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 2010  febbraio 18 Giovedì calendario

IL COLORE SOSTENIBILE

Il cammino verso la sostenibilità, comincia con un passo. «Non investiamo sulle tecnologie pulite perché è di moda », assicura Tim McKenna, vicepresidente di Rockwood Holdings, un conglomerato che sta di casa nel New Jersey, è quotato a Wall Street e possiede 88 stabilimenti in 25 Paesi del mondo, Italia inclusa. «Lo facciamo perché ce lo chiedono i nostri clienti».
Il nuovo, ulteriore passo l’ha fatto Rockwood Pigments, che produce pigmenti, le basi per i coloranti, una delle dieci attività industriali della holding statunitense. E l’ha fatto a Torino. «Insieme al Politecnico e all’Università ”racconta Marino Sergi, vicepresidente dell’azienda – abbiamo trovato il modo, alquanto sofisticato, per rivestire il pigmento con cristalli di biossido di titanio, così piccoli da essere trasparenti: si esalta il colore e si crea una superficie fotocatalizzante ». Come risultato, aggiungendo i pigmenti Solarox ”il nome commerciale del prodotto che Rockwood si appresta a lanciare sul mercato – gli intonaci, i cementi e gli asfalti assumono una nuova, invidiabile proprietà: usando i raggi del sole per la fotocatalisi, si puliscono da soli e sviluppano una funzione antimicro-bica e antibatterica, migliorando addirittura le proprietà estetiche del pigmento.
Ma l’azienda ha allo studio un altro passo " sostenibile". Per contribuire a risolvere il problema del riscaldamento globale, c’è chi ha proposto di dipingere le città interamente di bianco: in questo modo, si rifletterebbe buona parte della radiazione solare (proprio come fanno le nubi e i ghiacci), abbassando la temperatura. «Ovviamente – scherza Andy Ross, numero uno della Rockwoods Pigments – il mondo non può diventare come Santorini», l’isola greca dove tutte le case sono bianche. così, che la sua azienda ha sviluppato i
cool pigments, i pigmenti "freddi". «In poche parole – spiega Ross – abbiamo la tecnologia per colorare le superfici di rosso, ma anche di nero, in modo che riflettano quasi come il bianco». La soluzione è oggettivamente interessante anche se, per ottenere gli attesi benefici climatici, i cool pigments dovrebbero essere usati su larghissima scala.
In realtà, la Rockwood ha fatto il suo più grande passo verso il business della sostenibilità quando, pochi anni fa, ha comprato la tedesca Chemetall, numero due al mondo nella produzione di litio dopo la cilena Sqm. «Si stima che alla fine di questo decennio circoleranno 10 milioni di vetture elettriche o ibride con batterie al litio – dice McKenna – e noi siamo pronti ad aumentare la produzione per far fronte a questa nuova domanda del mercato». lo stesso mercato che chiede di muovere verso una rivoluzione tecnologica e ambientale. A passi veloci.