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 2010  febbraio 18 Giovedì calendario

DANIELA

(Santanchè) SCATENATA -

Altro che Mara Carfagna, che la odia ricambiata. Niente da fare nemmeno per la Gelmini, la cui stella davanti a lei diventa fioca fioca come la luce di una candela. La donna più potente del governo, autrice di trame e alleanze e regina dei salotti che contano di Roma e Milano, oggi si chiama Daniela Garnero da Cuneo, classe 1961. Per tutti ’la Santanchè’, dal cognome del primo marito Paolo, un brand che lei si è voluta conservare anche dopo la fine del matrimonio annullato con il timbro della Sacra Rota. "Alla Santanchè, il futuro della politica" le scrisse Giulio Andreotti in dedica tanto tempo fa a Capri. Ci aveva visto giusto: nonno contadino e papà imprenditore del ramo trasporti, la signora Garnero dieci anni dopo ha fatto tombola, diventando uno dei consiglieri più influenti di Silvio Berlusconi, il leader maximo che la sente un giorno sì e l’altro pure sulle faccende più delicate, politiche e private.

" ascoltata quanto è più di Bonaiuti", raccontano dal Palazzo. "La Rasputin di Palazzo Grazioli", "una Gianni Letta coi tacchi a spillo", "peggio di Crudelia": i nemici - la cui schiera s’ingrossa proporzionalmente ai suoi successi - hanno inventato decine di nomignoli, e stanno cercando di boicottare le sue mire. Per ora senza successo: la Santanchè sta travolgendo ogni ostacolo e sta per diventare sottosegretario. Nessun ministro la vorrebbe tra i piedi, ma per volontà di Silvio finirà alle Attività produttive, dicastero-chiave dove girano parecchi soldini. "Farà gli interessi dei suoi amici lobbisti" protestano le malelingue, che preferiscono rimanere rigorosamente anonime: fredda e vendicativa, la Santanchè insieme al sodale Vittorio Feltri infatti è in pole position per comprarsi il ’Giornale’, il quotidiano che i falchi di Berlusconi stanno usando come un randello per regolare i conti con avversari e pidiellini non allineati.

Parlando con chi la conosce, nessuno osa negare che la signora Garnero abbia capacità, attributi e la giusta ambizione mischiata a un po’ di arroganza Cafonal, caratteristiche che le hanno consentito di creare in quattro e quattr’otto un piccolo impero nella comunicazione. "Ma di sicuro protettori ne ha tanti", relazioni che le hanno permesso di creare un network davvero formidabile. Il vertice della piramide, ovviamente, è incarnato dal Silvio nazionale. I due si sono conosciuti alla fine degli anni ’90 grazie ai pigmalioni Cirino Pomicino e Ignazio La Russa, che hanno trasformato l’ex indossatrice appassionata di moda in una politica di primo piano della Lombardia. Poi le feste in Costa Smeralda, le serate a Villa Certosa e la vita Billionaire (il club di cui Daniela detiene il 10 per cento delle quote, il resto è dell’amico d’infanzia Flavio Briatore e di una società offshore) hanno cementato la liaison.

Non sono state sempre rose e fiori. Solo due anni fa l’ex valchiria di Fini passata a comandare i fascisti della Destra chiamava il capo del Pdl il "Putin di Arcore", un maschilista "seduto sui miliardi che ha perso la testa come uomo, come politico e come imprenditore", un "pericolo per la democrazia", un figuro "che vede le donne solo orizzontali", fino all’epico "Silvio è ossessionato da me, tanto non gliela dò" e via complimentando. Ma quando Berlusconi vince le elezioni, le agenzie cominciano a battere paroline molto più soft. Alessandra Mussolini, che la Santanchè non l’ha mai digerita, l’aveva predetto: la guerra tra Daniela e il Cavaliere è una farsa, lei vuole spaccare An e fare il ministro. In effetti, a Ferragosto 2008, mentre il premier è impegnato nella bollente estate con Giampi Tarantini e l’allegra compagnia fotografata da Zappaddu, Daniela (traslocata di nuovo nel Pdl) fa sapere al mondo "che il presidente ha capito che il mood è cambiato, e ha scelto di stare in famiglia". Il coup de théâtre a maggio 2009, quando Veronica Lario decide di divorziare dal marito dopo lo scandalo Noemi: mentre le donne al governo non aprono bocca, Daniela chiama Feltri (allora direttore di ’Libero’) e concede un’intervista bomba in cui svela il nome del (presunto) amante segreto di Veronica, il bodyguard Alberto Orlandi. "Ho fatto un’intervista da italiana, perché non voglio che la nostra patria faccia queste figure con il resto del mondo". Orlandi smentisce secco, pure Storace parla di intervento "disgustoso", ma Berlusconi si lecca i baffi. Tanto che le accuse della Santanché contro la Lario sono finite dritte dritte nel fascicolo degli avvocati del premier e si vocifera che Mrs Garnero potrebbe essere sentita come testimone. In chiave anti Veronica, s’intende.

