Sergio Miravalle, La Stampa 19/2/2010, 19 febbraio 2010
DAL CANE A SEI ZAMPE AL GATTO IN PENTOLA
Dal cane a sei zampe al gatto in pentola. L’intensa vita di Beppe Bigazzi si può sintetizzare così. Per decenni ai vertici dell’Agip petrolifera, amministratore delegato e presidente. Ha conosciuto i potenti della Terra e sottoscritto contratti per milioni di dollari, ma la sua notorietà internazionale è esplosa ora per quelle frasi pronunciate in diretta tv alla «Prova del cuoco»: un elogio storico-gastronomico della carne di gatto che gli ha causato la sospensione dal programma Rai. La sua performance è rimbalzata su tutti i siti. Il «Times» lo ha inserito tra le notizie «most read» (con centinaia di commenti) e il famigerato mister Bigazzi è definito «celebrity chef».
Che effetto le fa?
«Ho scherzato con mia moglie: non sapeva di stare con un celebrità, ma ha cominciato a sospettarlo da quando casa nostra, qui a Roma, è stata invasa dalle troupe televisive: quelli di Striscia la notizia con il Tapiro, e poi tv tedesche, spagnole, e domani arriva la Cnn».
Galeotto fu il berlingaccio...
«Noi aretini il carnevale lo chiamiamo così e nella puntata del giovedì grasso ho citato il proverbio delle mie parti quando a fine inverno chi non aveva ”ciccia ammazza il gatto”».
E poi ha raccontato anche di quanto è delicata la sua «carnina tenera tenera».
«Sì, ma mica per farla mangiare ora. Il gatto lo si è cucinato nelle campagne in tutti i periodi di carestia. A casa nostra mio padre era prigioniero in Russia, figuriamoci. E poi nel mondo si mangia di tutto: ho assaggiato la testa di tartaruga in Cina e il coccodrillo in Australia».
L’amore per la cucina ha sempre contrappuntato la sua attività?
«Avevo una valigia di sopravvivenza che mi ha seguito in giro per il mondo: c’erano pasta di Gragnano, parmigiano, fagioli zolfini, olio extravergine, lenticchie, guanciale di maiale della cinta senese. Ho cucinato ovunque, perfino in Alaska dove l’Agip aveva i pozzi. E un paio di volte anche per Reagan e Bush padre. Eravamo noi a fornire il gasolio per scaldare la Casa Bianca. A tavola ci si capisce meglio e i contratti dopo si firmano più facilmente, parola di Bigazzi».
E lei c’entra anche con i salmoni.
«Per smorzare le proteste di certi pescatori norvegesi contro le nostre piattaforme petrolifere abbiamo favorito il lancio dei loro salmoni affumicati in Italia».
Poi sono arrivati la televisione e i libri di cucina.
«Dodici anni con la Clerici. Migliaia di ricette e consigli, mai un problema. Antonella mi ha subito chiamato e mi voleva a Sanremo, l’ho ringraziata, ma io vado a letto presto».
Messer Bigazzi lei ama gatti?
«Ma che scherza? Quando i miei 4 figli erano piccoli ne avevamo uno in casa un bel Sacro di Birmania. Si chiamava Ciro. E’ morto di vecchiaia».