Libero, 20/2/2010, 20 febbraio 2010
INTANTO FALLISCONO CALIFORNIA, ILLINOIS E NEW JERSEY
Illinois, California e New Jersey sono tecnicamente falliti. I tre Stati, in particolare il discorso vale per il primo, sono praticamente decotti.
I loro debiti eccedono il valore dei rispettivi asset. Come dire, lo stato non genera sufficiente denaro per pagare i conti. Ma nonostante questa situazione Illinois e New Jersey hanno deciso di non alzare le tasse o tagliare le spese. Così se il governo centrale non interverrà con aiuti i governatori dei singoli Stati si troveranno a dover prendere decisioni drastiche.
Sei mesi fa l’Amministrazione Usa aveva fatto sapere di non voler aiutare la California che sotto il peso di un elevato deficit vede ballare un buco da circa 24 miliardi. Lo annunciò il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, secondo cui il loro problema di bilancio, purtroppo, avrebbero dovuto risorverselo da soli. Arnold Schwarzenegger il governatore della California, dal canto suo, aveva spiegato che senza un accordo tra i legislatori in tempi rapidi sarebbero arrivate per lo Stato più popoloso degli Usa drastici provvedimenti. Tra questi, aveva detto, il licenziamento di 5 mila funzionari e la riduzione delle spese di 5 miliardi di dollari. Inoltre, sempre per risparmiare, l’accorciamento dell’anno scolastico di una settimana l’anno e 38 mila detenuti giudicati non violenti potrebbero vedersi la pena commutata per arrivare alla loro scarcerazione. Così è stato tranne per l’ultima punto programmatico.
Eppure gli economisti anglosassoni o d’oltreoceano continuano a fare le pulci al Vecchio continente. Ieri ai microfoni di Bloomberg Tv il premio Nobel per l’economia, Robert Mundell, ha sentenziato: «L’Italia è la minaccia più grande per l’economia dei 16 paesi della Zona dell’Euro». Aggiungendo che ci sarebbero «seri motivi di preoccupazione e che un eventuale salvataggio, visto lo stato attuale dei conti pubblici, sarebbe molto complicato». L’economista d’origine canadese, per di più, sostiene che il nostro elevato debito pubblico finirà per creare «problemi a tutta la regione dell’euro, specie se dovesse esserci un aumento dei tassi d’interessi» che renderebbero, di fatto, «molto difficile all’Italia far fronte ai suoi prestiti». «L’Italia», rimarca Mundell, «ha circa 1 milione e 800 mila miliardi di Debito pubblico, più di cinque volte superiore a quello della disastrata Grecia». Peccato che il semplice confronti non tenga conto delle infinite diversità tra Roma e Atene.