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 2010  febbraio 15 Lunedì calendario

UN FUCILE IN OGNI CASA RESTA LA REGOLA AMERICANA MA NON PER LA CACCIA - C’è

aria di crisi nel mondo americano della caccia. Bastava passeggiare nei giorni scorsi tra i 30mila metri quadri dell’Eastern sports & outdoors show a Harrisburg, in Pennsylvania, che è una delle tante fiere annuali del settore, per rendersene conto: gli affari languono; la maggioranza dei cacciatori ha superato i 50 anni e di giovani se ne vedono pochi. Un’altra conseguenza della grande crisi?
Non c’è dubbio che la tempesta finanziaria e poi la recessione stiano portando a dei mutamenti profondi negli States. Cambia "the American way of life", il modo in cui gli americani affrontano la vita quotidiana: ad esempio diminuiscono gli sprechi e aumenta il risparmio; case e automobili diventano più piccole, mentre si spende di meno per lussi e svaghi. Anche la caccia è in declino: ma il fenomeno avvertono gli esperti non è tanto dovuto alle ristrettezze economiche quanto a una frattura generazionale.
I giovani americani sembrano più attratti dai videogiochi di guerra che non dalle fatiche, dalle sveglie all’alba e dai rischi della caccia al cervo.
Intendiamoci: gli Stati Uniti restano il paese più armato del mondo. L’anno scorso, secondo i dati del Fbi, sono state vendute in giro per gli States 14milioni di armi da fuoco, un aumento del 10 per cento rispetto al 2008 e un ammontare maggiore degli acquisti complessivi dei 21 maggiori eserciti del mondo. Prodotte soprattutto dalla Colt’s Mfg, dalla Smith & Wesson, dalla Sturm, Ruger, dalla Remington e dalla consociata americana della Beretta, queste armi si aggiungono a un arsenale già immenso.
Nascoste negli armadi di casa o nei portaoggetti delle auto, ci sono già 200 milioni di fucili e pistole, che contribuiscono all’alto tasso di omicidi e alle ricorrenti sparatorie nelle scuole o nei centri commerciali.
Finora la Nra (National rifle association), la lobby del settore, è riuscita con successo a imporre il rispetto del secondo emendamento della costituzione sul diritto di ogni cittadino a possedere della armi. Anche Barack Obama si è piegato. Ma a dispetto dei milioni versati dai lobbisti, sono i giovani a tradire la "cultura delle armi" sbandierata da Hollywood e dai telefilm.
Fino agli anni cinquanta ogni scuola newyorkese aveva una squadra di tiro a segno; ora, invece, all’ingresso di quasi tutti gli istituti pubblici c’è un metal detector per evitare che gli studenti entrino armati. Un tempo i teenager d’oltreoceano andavano di domenica nei boschi a sparare con i papà; adesso è ancora permesso in alcuni stati basta avere cinque anni per premere un grilletto in presenza di un adulto ma i ragazzi hanno più voglia di restare a casa a giocare alla guerra di fronte al computer. Senza contare che la crescita della popolazione urbana rispetto a quella rurale e l’aumento dei divorzi ha reso più difficile per i giovani il contatto con il mondo delle armi.