Serena Danna, Il Sole-24 Ore 20/2/2010;, 20 febbraio 2010
COM’ PALERMITANO DOSTOEVSKIJ
Il weekend non è per Emma Dante il momento del riposo. La regista palermitana che ha " profanato" la Scala di Milano con la sua coraggiosa
Carmen e portato frammenti di vita transessuale nei teatri italiani con Le Pulle,
ha davanti due giorni di fatica con lo scrittore Giorgio Vasta, con cui sta lavorando a una sceneggiatura per il grande schermo tratta dal libro Via Castellana Bandiera.
Quando e come si riposa?
La giornata libera dei teatranti è il lunedì. Ho sempre trovato divertente che quello che è per tutti il giorno in cui comincia la vita, sia per noi quello in cui moriamo... Mi piace moltissimo dormire, leggere e cerco di coltivare la mia passione per il giardinaggio. Certo sono piante grasse che non richiedono tantissima cura, però è pur sempre pollice verde...
Quale libro sta leggendo?
I demoni di Fëdor Dostoevskij, l’ultimo libro che mi mancava dello scrittore. Ho una grande passione per la letteratura russa, credo sia molto vicina all’anima siciliana. Solo il clima è freddo: la passionalità che si ritrova nei testi russi è " palermitana". In generale lo sono i temi della famiglia, dell’eccitamento febbrile e della corsa sfrenata verso i desideri.
Che cosa la appassiona?
I passanti e i loro sguardi. Le camminate dicono tutto delle persone e delle città: a Milano hanno il ritmo del fare, il rincorrere continuo degli appuntamenti e dell’obiettivo. Già a Roma il palpito rallenta, mentrea Palermo, come a Napoli, le persone camminano senza meta, esprimendo il piacere di andare senza sapere dove.
Ha un rapporto di odio e amore con Palermo. Perché continua a essere la sua base?
La Palermo che amo è quel-la pubblica, della piazza. La città delle feste e delle cerimonie che non ha timore di mostrarsi in pubblico. Odio invece quella nascosta, dei segreti e delle cose sussurate. Quando la gente urla e mette in mostra ciò che accade, abbandonando paura e diplomazia, ritrovo la mia città.
Nel suo ultimo spettacolo la musica è protagonista. Che posto hanno le note nella sua vita?
Dopo la Carmen alcuni hanno scritto che non capisco niente di musica soltanto perché avevo detto che non ero mai stata alla Scala. Io adoro la musica classica e la ascolto da sempre. Come amo il rock e anche un certo neo-melodico. La musica ha sempre accompagnato il mio percorso artistico. Le scene nascono quasi tutte con la musica, poi magari alla fine la tolgo, ma è un elemento della drammaturgia che mi aiuta a costruire lo spettacolo.