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 2010  febbraio 16 Martedì calendario

DA MACELLAIO A BANCHIERE L’EX ALLIEVO DI SPADOLINI "PRESCELTO" DA BERLUSCONI - ROMA

La chioma folta, le idee antiche e piane: «Anch’io sono ambizioso». A diciassette anni Denis Verdini organizzò la sua vita in una cameretta dietro la sala da macello. Macellazione e distribuzione all’ingrosso di carni. Fegato, cosce, sovracosce. Per cinque anni in giro per l’Europa a importare vacche e maiali, conigli e agnellini con un sogno in testa: i soldi. Infatti, il suo ricordo è: «Feci un sacco di soldi».

Fiorentino, ha studiato al Cesare Alfieri, ha ascoltato le lezioni di Spadolini, è stato perciò repubblicano, ha approfondito la storia d’Italia. Ma la radice quadrata della sua personalità, la cosa che lo fa davvero vincere quando conta vincere, si esprime nel senso dato alla vita: avere mani forti e stomaco libero dai pensieri.

E Silvio Berlusconi quando bisogna immaginare il successore di Sandro Bondi alla guida di Forza Italia, decide di fidarsi delle sue mani: «Serve un macellaio come lui!», dice col sorriso di chi l’ha indovinata ancora una volta. infatti lui, è Verdini che ne fa conseguire il teorema: «Sono un tagliatore di teste». Brizzolato e molto ravvivato nell’aspetto del viveur, ricercato nel piacere di esibire quotidianamente scarpe e calzini abbinati, generoso («forse ho comprato calzini anche a Bondi»), danaroso. La sua casa, almeno l’ultima residenza conosciuta a due passi da piazza Venezia, riassume nei vari slarghi di cui si compone l’architettura, la vastità delle opere e la determinazione nel raggiungerle del legittimo possessore. Giardino da favola e palme, camerieri africani in livrea, silenzio ovunque. Verdini, quando dorme, si adagia su un baldacchino prezioso sistemato a un lato di una camera così sontuosa da apparire, così l’ha descritta Il Giornale, larga quanto un «hangar aeroportuale».

 ricco abbiamo detto. Infatti è banchiere, conosciuto per la presidenza pluriennale del Credito cooperativo fiorentino. Sua moglie è una facoltosa mazziniana, fervente repubblicana. Come lui, per via di Spadolini. E l’amore per Berlusconi è stato accecante, certamente totale. Non pone problemi, ha un bel carattere Denis. Fa i conti sempre in testa prima di scegliere la parola giusta: «Bisogna pensare sempre, e io penso». Per caso ha conosciuto Sandro Bondi, e per caso ha poi saputo che Fivizzano è il luogo di nascita di ambedue. «A un anno di vita ero già a Firenze.

Non siamo uguali in tutto. Lui ha un approccio più morbido io più decisionista».

Si è visto quando ha realizzato il sistema a punti delle cariche istituzionali: una spartizione premiale, una lottizzazione matematicamente perfetta tra i soci del Popolo della libertà. Per esempio: avere la presidenza della Camera vale "100 punti". Un ministero "60", una poltrona da sottosegretario "20". Lui con la calcolatrice detraeva dai mille di partenza i premi ricevuti. E sistemava le cose per benino.

Se ne accorse Bondi prima degli altri che Verdini ci sapeva fare con l’aritmetica. Alla Camera gli fu vicino di banco: apprezzato per le virtù, la dedizione, la comunione. In Forza Italia iniziarono a chiamare Verdini «la badante» di Bondi o anche il suo «manutengolo». «Questo soprannome- ha spiegato con un bel sorriso compiaciutoa Libero-è nato quando in Forza Italia arrivò il professor Gaetano Quagliariello, cui ho detto scherzando: guardi che qui non siamo mica all’università. Lei è il manutengolo del manutengolo (che sarei io) del cameriere di Berlusconi, cioè Bondi». Il quale, è cronaca questa, con molta serietà corresse: «Maggiordomo, prego». Maggiordomo o manutengolo, comunque al servizio della causa. Uomo del fare, ha sempre i minuti contati. Giustamente diserta i lavori della Camera: «Lì si perde troppo tempo». Anni fa, una signora, cliente della sua banca, tentò di fargliene perdere altro, denunciandolo per stupro. E un pubblico ministero donna, «molto cocciuta», ritenne di approfondire. Poi la verità: «Fui assolto dal gip e poi al processo». Questa ultima tegola dovrebbe essere, se sono fatti bene i conti, la diciannovesima. I precedenti diciotto procedimenti penali sono stati tutti superati «con assoluzione».