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 2010  febbraio 17 Mercoledì calendario

QUEL TEATRO VENUTO DAL MARE

La bottiglia di champane non è arrivata alla fiancata, ma si è inabissata in mare. I marinai, tutto intorno, hanno cominciato a fare gli scongiuri. Niente benedizione:
il patriarca di Venezia non è tornato dalla villeggiatura per assistere al varo. Un varo circondato dallo scetticismo di tutti.
Il 10 agosto incomincia così sotto cattivi auspici il viaggio più strano della più strana compagnia di comici itineranti. Da mesi Maurizio Scarparro, direttore del settore teatro della Biennale veneziana, aveva deciso che il monumento di legno e ferro costruito da Aldo Rossi sulla falsariga dei cinquecenteschi teatri del mondo avrebbe mollato gli ormeggi che lo lo tenevano ancorato davanti alla Dogana vecchia,
Una follia? L’architetto Vittorio Gregotti l’aveva detto che ci voleva un bll’ottimismo tecnologico per credere nell’impresa. E poi. «e anche fosse rimasto a galla, che senso aveva portare in giro quell’edificio chiuso, incomunicabile come una fortezza che non creava dialogo con la gente delle rive?
E Invece...
Prima tappa: Parenzo. Cento miglia di mare liscio come l’olio. l due rimorchiatori Doge e Nuevjto arrivano in porto puntualissimi dopo un giorno e mezzo di navigazione, Il Teatro del mondo attracca in banchina senza scosse. La scossa ce l’hanno gli abitanti, i turisti, i pescatori. La gente corre su dalle spiagge per vedere il castello sull’acqua.
Nessuno li ha avvertiti, «è un’osteria viaggiante. C’è dentro vino, stasera aprono e offrono da bere a tutti», « Macché, è un grand hotel per attori. Sopra ci stanno le camere da letto, sotto il palcoscenico. Stasera ci sarà spettacolo». « Non sono attori, sono burattini. E quando avranno girato tutto il mare, andranno su per i fiumi fino nell’interno, a far divertire i bambini».
Donella Del Monaco e i solisti dell’orchestra Albinoni, arrivati via terra quasi nello stesso tempo, durano fatica a spiegare alla gente che in realà quello è un teatro, e alla sera ci saranno loro a dar spettacolo: canzoni e concerti. Delusione? Anzi. Alla sera fanno tutti la fila per poter entrare nel teatrino, e si che i biglietti costano cari: dalle due alle diecimila lire, una cifra per i lavoratori jugoslavi, che portano a casa al massimo 270 mila lire al mese. In programma canzoni da battello cinquecentesche raccolte alla Biblioteca Marciana di Vene-zia e brani di Albinoni e Benedetto Marcello. Roba che più difficile non si poteva immaginare per gente abituata alte canzonette pop diffuse tutte le sere da infernali alto parlanti sull’intera costa dalmata. Eppure è un successo: bis. bis. La soprano, stupefatta, ricomincia per la terza, la quarta volta quelle canzoni da musicofili.
Seconda tappa: Rovigno. Al molo, stesso stupore. Al botteghino stessa folla. Ma per la troupe arrivano i guai. Intanto si scopre che l’albargo Valalta prenotato dall’agenzia turistica jugoslava Zagreb Concert è un campo di nudisti. Tutti vestiti, circondati da tedeschi nudi e ostili, gli orchestrali minacciano di rientrare a Venezia. Il maestro Giuseppe Marotta, doppiopetto blu impeccabile, occhio acceso dall’ira. t circondato da una folla inferocita che vorrebbe strappargli gli abiti di dosso.
Calmati alla bell’e meglio i nudisti, si dorme al campo. Notte agitata per Donella Del Monaco Tale Svoboda, baffuto e gigantesco, di professione portiere di notte, approfitta del suo passepartout per infilarsi nel bungalow e nel letto della cantante: trambusto, grida e fuga del bruto.
Sonno poco, cibo niente: dopo le dieci di sera non si trova più nulla da mangiare. Per avere un po’ di pane e formaggio bisogna entrare nel retrocucina di un ristorante e ripetere gratis Io spettacolo per gli sguatteri.
terza tappa: Osor sull’isola di Cherso. Il concerto si tiene in una chiesa perché il teatro non arriva. Si teme il peggio: e se fosse scoppiato un incendio a bordo? Ma sul mare non si scorgono riverberi. Finalmente la notizia: il Nuevito e andato in avaria nel porto di Rovigno. Il Teatro del mondo viaggia attaccato a una sola gomena, quella del Doge. E il mare è molto agitato.
Quarta tappa: Zara. Il Teatro del mondo i sempre latitante. Arranca, pare, molto più in su, sbatacchiato dalle correnti del Quarnaro. Cantante e concertisti arrivano in città stremati, dopo 400 chilometri di strade di montagna. Fanno appena in tempo a sapere che il teatro non è arrivato ed è già l’ora di andare in scena nella cattedrale. Impolverati, affamati, la cantante senza voce, gli strumentiati intontiti dalla fatica; il concerto è più corto del solito. Il pubblico gelido. Serpeggia to scoramento, tornano in mente gli oscuri presagi della partenza. In albergo si dorme poco: non ci sono lenzuola nei letti, in compenso legioni di scarafaggi.
Quinta tappa: Nin. Piove a dirotto. Il mare è agitatissimo. Strade piene di fango, il villaggio – quattro case e una fornace – scompare nella nebbia. Ma questa volta il Teatro del mondo c’è l’ha fatta. Arriva a un chilometro dal molo e attracca in un’insenatura improvvisata a forza di ruspe. Sul sentiero scivoloso e bagnato che da Nin porta alla passerella del teatro incominciano ad arrivare decine di persone. Famiglie intere di contadini dell’interno. volti stupefatti di montanari sotto le cerate gocciolanti. E’ una processione ininterrotta, punteggiata dal chiarore delle torce elettriche. Arrivano anche i comici dell’Avogana, partiti qualche giorno prima da Venezia. ’
Una scena da ex voto: il teatro salvato dalle acque, i comici scampati a un incidente stradale che ha distrutto il loro camion lasciandoli miracolosamente illesi, i paesani in pellegrinaggio come «e andassero a un santuario. Si recita la Commedia degli Zanni: in scena Pantalone, Colombina, il dottar Balanzone, in platea occhi sgranati e partecipi, spettatori rapiti.
E’ il momento magico del tour: gente che arriva al teatro per la prima volta, sembra davvero di essere nel Cinquecento, qualcuno si commuove. Si fa un pò di retorica: valeva la pena!
Ultima tappa: Dubrovnik, Tutto ricomincia a filare come l’olio. Il teatro arriva puntualissimo. Alla sera concerto all’interno e Commedia degli Zanni nella piazza antistante. I’atmosfera pero è cambiata:
a Dubrovnik c’è il festival, il pubblico è smaliziato, e il Teatro del mondo è solo uno dei tanti spettacoli. Il 22 agosto si levano gli ormeggi per tornare a Venezia, La notte prima dentro il teatro c’è stato uno spettacolo segreto; un gruppo di ragazzi è entrato coi sacchi a pelo ha chiuso la porta e si è dileguato solo alle prime luci dell’alba.
Lauretta Colonelli