Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 18/02/2010, 18 febbraio 2010
GROSSI, I DUBBI DELLA CASSAZIONE SULL’ORDINE DI ARRESTO
Il Tribunale del riesame di Milano dovrà rivalutare se sussistono le esigenze cautelari nei confronti di Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche ambientali arrestato il 20 ottobre nell’inchiesta Montecity-Santa Giulia per i 22 milioni di euro di fondi neri del suo gruppo drenati all’estero. Lo ha deciso ieri sera la Corte di Cassazione che ha annullato con rinvio la decisione con la quale lo stesso Tribunale aveva rigettato le richieste di scarcerazione di Grossi (che nel frattempo ha ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute) e di due manager del gruppo, Paolo Titta e Cesarina Ferruzzi, che sono ancora a San Vittore.
Un mese dopo l’arresto per associazione per delinquere e riciclaggio dei fondi provenienti anche dalle sovrafatturazioni della bonifica dell’area milanese, i giudici del Tribunale del riesame avevano detto no alla scarcerazione dei tre. Grossi, in particolare, perché non aveva «svelato a chi siano stati destinati gli oltre cento orologi di estremo valore che non sono stati rinvenuti» nella sua disponibilità e i rapporti «con politici e amministratori loca-li. I giudici avevano anche definito Grossi il «principale beneficiario della complessa macchinazione illecita ordita avvalendosi di strutture societarie, professionisti, collaboratori e dipendenti compensati per il loro apporto all’illecito».
I legali di Grossi, Titta e Ferruzzi (gli avvocati Salvatore Pino, Massimo Pellicciotta e Giuseppe Lucibello) avevano fatto ricorso in Cassazione sostenendo che non c’erano le esigenze cautelari per l’arresto, deciso dal gip Fabrizio D’Arcangelo, specie in relazione al pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove. Il Tribunale aveva risposto definendo «convincente» l’ordinanza con la quale era stato disposto il carcere per gli indagati, tra i quali c’era anche l’ex assessore provinciale di Pavia Rosanna Gariboldi, moglie del vice coordinatore e parlamentare Pdl Giancarlo Abelli, la quale ha patteggiato 2 anni di carcere con la condizionale facendo rientrare in Italia 1,2 milioni di euro di un conto a Montecarlo sul quale sono transitati fondi neri di Grossi, secondo i pm Laura Pedio e Gaetano Ruta.
Ieri i difensori forse si aspettavano qualcosa di più che un annullamento con rinvio, specie Lucibello dopo che il sostituto Procuratore generale aveva chiesto la scarcerazione della Ferruzzi. «Non dovevano neppure entrare in carcere», dichiara l’avvocato Pellicciotta, il quale si augura che ora «il gip decida autonomamente di rimettere le tre persone in libertà, ancora prima di una nuova pronuncia del Riesame».
Giuseppe Guastella