Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  febbraio 20 Sabato calendario

Di Ceggia alle porte di Venezia, studente di prima elementare, «allegro, una passione per l’Inter», era figlio di Walter Zago, 50 anni, operaio in un mobilificio e di Tiziana Bragato, 47 anni, afflitta, a giudizio dei parenti, da «una leggera depressione»

Di Ceggia alle porte di Venezia, studente di prima elementare, «allegro, una passione per l’Inter», era figlio di Walter Zago, 50 anni, operaio in un mobilificio e di Tiziana Bragato, 47 anni, afflitta, a giudizio dei parenti, da «una leggera depressione». L’altro giorno la donna si chiuse a chiave in camera da letto, prese un cuscino e lo pigiò sul volto del suo bimbo finché non smise di respirare. Subito dopo si arrampicò in cima alla spalliera da ginnastica, legò una corda alla sbarra più alta, l’altro capo se lo strinse attorno al collo, e si buttò giù. Il marito, tornato a casa per la pausa pranzo, trovando l’ingresso della villetta chiuso dall’interno forzò una porta-finestra, poi chiamando a gran voce i suoi prese a girare per tutta casa, a un certo punto salì al primo piano, buttò giù a spallate la porta della camera da letto e vide il figlio «ancora caldo» sul letto, e la moglie che penzolava da due metri di altezza. Mattinata di venerdì 19 febbraio in un villetta a schiera al numero 29 di Via XXV Maggio a Ceggia in provincia di Venezia.