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 2010  febbraio 17 Mercoledì calendario

IL VOTO DI PREFERENZA FA MALE ALLE DONNE

Saranno due le sfide tutte al femminile alle prossime elezioni regionali. Infatti in Umbria e in Lazio sia la coalizione di centro-destra che quella di centro-sinistra saranno rappresentate da donne. Emma Bonino sfiderà Renata Polverini nel Lazio e Catiuscia Marini del Pd sfiderà Fiammetta Modena del Pdl in Umbria.
Poi ci sono Mercedes Bresso del Pd in Piemonte, Monica Faenzi del Pdl in Toscana e Anna Maria Bernini del Pdl in Emilia Romagna. Fatti i conti nelle tredici regioni, su ventisei candidati-presidenti delle due coalizioni sei sono donne di cui quattro di centro-destra e due di centrosinistra. Per forza di cose due saranno elette: in Lazio e in Umbria. La Bresso in Piemonte se la deve vedere con Cota. Forse ce la farà, forse no. La Faenzi in Toscana e la Bernini in Emilia Romagna non hanno chance.
Quindi nello scenario più favorevole ci saranno tre donne presidenti di regione. Tre su tredici fa il 23%. Oggi sono due. poco ma è meglio di quanto avviene in altre arene.
La tabella in pagina mostra i dati relativi alle donne elette tra il 1995 e il 2005 nei consigli regionali delle tredici regioni in cui si voterà a marzo. Sono dati che fanno riflettere. Dopo le ultime elezioni regionali, quelle del 2005, le donne rappresentavano solo il 12% circa del totale dei consiglieri regionali. una percentuale così bassa che anche i confronti a livello territoriale perdono di significato.
Certo, i consigli delle regioni meridionali sono quelli in cui la componente femminile è comparativamente più bassa. In Puglia e in Calabria solo due donne sono state elette nel 2005 e addirittura nessuna nelle elezioni del 2000. Ma in fondo colpisce di più il fatto che in Lombardia solo il 10% delle donne siano state elette nel 2005, la stessa percentuale della Campania e meno che nel Lazio.
Nelle regioni del Centro la quota di donne elette è più elevata, ma le oscillazioni sono significative. Il caso dell’Emilia Romagna è molto curioso. Sia nel 1995 che nel 2000 era stata la regione più "rosa", ma nel 2005 la presenza di consiglieri donna si è dimezzata arrivando alla cifra irrisoria del 10%.
 molto diverso il caso della Toscana. Questa è la sola regione in cui le donne sono il 25% del consiglio contro il 12% del 2000. Non solo è una percentuale molto più alta rispetto al 2000 ma rappresenta il record tra tutte le elezioni inserite nella tabella. Per trovare un dato simile bisogna risalire alle elezioni del 1995 in Emilia Romagna, dove le donne elette furono il 20%.
Il record toscano del 2005 di presenza femminile ha una spiegazione. La Toscana è la sola regione italiana che ha abolito nel 2005 il voto di preferenza optando per le liste bloccate. Il voto di preferenza fa male alle donne. Questo è un fatto ben noto agli studiosi di sistemi elettorali. La rappresentanza delle donne tende ad essere maggiore in presenza di sistemi proporzionali caratterizzati da liste bloccate e da circoscrizioni di grande ampiezza. In questi casi infatti la scelta di candidati donna è considerata dai vertici di partito come meno elettoralmente rischiosa.
Il voto di preferenza invece tende a penalizzare le donne perché queste, a differenza dei loro colleghi uomini, non dispongono, o dispongono meno, delle risorse politiche (network personali, rapporti con i gruppi di interesse, finanziamenti) necessarie per competere per le preferenze. Ma non è nemmeno certo che la lista bloccata sia la soluzione. In fondo sono sempre gli uomini a fare le liste.