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 2010  febbraio 17 Mercoledì calendario

Fusi Riccardo

• Prato 5 gennaio 1959. Imprenditore. Ex presidente del gruppo Baldassini-Tognozzi-Pontello. A inizio 2010 fu inquisito nell’inchiesta sugli appalti della procura di Firenze (avrebbe fatto pressioni per risucire a ottenere i lavori della Scuola marescialli di Castello sollecitando il coordinatore del Pdl Denis Verdine a metterlo in contatto con il ministero per le Infrastrutture) • «[...] a 14 anni girava nei cantieri del babbo Bruno [...], comunista sfegatato e fondatore nel rosso Mugello della mitica Cooperativa edile Barberinese, e sognava un giorno di diventare costruttore a capo di un impero. Sogno realizzato in tre tappe. Prima con la fondazione nel 1981 della Fusi Srl, Costruzioni Civili e Industriali, poi negli anni Novanta con l’acquisto della Baldassini & Tognozzi e soprattutto della blasonatissima Pontello Spa, gioiello di famiglia del già presidente della Fiorentina calcio. Il gruppo, dai 2500 ai 3000 addetti, costruisce di tutto e di più: trenta ospedali, un pezzo di variante di valico, tratti di autostrade siciliane, il quadrilatero delle Marche (infrastrutture viarie), i centri commerciali, Ikea, Esselunga, Conad. Uffici, multisale, impianti sportivi, ristoranti. L’unico trofeo che manca nel carnet della Btp è una chiesa. “A dir la verità cercai di costruirla nella mia città a Prato, ma senza successo” [...] Non legge romanzi, non ascolta musica. Però si è costruito una bella palazzina in un quartiere residenziale di Prato, si è comprato la ghibellina Torre Mannelli su Ponte Vecchio, villa a Forte dei Marmi, Mercedes ed elicottero che usa per andare nella sua fattoria di Santo Stefano a Montaione, tra le province di Firenze e Pisa, seicento ettari con castello dell’anno mille trasformata in resort e in tenuta di caccia. [...] è finito in carcere. Nel 1992, per l’esattezza, storia di terreni d’oro. “Mi assolsero perché il fatto non costituisce reato e mi risarcirono. Però mi feci venti giorni di carcere e al lavoro dovetti ricominciare da capo”» (Marco Gasperetti, “Corriere della Sera” 17/2/2010).