L’altro colpo la Santanchè, oggi tornata single dopo la fine della storia con l’imprenditore Canio Mazzaro, padre di suo figlio Lorenzo e attuale compagno di Rita Rusic, lo fa consigliando a Berlusconi di arruolare Feltri al ’Giornale’. "Non è stato un semplice cambio di direzione" raccontano dal quotidiano "ma un trasloco di un ’pacchetto all-inclusive’, in cui c’era pure il vicedirettore, il direttore generale e la concessionaria che vende gli spazi pubblicitari al giornale di Angelucci, Visibilia". Società inventata e partecipata al 50 per cento, guarda un po’, proprio dalla Santanchè. Che è riuscita a strappare il business nientemeno che a colossi come Publikompass (che vendeva per ’Libero’ e il ’Riformista’) e alla Mondadori Pubblicità (’Il Giornale’). "La Fase Due dovrebbe prevedere il passaggio della proprietà da Paolo Berlusconi alla coppia Feltri-Santanchè, in tempi medio-lunghi. Sarebbe un affare per tutti".

Si vedrà. Di sicuro ora gli affari li sta facendo la superwoman di Cuneo. L’ex studentessa di Scienze politiche, che a Torino faceva la dog-sitter, la venditrice di collanine e la cameriera al bar Patria, di strada ne ha fatta parecchia. Nel 1992 fonda la Dani Comunicazione, di cui oggi è socio unico e amministratore delegato, una srl di pubbliche relazioni che fattura oltre un milione di euro l’anno, specializzata in sponsorizzazioni di eventi mondani (tra gli altri, anche CortinaIncontra, la festa dei Cisnetto) e nei servizi di lusso: insieme al solito Briatore la Dani controlla pure Quintessentially Italia, una sorta di club per milionari che si offre di risolvere i problemi (vacanze a cinque stelle last minute, biglietti in prima fila ai concerti) dei clienti vip. Ma non basta. Dopo aver amministrato per un anno una ditta di noleggio di barche, l’Albatross, nel 2000 insieme al fratello Massimo si butta nel business della posta celere, aprendo la Servigest, 368mila euro di ricavi per "ritiro, consegna e distribuzione di plichi". Daniela la postina, però, il botto lo fa nel novembre del 2007, quando insieme alla Tosinvest degli Angelucci (Gianpaolo è un altro vertice del network Santanchè) crea l’Adv, la holding che controlla il concessionario Visibilia. In due anni, la nuova creatura in controtendenza rispetto al mercato mette a segno numeri da paura: nel 2009 i ricavi arrivano a 20 milioni di euro, più 30 per cento rispetto al 2008, e nel 2010 le previsioni ipotizzano incassi triplicati. A darle una mano nelle pubbliche relazioni e nella caccia ai clienti c’è Luigi Bisignani, amico e lobbista potente che le ha presentato pure i fratelli Farina, proprietari di Metro e Dnews e ora clienti affezionati. Ottime le entrature pure alla Fiat, all’Enel e all’Eni: come consulente Daniela ha scelto Roberto Lucchini, fratello dell’influente capo delle relazioni esterne del colosso petrolifero, Stefano. "La sua rete è mostruosa, come la sua ambizione", chiosano i concorrenti. "Speriamo che se la fanno sottosegretario faccia gli interessi di tutti, e non solo i suoi".

La Santanché se ne frega di quello che dicono. Lei è abituata a rispondere colpo su colpo, e vincere la partita. Agli sberleffi degli studenti che protestavano contro la Gelmini ha alzato il dito medio, all’iman che l’attacca risponde che "Maometto era un pedofilo". Propone la castrazione chimica per gli stupratori. "Ora è una donna impegnata nel sociale, che capisce le difficoltà di chi è stato travolto dalla crisi" spiegano i fan. Lontana mille miglia dall’onorevole che nel 2001, come ricorda l’Ansa, durante una sfilata spiegò di non amare i jeans per i bimbi: "Quelli lasciamoli ai kosovari e cerchiamo invece di educare al bello i nostri figli fin da piccoli".