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 2010  febbraio 21 Domenica calendario

«COMUNICA DAL COMA»: MA FALSO

Sembrava troppo bello per essere vero. E vero non era, secondo quando rivelato tardivamente dai medici. Nel novembre scorso era stato annunciato il "miracolo" di Rom Houben, un belga in coma dal 1983 che improvvisamente sembrava cosciente e in grado di comunicare battendo sui tasti di un computer.
Ora il dottor Steven Laureys, primario della facoltà di neurologia all’Ospedale dell’Università di Liegi, ha ammesso che il suo paziente resta in coma, isolato nel suo mondo e incapace di comunicare. Tre mesi fa il medico aveva dichiarato che Houben era intrappolato nel corpo inerte e solo il progresso della medicina lo aveva salvato dal suo stato di muto prigioniero. «Prima non avevamo tutti i dati a disposizione», si è giustificato Laureys. «Basti dire che questo metodo non funziona».
La tecnica chiamata "comunicazione facilitata" in realtà sembra essere stata una comunicazione pilotata. Houben, secondo quanto dichiarato in novembre, aveva indicato alla sua terapista che gli teneva la mano quali tasti del computer premere. Il messaggio del paziente era agghiacciante: «Immaginate cosa è sentire, vedere, provare sentimenti e pensare ma nessuno se ne può accorgere. Voglio leggere, parlare con gli amici via computer e godermi la vita ora che tutti sanno che non sono morto ». Ulteriori test condotti da Laureys senza la presenza della terapista invece hanno dimostrato che Houben non è in grado di indicare i tasti del computer, anche se il medico continua a ritenere che il paziente sia più cosciente di quanto appaia. «Anche quando sappiamo che i pazienti sono coscienti, non sappiamo se soffrono o cosa provano ».
La delusione per il miracolo mai avvenuto non deve però ridimensionare i veri, sconvolgenti progressi della neurologia. Come quello annunciato due settimane fa dall’Università di Cambridge e dallo stesso Laureys. Utilizzando una forma avanzata di risonanza magnetica funzionale, i medici sono riusciti a leggere l’attività cerebrale di un ragazzo belga in stato vegetativo da cinque anni, che ha risposto sì o no a sei domande dei medici. La morale della storia sembra essere che i test medici sono più credibili se affidati a macchine e non a essere umani. * vedi scheda 199386