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 2010  febbraio 16 Martedì calendario

LE HOLDING DI LIGRESTI IN AFFANNO TROPPI DEBITI E DIVIDENDI SCARSI - MILANO

L’emergenza debiti in casa Ligresti non è ancora finita.

Unicredit, Bpme Intesa hanno regalatoa fine 2009 una piccola boccata d’ossigeno all’imprenditore di Paternò, rinegoziando a medio termine 127 milioni di prestiti scaduti che Sinergia, la cassaforte di casa, non era stata in grado di rimborsare. Ma la spia rossa rimane accesa: in capo alla holding c’erano ancora a fine 2008 oltre 440 milioni di debiti bancari (il 30% in più dell’anno prima, 287 milioni a breve termine) a fronte di 105 di patrimonio. E con la Borsa in crisi - sul 20% di Premafin in portafoglio c’è una minusvalenza potenziale di 50 milioni - il mercato delle costruzioni in stalloei conti delle quotate non brillantissimi (Fonsai in pareggio e Premafin in rosso per 8 milioni nei primi nove mesi 2009) la strada per far quadrare i conti è sempre più complessa. Il quadro operativo, in effetti, non è proprio roseo: la risalita di dividendi verso i piani alti della galassia è sempre più difficile e lenta. I progetti in cantiere - da Citylife a Impregilo - potrebbero richiedere presto nuovi capitali.

L’Isvap ha acceso un faro sulle operazioni infragruppo che negli ultimi anni hanno trasferito una valanga di denaro dalle aziende quotate (oberate da 260 milioni di oneri dal 2007 a giugno 2009 per "operazione con parti correlate") alle società personali di Ligresti. E così qualche banca ha iniziato un timido pressing su Ligresti per convincerlo, operazione non proprio facile, a vendere qualche asset. La rete di protezione attorno alla famiglia, azionista di Rcs, Alitalia, Mediobanca e Generali, è fitta e ampia. I tradizionali rapporti con Piazzetta Cuccia, incrinati dal ruolo giocato da Ligresti nell’addio di Vincenzo Maranghi, si sono un po’ raffreddati. E Mediobanca è esposta solo marginalmente e in un ruolo defilato sulle quotate. Intesa, Unicredit e Bpm hanno però ristrutturato senza troppi clamori l’esposizione di Sinergia. Non solo: la banca di Alessandro Profumo ha deciso di trasferire il suo quartier generale nei nuovi palazzi di Ligresti in zona Garibaldi, rinunciando in extremis a una trattativa avviatissima con i Cabassi per Milanofiori. Bpm ha rilevato senza batter ciglio la sua quota della joint venture bancassicurativa che si ritrovava in pancia 100 milioni di index linked legate al rischio islandese. Impregilo - guidata da Mario Ponzellini, numero uno in Bpm, e partecipata dall’imprenditore siciliano - ha disdetto l’affitto della storica sede di Sesto San Giovanni per traslocare in via dei Missaglia a Milano, altro solido asset di casa Ligresti. E un non meglio definito pool di investitori istituzionali (sarebbe bello sapere che ruolo hanno le banche creditrici del gruppo) ha finanziato l’acquisizione di 15 immobili girati da Fonsai al Fondo Rho con una plusvalenza lorda da 155 milioni, una vera manna per consentire la risalita dei dividendi verso la famiglia. E nonostante questo i conti 2009 saranno difficili per le due assicurazioni: il consensus parla di 71 milioni di utili per Fondiariae di 45 per la Milano.

Il vero rischio però per Sinergia è che gli interventi dell’Isvap azzerino il tumultuoso flusso di capitali che negli ultimi anni ha consentito di tappare i buchi delle casseforti di famiglia con i soldi delle società quotate, by-passando, in virtù del ferreo controllo garantito dalle scatole cinesi, i soci di minoranza. Le cifre in ballo sono importanti: i tre fratelli Ligresti (Giulia, Jonella e Gioacchino) hanno incassato in quattro anni 49 milioni di stipendi. Da inizio 2008 a giugno 2009 Immobiliare Lombarda ha girato alle casseforti di casa 106 milioni per «esercizio e manutenzione del patrimonio immobiliare». Più del 40% delle entrate 2008 della Imco, la società di costruzioni e immobiliare della dinastia di Paternò, sono garantiti da acquisti di Fonsai e Milano che solo per «studi e progetti» per l’area Castello a Firenze - entrata nelle cronache di questi giorni per la vicenda Bertolaso - hanno girato 10 milioni a Europrogetti, altra azienda dei soci di controllo.

Da fine 2008 ad oggi, Sinergia ha ceduto parecchie attività alle quotate per far quadrare i conti.

Tutto, naturalmente, a prezzi verificati da periti. passata di mano la catena alberghiera Atahotels, anche se l’Isvap ha ridotto da 30 a 25 milioni il prezzo, da cui poi sono emersi 20 milioni di perdite (i soci Fonsai e Milano dovranno sborsare 12 milioni per ricapitalizzare). Fonsai ha acquistato da Imco terreni a Bruzzano e Cormano e un albergo a Varese regalandole 15 milioni di plusvalenze. Se l’Isvap facesse saltare il giochetto, far quadrare i conti di casa Ligresti sarebbero ancora più complesso.