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 2010  febbraio 19 Venerdì calendario

ZEFFIRELLI: MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO

La situazione italiana è indifendibile: a qualunque livello c’è una crosta di sudiciume che fa digerire qualsiasi porcheria. E tutto per i soldi, che reggono tutte le morali e giustificano ogni cosa. Non è questione di destra o di sinistra: è tutto il quadro politico di un’oscenità tale che ci si vergogna di essere italiani», si sfoga il regista Franco Zeffirelli.
Il suo nome è citato in alcune conversazioni telefoniche dell’aprile 2008 tra l’architetto Casamonti e l’imprenditore Carducci: parlano del Nuovo Teatro di Firenze, dicono che al Maestro fiorentino non piace, «c’è Zeffirelli che fa casino... hanno detto che è un progetto osceno», si legge nelle intercettazioni.
 vero, Maestro, davvero ha fatto casino?
«Ho detto che è una vergogna che una città come Firenze si permetta di imbrattare il paesaggio con un teatro come quello. Ma non ci si può stupire di niente: una volta sì, che a Firenze c’erano tanti talenti, e si facevano opere come la stazione del ”31, copiata da tutti. Così bella, equilibrata, non sembra la stessa città che ora vuole fare questo teatro».
Perché è così critico? C’è stato un bando di concorso per aggiudicare il progetto...
«Certo, hanno rispettato i passaggi. Ma si sono garantiti che non ci fosse nessun passaggio attraverso l’opinione pubblica, perché sapevano che altrimenti sarebbe stato bocciato dalla città. Come è già successo con la tramvia e l’uscita degli Uffizi di Isozaki».
Come bisognava fare?
«Beh, a Firenze facciano quello che vogliono, ma se c’era una persona da consultare in quel campo era Zeffirelli: io ho inaugurato il Met di New York, il nuovo teatro Imperiale di Tokyo... Sono un esperto e costruire un teatro non si può improvvisare».
A chi si riferisce?
«Non voglio fare nomi. Dico solo che Firenze è una città che da molti anni non fa il suo dovere di rappresentare la seconda città del mondo dopo Roma. Corrono tutti dietro ai soldi, ispirati da correnti politiche che, come le puttane, vanno con chi le pagano».
 duro con la sua città.
«Non le dico cosa si scatenerà quando venderanno il teatro attuale, una grossa cubatura in una zona preziosa della città: vedremo volare anche le mutande...».
Ma la vede così nera in generale?
«Guardi, quando vado all’estero torno con sgomento nel nostro Paese, con quel che si vede in tv, quel carnevale di bugie, bestialità, calunnie. Si è arrivati a insinuare su una persona che andrebbe fatta santa come Bertolaso: io ci ho lavorato, e se c’è un uomo corretto è lui».
Francesca Schianchi