Cristina Casadei, Il Sole-24 Ore 19/2/2010;, 19 febbraio 2010
SALE IL NUMERO DEGLI IMMIGRATI
Nelle culle dei reparti di maternità dei nostri ospedali i neonati italiani lasciano il posto agli stranieri. Le mamme italiane in media nel 2009 hanno avuto 1,33 figli, le straniere 2,05, secondo l’Istat. Non è certo il benessere ad aver determinato questo risultato, ma piuttosto il fatto che «gli stranieri si portano dietro un background culturale secondo cui i figli sono molto valorizzati nei territori di provenienza – interpreta Gustavo De Santis, demografo dell’università di Firenze e tra i fondatori della rivista online Neodemos (ww.neodemos. it) ”. A poco a poco, però, si adatteranno agli usi e ai costumi del nostro paese. Come è accaduto in Francia, dove c’è un’immigrazione più matura ed è stato evidenziato da molti studi che gli immigrati hanno dei costumi più tradizionali, si sposano di più, divorziano di meno, ma non sono sostanzialmente diversi dai francesi. In Italia accadrà lo stesso».
I fiocchi nelle famiglie che vivono in Italia nel 2009 sono stati 570mila. Il tasso di natalità è stato del 9,5 per mille, ma al recupero delle nascite hanno contribuito di più in percentuale le madri straniere che hanno avuto 94mila figli, ossia il 16,5% del totale. «L’aumento delle nascite accresce ilpeso delle seconde generazioni di stranieri e questo vuol dire che tra non più di 15 anni gli immigrati saranno decisivi sia per la coesione sociale sia per la competitività della nostra economia », osserva Laura Zanfrini della Fondazione Ismu.
Del resto già lo sono, se è vero che sono stati soprattutto gli stranieri a contribuire alla crescita della popolazione italiana che al primo gennaio 2010 ha raggiunto 60 milioni e 387mila residenti, con un aumento del 5,7 per mille. L’Italia è un paese che accoglie molti immigrati (7,1% della popolazione): nel 2009 il saldo migratorio è stato di 360mila unità, pari al 6 per mille. Tra i fattori di attrazione al primo posto c’è il protrarsi dell’effetto allargamento dell’Unione europea dal primo gennaio 2007 a romeni e bulgari che in Italia sono comunità cresciute del 20% e del 16% nel 2009. «Mentre il dibattito politico e pubblico sembra essere egemonizzato dalla questione degli ingressi, quanti immigrati possono entrare e quanti no, ci accorgiamo che le dinamiche di questi anni dipendono molto dal processo di allargamento dell’Unione europea e dai ricongiungimenti familiari che pesano sempre di più – spiega Zanfrini ”. Quindi dobbiamo rinunciare alla pretesa di scegliere noi chi viene e chi no e fare i conti con una dinamica migratoria più libera».
Tra gli italiani sono aumentati i decessi che nel 2009 hanno raggiunto la cifra record di 588mila, la più alta dal secondo dopoguerra, dovuta al progressivo invecchiamento della popolazione. Scomponendo la popolazione per età emerge che gli over 65 sono il 20,2%, ossia un quinto degli italiani, mentre gli under 18 sono il 16,9% e la popolazione in età attiva (15-64 anni) è il 65,8%. L’età media degli italiani si è alzata a 43,3, circa due anni in più rispetto a un decennio fa. Però non è solo l’Italia ad invecchiare, è il mondo intero.
«Certo l’Italia marcia più velocemente di altri su questa strada ma le condizioni dell’Unità d’Italia in cui si facevano 5 figli non sono più ripetibili – dice De Santis ”. In compenso però si vive molto più a lungo e meglio. vero che un abitante su 5 è over 65 ma è anche vero che i settantenni di oggi vivono bene, sono molto dinamici, fanno sport, viaggiano, leggono». Quindi? «Forse bisognerebbe riflettere sull’ipotesi di alzare l’età pensionabile».