ esecuzione musicale e scenica del melodramma viene tracciato, quindi, un unico percorso, di cui il libro mostra l’avventurosa imprevedibilità.
Con la stessa vivacità con cui sono presentati al lettore i problemi del testo, vengono descritti spettacoli realizzati in Europa e in America, discussi e giudicati in un fecondo intreccio tra la storia dei testi, quella musicale e quella sociale dell’opera italiana. Il fascino di Dive e maestri sta proprio nell’intenzione di utilizzare la filologia e la storia per render vive e vere, nel presente, le opere del passato: per questo ogni appassionato d’opera può trovarvi molti motivi di curiosità e di interesse, ogni studioso una miniera di spunti per il proprio lavoro.
Paolo Gallarati